Charitas sine modo. È un latino semplice, che vuol dire: amore senza limite. Anzi, per essere più fedeli alle parole, bisognerebbe tradurre così: amore senza moderazione. Smodato, sregolato. Amore senza freni, senza misura, senza ritegno...
del 01 gennaio 2002
Ai parrocchiani di S. Bernardino di Molfetta
Carissimi,
quando la sera dell’Epifania ho dato inizio alla visita pastorale nella vostra comunità, sono stato colpito dalla scritta collocata sopra il crocifisso ligneo della vostra splendida chiesa: Charitas sine modo.
È un latino semplice, che vuol dire: amore senza limite. Anzi, per essere più fedeli alle parole, bisognerebbe tradurre così: amore senza moderazione. Smodato, sregolato. Amore senza freni, senza misura, senza ritegno.
A me sembra che la frase racchiuda in modo eloquente il messaggio essenziale di quei giorni. Sarei davvero molto contento se l’unico frutto della visita pastorale consistesse nell’aver richiamato la vostra attenzione su questo straordinario manifesto programmatico della vita cristiana. Anzi, volesse il cielo che, ogniqualvolta uscite dalla chiesa, non vi sentiste affidare da Gesù Cristo nessun’altra consegna che questa: Charitas sine modo. Amore senza misura.
Disposto, cioè, a giocare in perdita per il bene del prossimo. Felice di pagare prezzi da capogiro pur di salvare una sola vita umana. Capace di raggiungere perfino il più indisponente nemico. Deciso a scavalcare le lusinghe della violenza, anche quando c’è da recuperare un sacrosanto diritto.
Ma mentre in chiesa dicevamo queste cose, nel mondo accadevano vicende terrificanti. Ve ne ricordate? Abbiamo vissuto in pieno la vicenda del conflitto nel Golfo Persico: trepidando e pregando prima, perché il Signore allontanasse tanta tragedia dal genere umano; soffrendo e sperando dopo, nell’attesa che la logica della pace tornasse a prevalere sugli scenari di morte. Oggi mi è penoso rievocare la malinconia di quei giorni. Perché qualche colpa ce l’abbiamo pure noi. Siamo rimasti lacerati tra i richiami dell’«onnidebolezza» di Cristo e la seduzione dell’«onnipotenza» dell’uomo. Forse le ragioni della nonviolenza evangelica non ci sono parse così affidabili come le argomentazioni della forza delle armi. Abbiamo corretto il tiro di quella frase assurda: amore, sì, ma fino a un certo punto; che diamine! Dio, quanta tristezza!
L’esperienza di quei giorni, comunque, contribuisca a farvi giudicare ogni guerra, almeno per il futuro, come la contraddizione più aperta con quella scritta collocata sulla cornice del vostro Crocifisso: Charitas sine modo.
Vedete, io ho scoperto nella vostra parrocchia un eccezionale fervore pastorale: catechisti generosi, animatori convinti, educatori preparati. Ho toccato con mano l’impegno delle tante associazioni. Però, proprio per l’articolazione complessa del vostro impegno pastorale, potete correre il rischio di qualche scollamento sul piano della carità. Guardatevi, perciò, dalle segmentazioni interne o dal pericolo di polarizzarvi attorno a questa o a quella persona, piuttosto che attorno a Gesù Cristo.
Fate in modo che la gente trovi nei vostri comportamenti, sempre protesi alla comprensione e al perdono, la visualizzazione concreta di quella frase che spicca sul vostro Crocifisso: Charitas sine modo. Amore senza misura. [...]
Grazie a tutti voi per il coraggio che mi avete dato. Grazie, soprattutto, perché stando tra voi e vedendomi continuamente quella scritta davanti agli occhi, ho capito davvero che la misura dell’amore... è quella di amare senza misura. Un grande augurio.
don Tonino Bello
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