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«Servizio civile, abbiamo un piano»

Prima intervista al nuovo capo dell'ufficio nazionale Federico Fauttilli: «Nel 2013 partiranno 15mila ragazzi, poi interverrà Monti». I fondi per il 2012 sono esauriti. Per sostenere gli invii di quest'anno abbiamo intaccato lo stanziamento per il 2013, che quindi si ridurrà a 36/40 milioni di euro. Se non potremo contare su un incremento di budget...


«Servizio civile, abbiamo un piano»

da Servizio Civile

del 30 marzo 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

          Un mese dopo la nomina a capo dell’Ufficio nazionale del Servizio civile, Federico Fauttilli (laziale di Latina, una carriera politica nella Dc prima di approdare nel Partito Popolare) tiene a precisare soprattutto due cose. La prima: «Sento troppe campane a morto, il servizio civile non sta bene, ma non lo abbiamo ancora sepolto». Secondo: «È vero che io nella mia carriera fino ad oggi non mi sono mai interessato di servizio civile, ma è altrettanto vero che l’associazionismo sta nella mia storia e nella mia formazione sociale ». Partiamo dal primo punto.

Da dove ricava tanto ottimismo?

          Il ministro Riccardi mi sembra molto determinato. So che su questo punto ha avuto un confronto con il premier Monti. Il nodo dei fondi rimane, ma è tutt’altro che impossibile da sciogliere.

Nell’attesa qual è la precisa situazione finanziaria?

          I fondi per il 2012 sono esauriti. Per sostenere gli invii di quest’anno abbiamo intaccato lo stanziamento per il 2013, che quindi si ridurrà a 36/40 milioni di euro. Se non potremo contare su un incremento di budget per finanziare i volontari che partiranno l’anno prossimo, utilizzeremo gran parte degli 83 milioni di euro del 2014.

Quindi in ogni caso il bando-progetti 2013 sarà varato. Quando e con quali numeri?

          Fra il primo settembre e fine ottobre. Entro fine settembre infatti dovremo sapere su quanti fondi effettivamente potremo contare. Stiamo ragionando su un contingente di 15mila volontari.

La sua è una nomina da spoil system, se il governo non cade prima ha davanti a sé un anno di lavoro. Quali le priorità?

          La prima naturalmente è un rifinanziamento del servizio civile. Dopo di che viene la riforma. Il punto cruciale è trovare un equilibrio fra Stato e Regioni.  

Il professor Giglioni da queste colonne ha proposto un Ufficio nazionale aperto anche a contributi regionali. Può essere una soluzione?

          Prima di tutto deve essere chiaro che a livello decisionale, organizzativo e finanziario le Regioni devono avere maggiore spazio, sempre però restando in un contesto nazionale. Quando alla proposta di Giglioni, più che un’integrazione all’Ufficio nazionale, vedrei bene l’aumento del peso specifico della Consulta che già contiene rappresentanti degli enti locali. Oppure la costituzione di un tavolo permanente Stato-Regioni con rilevanti funzioni di indirizzo.

Ogni anno l’Ufficio nazionale costa circa 5 milioni di euro. Una cifra rimasta invariata dai tempi d’oro del 2006/2007, con oltre 50mila volontari in servizio, ad oggi che ce ne sono meno di 9mila. Non crede che sia uno spreco?

          Durante la mia carriera di uffici pubblici ne ho conosciuti diversi. E sinceramente questo mi sembra uno dei più efficienti sia dal punto di vista delle competenze (dalla valutazione dei progetti all’attività ispettiva), sia da quello dell’organizzazione, dell’informatizzazione e altro. Non credo sia il caso di azzopparlo. Anche perché la mia prospettiva è quella di far tornare a crescere il servizio civile. Detto questo, anche se riducessimo il personale, non ci sarebbe alcun risparmio per le casse pubbliche, visto che si tratta di personale “comandato” che comunque ritornerebbe all’amministrazione di partenza. 

A proposito della sua carriera, qualcuno si è sorpreso del fatto che in un momento così critico il governo scegliesse di mettere a capo dell’Unsc un direttore digiuno della materia. Come replica?

          La mia è una funzione tecnica, in primo luogo di indirizzo e di coordinamento. Ruolo che ho già ricoperto anche a livello europeo. Poi non è così vero che sia estraneo al servizio civile. Molti degli enti che ne fanno parte li ho conosciuti da vicino. E uno, le Acli, è stato la culla della mia formazione civile e politica. Un altro, i salesiani, hanno molto caratterizzato il mio percorso di studi.

Stefano Arduini

http://www.vita.it

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