In vista della World Expo del 2010, il governo della metropoli ruba ai cittadini case e terreni per costruirvi sopra hotel e centri commerciali. Chi osa opporsi viene arrestato ed in carcere subisce abusi fisici e psicologici.
del 09 novembre 2006
Shanghai (AsiaNews) – Per intimidire i cittadini di Shanghai, che sempre più spesso protestano contro la requisizione forzata e la demolizione delle loro case, la polizia locale “arresta a ripetizione chi presenta petizioni al governo” e prima dei processi “li sottopone ad abusi fisici e psicologici, delle vere e proprie torture”.
Lo denuncia oggi Human Rights in China, organizzazione che opera per il rispetto dei diritti umani in Cina con base a New York.
Secondo il gruppo, l’ultimo caso in ordine di tempo riguarda 15 cittadini della metropoli – cuore dell’economia cinese – che hanno presentato delle petizioni al governo centrale per protestare contro la requisizione forzata e la demolizione delle loro case.
A giugno la polizia ha arrestato 3 di loro – Du Yangming, Wang Shuizhen e Tian Baocheng – perché “hanno causato dei disturbi” durante un incontro fra leader cinesi e dell’Asia centrale.
Nel corso della detenzione, gli agenti li hanno malmenati e minacciati, oltre a costringerli ad accettare degli avvocati di ufficio in vista del loro processo, che inizia oggi.
Questi legali non hanno voluto incontrare i familiari dei 3, che sono stati all’oscuro dei capi d’accusa contro i loro cari e non hanno potuto visitarli in prigione.
I conflitti a causa dell’esproprio di case e terre fra governo e residenti crescono dal 2002, anno in cui Shanghai venne nominata sede della World Expo del 2010. Da allora il governo locale ha requisito con la forza migliaia di abitazioni per demolirle e costruire appartamenti di lusso, centri commerciali ed hotel in vista del futuro flusso di turisti.
I funzionari governativi hanno costretto i legittimi proprietari ad accettare in cambio degli appartamenti periferici e li hanno “convinti” a non protestare con la minaccia di perdere anche quelli.
Secondo l’Ufficio di coordinazione della Fiera, il governo renderà disponibile un’area di oltre 5 chilometri quadrati per le esposizioni. Circa il 75 % di questo terreno è nel distretto di Pudong, che fino ad ora ospitava 10.765 famiglie.
Xu Zhengqing, un attivista locale impegnato contro questo fenomeno, è stato condannato nel 2005 a 3 anni di prigione per aver “seminato liti e provocato risse”. Xu, all’inizio dello scorso anno, si era recato fino a Pechino per depositare un reclamo al governo contro lo sfratto dei residenti della zona.
Poco tempo dopo, Song Shitai - organizzatore di una campagna contro lo sfratto forzato dei residenti dal distretto di Pudong - è stato brutalmente malmenato in pubblico e sfrattato senza alcun risarcimento per aver rappresentato 600 famiglie che si opponevano alla requisizione.
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