Si passa sempre dal desertodi Domenico Sigalini

Brutta cosa il deserto! Il deserto è assenza di vita. È una pietra sull'altra, è sole cocente, è acqua desiderata... Certo è silenzio, non è il caos delle nostre città, non è la coda sulla tangenziale...

Si passa sempre dal desertodi Domenico Sigalini

da Teologo Borèl

del 16 aprile 2006

Brutta cosa il deserto! Il deserto è assenza di vita. È una pietra sull'altra, è sole cocente, è acqua desiderata che si cambia in arsura, è sabbia sottile che ti soffoca e ti brucia gli occhi, è vento tagliente. È aridità. È solitudine. Certo è silenzio, non è il caos delle nostre città, non è la coda sulla tangenziale, né il fracasso di una discoteca; ma è un silenzio che devi riempire altrimenti ti schiaccia, prima ancora di sentirne la pesantezza, è una solitudine che rischia di non portarti nel profondo della tua coscienza, ma di lasciarti in balia di pensieri vuoti e disperati. Gesù è andato nel deserto. Ha seguito una grande storia, quella del suo popolo. Anche Israele ha sostato un tempo impossibile nel deserto.

Gesù sa di avere una grande missione. Il Regno di Dio gli è scoppiato dentro. Ha cominciato con irruenza: Convertitevi e credete al Vangelo perché il Regno di Dio è qui. O lo accogli o passa oltre. Da allora non lo ha più fermato nessuno. È lo Spirito che lo spinge nel deserto. È il tempo della prova. “Figlio, se ti presenti a servire il Signore, preparati alla prova”, dice la Bibbia. Dio vuole gente libera che lo segua, e vuole che chi lo segue non si inganni. Segua Lui, non se stesso camuffato in tanti perfidi egoismi. Finché non siamo immersi in Lui, siamo in crisi di astinenza. Se seguiamo noi stessi o le cose, siamo condannati alla infelicità e non val la pena di buttare la vita. Se voglio essere cristiano, lo devo essere fino in fondo. O si è santi o non vale la pena di essere cristiani.

Se sei Figlio di Dio faccelo vedere! Perché dobbiamo soffrire tanto nella vita? Perché le cose più semplici come il pane ci devono mancare? Che ti costa cambiare le pietre in pane? Perché ci fai penare se hai già tutto risolto? Non di solo pane vive l’uomo!

Ma perché non sfrutti l’occasione? Che ti costa il compromesso, se ne ricavi un bene immenso? Non dirmi che sei fermo ancora a bilanciare se i mezzi sono buoni in questo mondo di lupi! Vuoi che Dio stia a fare il custode del bene o del male! Dio non sta a base della bontà delle cose, ma sono le cose stesse che devi prendere come vuoi. Sono io questo Dio che cerchi e che ti dà sicurezza, dice, Satana. Il Signore tuo Dio adorerai a lui solo renderai culto.

Se sei figlio di Dio, mostralo; dimentica questa umanità, è solo una commedia, una finzione che tu ti sia fatto uomo; tu sei altro, invincibile, potente. A che serve essere perdenti? Provoca tuo Padre, stanalo, mettilo davanti al fatto compiuto; buttati… non vorrai che ti lasci spiaccicare sul selciato ai piedi del Tempio. Non tenterai il Signore Dio tuo!

Il demonio non riesce a scalfire Gesù che si mette nelle braccia del Padre, che gli ha offerto un corpo e con esso la dignità di uomo, con tutte le sue debolezze, come compagnia appassionata del nostro cammino e come unico spazio e strumento della sua dedizione alla causa del Regno.

Tornerà ancora la tentazione: si sentirà dire ancora sotto la croce quel lancinante ritornello: Se sei il Messia scendi dalla croce… se sei il re dei giudei… se sei il Figlio di Dio… La risposta di Gesù, pur nella drammatica domanda: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, sarà sempre e solo: nelle tue mani affido il mio spirito.

Le braccia del Padre saranno sempre la sua forza e il suo destino. E sono disponibili per tutti.

 

 

Fonte: Rivista «Dimensioni Nuove» - aprile 2006

mons. Domenico Sigalini

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