“Siate santi !” Solennità di Tutti i Santi 1 novembre 2008

Tutti gli anni la Chiesa ci invita ad alzare il nostro sguardo e a fissarlo su questa “moltitudine immensa, che nessuno può contare!” che sono i santi. Perché questa insistenza? E poi chi sono i santi? Che cosa si intende per santità? Sembra sia una parola in via di estinzione o relegata a pochi ‚Äòfortunati'!

“Siate santi !” Solennità di Tutti i Santi 1 novembre 2008

da Teologo Borèl

del 31 ottobre 2008Letture : Apocalisse 7, 2-4. 9-14             1 Giovanni 3, 1-3                     Matteo 5, 1-12

 

 

Tutti gli anni la Chiesa ci invita ad alzare il nostro sguardo e a fissarlo su questa “moltitudine immensa, che nessuno può contare!” che sono i santi. Perché questa insistenza? E poi chi sono i santi? Che cosa si intende per santità? Sembra sia una parola in via di estinzione o relegata a pochi ‘fortunati’!

 

1.         SANTITA’: tutta la Bibbia è concorde nel dire che solo Dio è Santo (“Santo, santo, santo il Signore!”) e la santità in Dio significa in primo luogo perfezione, dominio del creato,unita ad una certa dose di separazione, di lontananza dal mondo: Jahvè è il completamente altro, l’incomprensibile, l’inafferrabile (“Veramente tu sei un Dio misterioso, Dio d’Israele”).  

Ma Dio è santo anche in quanto si comunica, in quanto intende far partecipare gli uomini a quello che egli è. La sua santità è una santità che esige, che agisce : “Sarete santi perché io sono santo”. 

 

Nel Nuovo Testamento, l’Apostolo Giovanni ci dice in che cosa consiste la santità in Dio: Dio è AMORE e chi vuol essere santo deve imitare e vivere l’amore, la carità ... con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le proprie forze!     

 

Chi è allora il santo? Colui che nella sua vita ha imitato la bontà, la pazienza, l’accoglienza, il dono di sé, la misericordia, la gioia di Dio! Colui che ha speso la sua vita amando!  San Paolo all’inizio delle sue lettere saluta così i cristiani delle comunità che ha fondato: “Ai santi che sono in Efeso, in Corinto, a Roma ..... pace e grazia!” quasi a dire che chi è stato battezzato si è inserito nella santità di Dio e imposta la sua vita di conseguenza, come vita ‘santa’, in cui i valori del Vangelo vengono perseguiti con coraggio.  Dunque non sono santi solo quelli che vengono riportati sul calendario, ma quanti nella loro esistenza hanno lasciato spazio alla grazia di Dio e hanno risposto con opere di carità.

 

2.         IL PARADISO E’ ABITATO!  La festa di “tutti i Santi” è una di quelle che accendono la speranza e la gioia nel nostro cuore. Mi spiego: la Chiesa ha sempre sostenuto (e sostiene tuttora) che l’Inferno esiste. Là dove c’è vera libertà ci deve essere la possibilità per decidere per una strada o un’altra, scegliere Dio o rifiutarlo. Se non esistesse l’inferno, la nostra vita sarebbe molto simile a quella dei burattini: una farsa non degna del Dio di Gesù Cristo. Ma la Chiesa non ha mai detto: “Il tale è all’inferno!” e invece ha gridato da sempre che il Paradiso non solo è abitato, ma è affollato di schiere di martiri, di santi e sante, sacerdoti, monache, uomini e donne che si sono distinti per virtù e meriti. E poi c’è davvero una “moltitudine che nessuno riesce a contare” di persone semplici, dalla vita buona e dal cuore generoso che crediamo essere e vivere in Dio. Io penso ai miei Genitori, a tanti confratelli, a giovani che ho conosciuto e che ho accompagnato all’incontro definitivo con Dio, ..... “Viene un momento nella vita in cui ti accorgi di avere più amici di là che di qua. Ed essi dall’altra riva dove si trovano ti salutano, ti incoraggiano, ti aspettano...” (don Meotto) e questo riempie il nostro povero cuore di speranza, di gioia profonda perché “la vita non è tolta, ma trasformata” e nulla di ciò che abbiamo amato andrà perduto.  Il cielo quindi non è né muto né vuoto, come voleva Camus, ma è vivo e palpitante della vita di Dio.

 

3. SANTI SI DIVENTA: non si nasce santi, ma si diventa santi attraverso un cammino sempre più simile a come è vissuto Gesù. Nel Vangelo del 1° novembre  sentirai proclamare le beatitudini, la magna charta  di chi vuole impostare la sua vita all’insegna della santità.

Ma cosa si deve fare per farsi santi?

Un giorno un ragazzo, Domenico Savio, pose questa domanda a don Bosco e si sentì dare questa ricetta:

Ø         Una costante e moderata allegria

Ø         Esatto adempimento dei doveri di studio e di pietà

Ø         Far del bene ai compagni

“E’ volontà di Dio che ci facciamo santi. È facile farsi santi. È preparato un grande premio in cielo a chi si fa santo!” aveva predicato don Bosco e Domenico Savio ne era rimasto molto impressionato al punto che da quel momento aveva intrapreso un cammino deciso e impegnato per farsi santo. 

Dio ci vuole santi, cioè tutti suoi, pieni della sua grazia, del suo amore da diffondere a piene mani agli altri nelle opere di carità.  “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è in cielo!”: questa è la méta che ci ha indicato Gesù, il comando che ha dato ai suoi discepoli, a noi cristiani.

 

Scriveva Papa Giovanni Paolo II: “E’ ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria”. La nostra santificazione è il “compito essenziale” della nostra vita. Contro la tendenza alla mediocrità spirituale, abbiamo bisogno di ribadire ogni giorno la priorità di questa méta.

Continua ancora il Papa: “C’è una tentazione che da sempre insidia ogni cammino spirituale e la stessa azione pastorale: quella di pensare che i risultati dipendano dalla nostra capacità di fare e di programmare. Certo, Iddio ci chiede una reale collaborazione alla sua grazia e dunque ci invita ad investire nel nostro servizio alla causa del Regno tutte le nostre risorse di intelligenza e di operatività. Ma guai a dimenticare che ‘senza Cristo non possiamo far nulla’ “

E ai giovani ripeteva: “Giovani, non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità. La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio”

 

Sono i santi il sale e la luce di cui il mondo ha bisogno: basta vedere l’entusiasmo che hanno suscitato i recenti santi, beatificati o in via di beatificazione: Papa Giovanni, Padre Pio, Madre Teresa... hanno portato al mondo la bontà, il sorriso, la carità, il perdono di Dio! Hanno diffuso speranza, gioia, amore e la gente semplice ha scoperto nel loro passaggio una traccia d’Infinito.

 

Conclusione:  Il nostro Rettor Maggiore, successore di don Bosco, nella sua prima lettera a tutta la Congregazione riprende il tema della santità: “Dio deve essere la nostra prima occupazione. È Lui che ci invia e ci affida i giovani .... Dio ci aspetta nei giovani per darci la grazia di un incontro con Lui”  e al termine ha una toccante richiesta di perdono, che vorrei fare mia per tutti voi:

“Abbiamo mancato di zelo pastorale e abbiamo vissuto la missione a tempo parziale, riservando più tempo per i nostri interessi personali. Siamo stati poco audaci nel proporre ai giovani Cristo come valore supremo della loro vita e il suo vangelo come cammino per raggiungere la pienezza...”

 

Buona festa di tutti i santi!

 

don Gianni Ghiglione

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