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“Siate sempre lieti!”

C'è una gioia che, pur essendo vera e bella, dura poco, l'abbiamo provata tutti: una bella gita, un successo in Università, una serata con amici o con una persona speciale, l'acquisto di un oggetto a lungo desiderato e atteso, la pace fatta con una persona offesa...


“Siate sempre lieti!”

da Teologo Borèl

del 03 ottobre 2008

Commento alla liturgia di Domenica 5 ottobre 2008.

 

XVII Domenica del tempo ordinario

 

 

Letture:  Isaia 5, 1-7                               Filippesi 4, 6-9                                 Matteo 21, 33-43

 

 

 

> Riprendiamo la lettura della nostra lettera di Paolo ai cristiani di Filippi, sempre per onorare l’anno “paolino”.  Siamo ormai alla terza puntata! La liturgia di questa domenica vola subito al cap. 4, saltando metà del cap. 2 e tutto il 3. Vorrei con te evidenziare alcuni temi importanti che incontriamo in questa parte ‘omessa’; per questo è necessario che tu abbia sotto mano il testo della lettera e faccia lo sforzo di leggerla per tuo conto. Merita la pena, vedrai!

 

> La gioia: è uno dei temi che segnano tutta la lettera.

·             “Vi comunico la mia gioia” e si tratta della gioia che viene a Paolo dall’essere disposto a sacrificare la sua vita per il Signore! (2, 17)

·             “Rallegratevi anche voi e siate contenti con me” (2, 18)

·             “Rallegratevi perché siete uniti nel Signore!” (3,1)

·             “Voi siete per me motivo di gioia” (4,1)

·             “Siate sempre lieti… Ve lo ripeto, siate sempre lieti” (4, 4)

 

C’è una gioia che, pur essendo vera e bella, dura poco, l’abbiamo provata tutti: una bella gita, un successo in Università, una serata   con amici o con una persona speciale, l’acquisto di un oggetto a lungo desiderato e atteso, la pace fatta con una persona offesa…

C’è una gioia che va più in profondità e tocca le corde segrete e vive del nostro cuore; in genere ha a che fare con il senso della nostra vita, con il Dio del nostro cuore. Investe non un piccolo settore o un momento soltanto, ma ha il potere di illuminare a vasto raggio. Penso a quanto mi ha detto qualche sera fa un giovane dopo la confessione: “Ho ritrovato la pace del mio cuore e questo mi fa profondamente felice”; penso alla telefonata di due innamorati: “Abbiamo deciso di sposarci!”; penso alla gioia del giorno del mio sacerdozio, alla gioia di quando riesco a dare Gesù ai giovani….

“Tu sei contento/a? vivi nella gioia?”  Nota che vivere nella gioia non significa non avere difficoltà, problemi, angustie… La gioia sta sotto tutto questo, alimenta la nostra buona volontà nel superare gli ostacoli.  Di certo la gioia è inconciliabile con il peccato, perché la sorgente della vera gioia è Gesù!

 

S. Paolo ci da subito le ragioni della sua gioia. Eccole:

 

> “Sono stato afferrato da Cristo Gesù”: tutto il cap. 3 è un ricamo di questa realtà che ha cambiato la sua vita.

Quando è successo questo? Sulla via di Damasco, mentre lui, Saulo, fremente d’ira contro la Chiesa, stava andando ad arrestare uomini e donne, seguaci della nuova fede per condurli a Gerusalemme (Atti 9, 2). “Io sono quel Gesù che tu perseguiti!”  Lì lo attendeva il Signore e Paolo si fa obbediente e segue le indicazioni: si fa battezzare e diventa l’Apostolo che conosciamo.  Da quel momento Gesù diventa il centro della sua vita, il suo amore fino a poter dire “Per me il vivere è Cristo”!

E allora si capiscono le seguenti espressioni del cap. 3:

·        “Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita” (v. 7)

·        “Tutto reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù” (v. 8)

·        “ Considero tutte queste cose (l’essere giusto in base alla legge) come spazzatura” (v. 8)

·        “Voglio solo conoscere Cristo e la potenza della sua risurrezione” (v. 10)

·        “Voglio soffrire e morire in comunione con Lui” (v. 10)

 

Anche per te c’è una via di Damasco, un momento speciale in cui Gesù ti aspetta per afferrarti, per farti diventare tutto suo/a! Non avere paura: questa è la prima cosa da cacciare, perché si tratta della stessa paura che ha il demonio! Ha paura che tu ti lasci afferrare da Gesù, è il nemico giurato della tua gioia!!! Ha paura che tu dica di SI’ a Dio e lo lasci a becco asciutto!

 

> Nemici della croce di Cristo: anche nella comunità di Filippi non tutto è luminoso; vi sono delle ombre, dovute al comportamento di taluni che disonorano il nome cristiano e l’operato di salvezza di Gesù. Paolo ne è angosciato fino alle lacrime e mette in guardia i suoi amici. È proprio del Pastore segnalare i pericoli, gli ostacoli, i mali che possono distruggere il gregge.

Oggi anche questo non è così pacifico: basta che un Vescovo o il Papa segnali un male, cui i cristiani devono prestare attenzione per evitarlo, che si grida all’invasione di campo, a ingerenza indebita! Di recente il Papa è tornato a segnalare il male del relativismo morale, del soggettivismo che minano alla base il Vangelo di Gesù. È che da questi mali siamo già tutti (chi più chi meno) colpiti, è un virus che ci è entrato dentro e facciamo addirittura fatica a capire il male che provoca.

Ricordo che negli anni della contestazione (gli anni ’70) dicevo in uno slogan: “Non siamo noi a giudicare la Parola di Dio; è la Parola di Dio che giudica noi!” a sottolineare l’atteggiamento di tanti che si impalcano a giudici del Vangelo e non pensano invece a diventarne umili, coraggiosi e generosi testimoni!

 

> “Noi invece siamo cittadini del cielo”: la nostra vera patria è nei cieli e già fin d’ora viviamo nella speranza e nell’attesa del Signore Gesù. Non si tratta, come tante volte abbiamo già osservato, di un’attesa pigra e inoperosa, ma ricca di opere buone. Queste opere buone Paolo le elenca nel brano della liturgia odierna:

·        “Siate sempre lieti”: anche la gioia è testimonianza preziosa da dare a un mondo triste e infelice. Frutto della gioia è “la pace che custodisce i cuori e i pensieri uniti a Cristo Gesù”(4, 7)

·        “Vedano tutti la vostra bontà” (4, 5)

·        Oggetto di questi pensieri, ispirati a Gesù, deve essere “tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, che è virtù e merita lode” (4, 8)

Si tratta di una lista di virtù umane che i cristiani sono invitati a coltivare nella propria vita; ciò che rende simpatici, amabili, onorati, rispettati deve essere praticato da ogni cristiano. Non si può essere discepoli di Gesù se prima non si è leali, onesti, integri, rispettabili.

Senza timore di essere smentito, Paolo, mettendo da parte la falsa modestia, osa presentarsi come modello di questi comportamenti: “Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare!”

A volte si dà poca importanza alle virtù cosiddette “umane” con conseguenze gravi in tutti i campi. Anche quando fai la tua confessione esamina con cura il tuo carattere. I santi erano piacevoli da incontrare (penso  a S. Francesco di Sales) perché umanamente ricchi di tante belle qualità.

Conosci Gesù sotto questa luce? È interessante leggere i Vangeli alla ricerca della “umanità” di Gesù.

Prima di essere cittadini del cielo, occorre essere degni e nobili cittadini di questo mondo!

 

> Il tema della vigna: non mi sembra bello chiudere la riflessione sulla Parola di Dio di questa domenica senza un accenno al tema portante: quello della vigna. Mi limiterò a invitarti alla lettura del testo di Isaia. Si tratta una poesia, annoverata tra i capolavori della letteratura mondiale. Descrive la passione di un agricoltore per la sua vigna, un affetto struggente, come quello dell’innamorato per la donna della sua vita. In casa, per strada, con gli amici non parla che di lei.

Il poeta immagina di essere l’amico di questo “sposo” e racconta: “Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle…”

Tu sei questa vigna, amata da Dio, curata, coltivata con amore, irrigata, protetta, scelta, “vangata, sgombrata dai sassi”…

Tu sei l’oggetto dell’amore di Dio, personale, unico, irrepetibile.

Capisci questo quando hai il coraggio di piegare le ginocchia e di stare davanti a Lui con amore a lungo, a poco a poco… Coraggio! Lui ti precede, non avere paura!

Io ti seguo con la mia preghiera e il mio affetto.

don Gianni Ghiglione

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