Ottobre... è tempo di ricominciare e di fare nuovi progetti, partendo dalle esperienze vissute gli anni precedenti. L'ORATORIO DI CHIOGGIA è ai blocchi di partenza per dar vita a nuove imprese e continuare con gioia quelle iniziate.
del 13 dicembre 2006
Nel nostro oratorio sono presenti molti gruppi formativi (ads, pgs, scouts, teatrale d. Michelangelo Aldigheri), che animano la vita dei giovani di Chioggia. Le iniziative sono partite da qualche mese e una in particolare li raduna tutti insieme: la preparazione del 40° della nascita della Parrocchia Maria Ausiliatrice, che si festeggerà l’8 dicembre con la tradizionale cioccolata e l’Accademia dell’Immacolata, momento di festa in teatro con musica, scenette e bans. Altre iniziative sono legate alla preparazione al Natale, alla collaborazione dei ragazzi e dei giovani appartenenti a gruppi diversi, alla sensibilizzazione cittadina attraverso: le rappresentazioni del Musical, il Rosario per la pace, la Marcia della pace, le Sentinelle del Mattino e la Luce di Betlemme. Proprio di queste ultime due vorrei parlare.
 
 
La Sentinelle del Mattino
 
         Si tratta di un’esperienza di evangelizzazione di strada, partita dall’iniziativa di un salesiano,  che vede come protagonisti i giovani che hanno bisogno di ritrovare la fede o di riscoprirla grazie all’aiuto di altri giovani che vogliono far sentire che il Signore è sempre vicino a tutti.
         L’evangelizzazione di strada è un metodo di apostolato che punta prima di tutto a rinnovare la passione per Gesù e il suo Vangelo e la sua trasmissione nei giovani che aderiscono a questa iniziativa e ad annunciare ad altri giovani la novità di vita che è Cristo.  
Le “sentinelle di Chioggia” hanno cercato di fare questo. La prima esperienza, dopo più di un anno di preparazione, è stata provata il 29 luglio 2006 sul Lungomare e sulla spiaggia di Sottomarina, dove durante l’estate si concentrano la maggior parte dei giovani della città. Durante il pomeriggio gli “evangelizzatori” si sono trovati per un momento formativo, in preparazione all’esperienza, poi dopo cena si sono riuniti in chiesa per pregare insieme ed affidare la propria missione nelle mani del Signore. Così carichi di gioia e d’entusiasmo, sono partiti a coppie, muniti solo della Bibbia e di qualche depliant, che spiegava cos’era l’iniziativa, con un cuore pieno d’amore, verso i giovani che incontravano a cui hanno annunciato la bellezza della vita di  Gesù Cristo. Una Chiesa è rimasta aperta tutta la notte per l’adorazione eucaristica e con la possibilità di incontrare un sacerdote per la confessione. E’ stata un’esperienza molto forte e significativa perché molte persone si sono fatte coinvolgere da questi giovani.         
Essi sono un servizio alla Pastorale Giovanile della Chiesa, perché evangelizzano per prima cosa il proprio cuore attraverso la preghiera, la formazione, la condivisione, l’organizzazione di vari eventi di strada per poter annunciare poi il Vangelo. Poi nella “fiaccola” di Chioggia, così si chiamano i gruppi delle sentinelle, ci sono persone provenienti da gruppi ed esperienze diverse e  tutte le vocazioni sono rappresentate: è la Chiesa che Evangelizza!
 
 
Una breve intervista: don Marco puoi spiegarci come è nata questa idea?
E’ nata da Giovanni Paolo II, quando ha lanciato la sfida ai giovani convenuti alla GMG: “Siate le sentinelle del mattino” e dalla testimonianza ad una Festa dei Giovani, di Don Andrea Brugnoli, fondatore insieme ad alcuni giovani, delle “Sentinelle del mattino”.
Dopo aver sentito loro, ho cominciato a pensarci per un po’, sentivo che questa modalità di evangelizzazione mi spingeva o mi attirava con forza. Ho parlato dell’idea in casa ai miei confratelli, poi ho interpellato l’incaricato per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Chioggia. Ci siamo messi in moto, siamo partiti con una piccola equipe di preti, poi ci siamo presentati dal Vescovo per avere la sua comprensione e il suo consenso ed è stato felice. Abbiamo così mandato inviti ad associazioni e movimenti cattolici e alle parrocchie per capire se c’era interesse e c’era qualcuno disposto a collaborare. E’ stato bello vedere come le persone hanno risposto ed è così iniziata la nostra formazione secondo il modello già sperimentato dalle Sentinelle.
 
Cosa fate in concreto?
Per prima cosa ci troviamo per pregare insieme. Ci formiamo alla luce degli scritti di Giovanni Paolo II o studiamo la “Evangeli Nuntiandi” di Paolo VI. Un momento importantissimo è la condivisione di quello che abbiamo vissuto durante l’esperienza della missione. Forse è questo il momento più decisivo: nella condivisione si scopre la luce, la ricchezza di quello che il Signore ci fa fare. Poi partiamo per incontrare i giovani con più o meno questo dialogo:
«Vuoi incontrare Gesù questa sera?». «Ma che! Scherzi?». «Per niente. Se vuoi presso la Chiesa X c’è Gesù per te questa sera». «Forse hai sbagliato persona! Non vado in chiesa da dieci anni». «Non importa! Gesù ti ama così come sei. E’ lì che ti attende. Se vuoi». «… No! Non è possibile… E poi sono troppo sporco dentro… ».  «Proprio per questo Lui è qui per te questa sera. Pensaci. Ciao!». «Ciao».
Per un attimo soltanto le anime si sono incontrate nel suo nome. E poi c’è chi viene e chi non trova la forza. Intanto il seme è stato seminato. Precisamente non sappiamo cosa succede alle persone che contattiamo, ma una cosa è certa: ad ogni missione trecento persone circa entrano in chiesa e si presentano ai piedi di Gesù. Cosa succede nella loro vita, da quell’incontro, lo sanno solo loro e Gesù. Noi siamo solo umili servitori che preparano quest’incontro.
 
Cosa resta alla fine dell’esperienza?
La realtà che resta alla fine di tutto è un grande grazie. Un grazie a Dio che ci dà la possibilità di sfiorarlo mentre è in azione nel cuore delle persone. Un grazie perché ci sono giovani disposti a dirgli ancora di sì. Un grazie per avere scelto noi, che non siamo tanto migliori degli altri.
Caro giovane che mi hai seguito fino a qui, tocca anche a te. Seguilo e sii fedele!
 
 
 
La Luce di Betlemme
        
           Un’altra esperienza, che ormai da qualche anno gli Scouts dell’Oratorio propongono per far sentire la presenza del Signore in mezzo alla gente di tutta la città, è quello della Luce della Pace di Betlemme.
         Nella Chiesa della Natività di Betlemme c'è una lampada a olio che arde perennemente da lungo tempo. Questa chiesa è stata costruita su quella che si ritiene la grotta dove è nato Gesù; la lampada è alimentata dall'olio donato a turno dalle nazioni cristiane della Terra.
         Il significato religioso della lampada accesa è che Cristo, Luce delle genti, continua ad irradiare la sua Parola da Betlemme al mondo intero per tutti i giorni che verranno; Egli è il riferimento vivo e presente per tutti gli uomini, Egli è la Luce che non si spegne mai e che segna la via che porta alla salvezza per tutta l'Umanità. Un alto valore simbolico lo ha anche per chi non è credente: rappresenta un segno di pace, fratellanza, amicizia, solidarietà con chi soffre, condivisione di valori umani e civili.
         L’esperienza nasce a Linz, in Austria, dove viene promossa dalla televisione e dallo Stato, ogni anno, un'iniziativa natalizia di beneficenza detta 'Licht ins Dunkel' (Luce nel buio). Questa manifestazione ha per scopo la raccolta di fondi a favore dei ragazzi disabili o in difficoltà. Nel 1986, la televisione austriaca ha avuto l'idea di andare a Betlemme e qui un bambino ha acceso un lume dalla lampada nella Grotta della Natività. Nel viaggio di ritorno in aereo, una speciale lampada ermeticamente chiusa ed alimentata con bombole di ossigeno mantenne sempre viva questa fiammella. Così, ogni anno all'inizio della trasmissione, la Luce della Pace di Betlemme accende le candele nello studio televisivo buio e dà inizio alla manifestazione di solidarietà.               Visto l'alto valore religioso e simbolico che possiede la Luce della Pace di Betlemme è sorta subito la volontà di diffonderla a quante più persone possibile. La Luce passa quindi da lume in lume: la cosa più importante è non spegnerla, ma mantenerla sempre accesa, perchè la Pace è un dono di Dio che gli uomini hanno il dovere di diffondere il più possibile; essi devono mantenere sempre viva l'attenzione sulla Pace, vigilando affinché non si affievolisca il sentimento verso di essa per non lasciare spazio alla discordia ed all'oppressione.
         Così, gli Scouts viennesi ben presto decisero di collaborare alla distribuzione della Luce della Pace, diffondendola al di fuori dei confini austriaci, fino a raggiungere ad oggi una trentina di Nazioni che partecipano all'iniziativa.
         Nel Natale del 1993, in occasione di uno scambio internazionale, uno Scout austriaco ha portato la Luce della Pace di Betlemme alle Associazioni Scout di Trieste, che hanno aderito con entusiasmo facendosi promotori della distribuzione della Luce della pace in Italia.
         Ora quasi tutte le Regioni d'Italia vengono toccate dalla staffetta, che parte da Trieste, comprese la Sicilia (1999) e la Sardegna (2001). Oggi quasi un milione di italiani portano la Luce della Pace nelle proprie case grazie all'impegno di tutte le Associazioni Scout.
             Proprio perché si vogliono condividere i valori di Pace e Fratellanza, senza distinzione di credo o razza, da alcuni anni, una settimana prima di Natale, gli Scouts e gli amici dell’oratorio di Chioggia attendono con ansia l’arrivo della luce alla stazione di Monselice per portarla con cura nella Chiesa dell’Oratorio. E' un gesto semplice, ma significativo. La Luce non si vende, non va ceduta in cambio di un offerta, non è un talismano, un toccasana, non ci si deve sentire più importanti se la si dona agli altri, non conta averla ricevuta prima o dopo di altri.... conta solamente accoglierne il significato e condividerlo con più persone possibili!
         La sera stessa del suo arrivo si celebra una veglia di preghiera per accogliere la Luce della Pace e poterla così distribuire alle famiglie dell’oratorio e dell’intera città di Chioggia.
         Molto significativo è anche il momento di testimonianza ed evangelizzazione che si propone in piazza la domenica prima di Natale: viene distribuita attraverso semplici candele accese a tutte le persone che passano per il classico “giretto” domenicale.
         Ogni famiglia che accoglie la Luce della Pace si impegna a mantenerla accesa almeno fino all’Epifania: accendere il lume non può rimanere il piccolo gesto di un attimo, ma ci deve essere la volontà di mantenere viva l'attenzione ai valori che essa porta con sé. Così come non dobbiamo far spegnere la fiammella nella lampada, dobbiamo vigilare perchè il desiderio di pace, fratellanza ed amicizia tra noi non si spenga, solo così il Natale sarà speranza di cambiamento per poter costruire un nuovo mondo.
         E’ bello sapere che molte famiglie fanno di tutto per non far spegnere la luce a casa. Per esse questa luce è un rinnovo di fede ed un impegno a mantenere la pace nel proprio cuore e, con la preghiera, nel mondo. Un impegno a riscoprire tale pace come presenza del Signore, luce viva, in mezzo a noi!
Giovannella Signoretto
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