«Gli allenatori non sapevano come parlarmi, hanno rinunciato a seguirmi mi dicevano che avrei smesso. Diverse squadre mi hanno rifiutato e mi dissero che non c'era speranza. Ma sono sordo da quando ho tre anni e così non ho capito».
È sordo dall’età di tre anni. A causa dell’apparecchio che portava lo chiamavano “quattro orecchi”. Sognava di diventare un campione di football americano, ma era difficile parlargli e lui aveva difficoltà a capire. Gli allenatori dicevano che era “una causa persa”.
E’ arrivato a giocare in campo professionistico, ma nessuno lo ingaggiava. Deluso, faceva il vice allenatore in un squadra liceale, finché, l’anno scorso, è stato chiamato dai Seattle Seahawk. La sua squadra è arrivata in finale e ieri ha vinto il Superbowl battendo a sorpresa i più famosi Denver Broncos.
Così il ventiquattrenne Derrick Coleman è il primo atleta non udente che ha giocato e vinto il Superbowl, la finale della lega USA di football americano, il più seguito e importante evento sportivo degli Stati Uniti.
I non udenti che hanno giocato a livello professionistico il football americano sono solo due: Kenny Walker, autore del libro Roar of Silence, e, negli anni ’70, Bonnie Sloan. Nessuno però era arrivato alle finali del SuperBowl.
In un video prodotto dalla Duracell, Coleman racconta: “Mi hanno detto che non sarei riuscito, che ero una causa persa. Gli allenatori non sapevano come parlarmi, hanno rinunciato a seguirmi mi dicevano che avrei smesso. Diverse squadre mi hanno rifiutato e mi dissero che non c’era speranza. Ma sono sordo da quando ho tre anni e così non ho capito”.
Attualmente Coleman gioca con gli apparecchi sotto il casco. In condizioni normali durante gli allenamenti, riesce a malapena a percepire quello che gli viene detto. Durante le partite con il tifo e il chiasso dello stadio, non sente nulla.
Alla domanda su come faccia a capire le indicazione del coach e dei compagni, Coleman ha risposto: “Se si decide di cambiare modulo di gioco all’ultimo momento il quarterback si gira verso di me e mi fa leggere il labiale”. E Coleman è diventato bravissimo a leggere il labiale.
La sua vicenda è straordinaria non solo per la determinazione e le abilità che ha sviluppato, ma per il coraggio e la speranza che instilla in tutti i non udenti. Prima della partita del Superbowl è andato in tv per regalare i preziosi e introvabili biglietti a due ragazze non udenti. Negli incontri con i ragazzi nelle scuole, il campione ripete quello che è ormai un suo motto: “Non puoi usare il tuo problema come una scusa. Se lo fai non potrai mai raggiungere il tuo sogno”.
Pete Carroll, allenatore dei Seattle Seahawks, ha commentato: “Derrick è un ragazzo fantastico e indipendentemente dai problemi che ha con l’udito, è una persona straordinaria”. “Nella sua vita – ha aggiunto – ha dimostrato agli altri, soprattutto a quelli che soffrono dello stesso tipo di problema, che anche se si è non udenti non ci sono limiti a ciò che si può raggiungere”. L’allenatore ha concluso affermando che Coleman “è un bravo ragazzo, con un grande cuore, un ottimo giocatore di football, e ha svolto un lavoro meraviglioso per i non udenti”.
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