Nel 125° anniversario della morte della loro cofondatrice, le suore salesiane lanciano un progetto di impegno e condivisione in un'area tra le più complesse del capoluogo piemontese.
del 22 aprile 2006
Oggi come ieri le Figlie di Maria Ausiliatrice sono in prima linea a fianco dei giovani e delle donne. Nell'anniversario dei 125 anni dalla morte della loro cofondatrice, Madre Maria Mazzarello, lanciano a Torino un nuovo progetto. E tra i palazzi fatiscenti di Porta Palazzo - il mercato coperto più grande d'Europa -, sorgerà la nuova comunità «per una casa comune». A pochi passi dalla Basilica di Maria Ausiliatrice, meta di molti pellegrini, tre suore di don Bosco: una piemontese, una senegalese e una latinoamerica formeranno, entro la fine dell'anno, la nuova comunità interculturale di ascolto sul territorio. «La nostra madre generale Antonia Colombo - spiega suor Carmela Santoro, responsabile della pastorale giovanile di Piemonte e Valle d'Aosta - ha voluto questo progetto, che non è soltanto un'idea, ma rappresenta la realizzazione di un profondo desiderio di essere presenti a Porta Palazzo. Luogo dove è partito il nostro carisma». Nella zona cara al santo torinese, già allora luogo di grandi fermenti, di movimento culturale e sociale le suore salesiane intravedono in questa operazione una risposta umile, ma concreta alla forte domanda di integrazione. «Sarà un lavoro e un impegno rivolto soprattutto a favore delle donne - specifica Suor Carmela - attraverso una comunità multiculturale che non avrà l'impegno di realizzare delle opere, ma soprattutto di ricercare un dialogo con le istituzioni religiose, ecclesiali e civili che già operano sul territorio». La nuova comunità non è ancora operativa ma già suscita solidarietà e comunione. Dall'Africa arriva l'augurio fraterno delle sorelle partite (chi da oltre vent'anni chi da pochi mesi) per la missione. In una toccante lettera esprimono che «per una casa comune ci fa sentire missionarie insieme. La presenza di una comunità a Porta Palazzo, così simile alla realtà di Nairobi, dove anche noi viviamo e lavoriamo, è davvero un segno che rafforza la nostra identità educativa, la nostra passione per i giovani, i più p overi e l'apertura di cuore e di mente alle sfide che ovunque nel mondo ci interpellano».
Sfide a cui le suore di don Bosco rispondono con determinazione, ma soprattutto con l'entusiasmo e la gioia. E con gioia celebreranno la tre giorni itinerante (dal 24 al 26 aprile) per dire «Grazie Madre! Nel cuore del mondo», in occasione appunto della ricorrenza dei 125 anni dalla morte di madre Mazzarello.
«Saranno tre giornate di impegno - riferisce suor Santoro - in cui faremo, con la madre generalizia, una sorta di itinerario della cittadinanza perché torniamo a visitare i luoghi (Torino, Mornese e Nizza Monferrato) in cui la nostra fondatrice ha vissuto. In questi luoghi recuperiamo il senso profondo di una chiamata non soltanto di una comunità religiosa, ma soprattutto di una comunità educante».
In Piemonte ci sono 68 comunità con 1200 suore: operano soprattutto nella scuola, considerata il centro propulsore della missionarietà salesiana. Sono oltre diecimila gli studenti che frequentano i loro istituti di ogni ordine e grado. E poi l'impegno negli oratori, nelle comunità di recupero e nella formazione lavoro. Per le figlie di Maria Ausiliatrice l'imperativo è qualità. «A maggio - anticipa suor Anna Maria Cia, presidente regionale delle istituzioni scolastiche - le nostre scuole otterranno la certificazione di qualità. Un passaggio importante a cui non vogliamo rinunciare». L'impegno di educare i giovani «capaci di inserirsi nella società e di ragionare con la propria testa» è prioritario per le salesiane. Come lo è quello per la libertà di educazione. Suor Cia è tra gli animatori del comitato nato in Piemonte per la libertà educativa. Lancia invece un appello a favore della formazione professionale suor Silvana Rasello, presidente piemontese del settore formazione: «mi auguro che qualsiasi tipo di riforma scolastica venga attuata, non disperda il patrimonio della formazione professionale perché offre importanti percorsi diversificati di conoscenza».
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