Sussidio on-line GMG2005: 18° PASSO “A bocca aperta... ...con aperti anche gli...

Adorare non significa solo stare fermi, immobili, in silenzio, da soli. Si adora mettendosi in cammino (i Magi!), mettendosi a tavola, stando in compagnia. Si ascolta Lui, si gusta Lui, si vede Lui nei modi in cui Lui decide di farsi trovare. Si adora perché ci si è incontrati con Lui e lo si è riconosciuto.

Sussidio on-line GMG2005: 18° PASSO “A bocca aperta... ...con aperti anche gli occhi, gli orecchi, la mente e il cuore ”

da GxG Magazine

del 24 luglio 2005

DICIOTTESIMO PASSO

“A bocca aperta... ßà ...con aperti anche gli occhi, gli orecchi, la mente e il cuore ”

 

1 - Prendi e mangia

 

È successo a due che andavano a Emmaus

Luca 24,13-32

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».

 

Vangelo di Luca ,Bibbia, Nuovo testamento. Scritto nella seconda metà del I° secolo. Un fuoco dentro, che non brucia ma scalda. L’abbiamo già incontrato. È la sintesi di ciò che significano il cammino insieme, la spiegazione delle Scritture, il pane spezzato, gli occhi che finalmente vedono. Il risorto è Dio con noi per sempre. E noi con Lui in ...................

 

2 – Per riflettere

 

Adorare non significa solo stare fermi, immobili, in silenzio, da soli. Si adora mettendosi in cammino (i Magi!), mettendosi a tavola, stando in compagnia. Si ascolta Lui, si gusta Lui, si vede Lui nei modi in cui Lui decide di farsi trovare. Si adora perché ci si è incontrati con Lui e lo si è riconosciuto.

·         Come sto ad adorazione?

 

 

3 - È successo anche a….

 

Oscar Romero (1917-1980)

Non era una testa calda, tanto meno un comunista. Lo dicevano i suoi nemici, a cominciare dal dittatore del paese e dai suoi ministri, perché non sapevano spiegarsi le sue mosse. Che sembravano sovversive: elencare durante la messa, con nome e cognome, gli scomparsi; pregare, durante la messa, per gli uccisi. Era invece semplicemente un cristiano-vescovo che viveva quanto diceva a parole: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, dato per voi. Vivere come Gesù. E morire con lui, ucciso sull’altare proprio nell’istante della celebrazione del Calvario e della risurrezione. Chi ha occhi per vedere, qui può vedere un grande segno.

 

Offrire il proprio sangue insieme a Cristo

“In questo Calice il vino diventa sangue che è stato il prezzo della salvezza. Possa questo sacrificio di Cristo darci il coraggio di offrire il nostro corpo ed il nostro sangue per la giustizia e la pace del nostro popolo.Questo momento di preghiera ci trovi saldamente uniti nella fede e nella speranza”.

 

Il 24 marzo 1980 il Vescovo Oscar Romero, proprio nel momento in cui sta elevando il Calice nell’Eucarestia viene assassinato a colpi di fucile perché scomodo ai politici che detenevano il potere in Salvador. Le sue ultime parole sono ancora per la giustizia. Da quel giorno la gente lo chiama, lo prega, lo invoca come San Romero d’America. Sì, la profezia di Romero, il vescovo fatto popolo si è realizzata: “Se mi uccideranno – aveva detto – risorgerò nel popolo salvadoregno”.

 

 

Breve biografia di Oscar Romero

Nasce a Ciudad Barrios di El Salvador il 15 marzo 1917 da una famiglia modesta. Avviato all’età di 12 anni come apprendista presso un falegname, a 13 entrerà nel seminario minore di S. Miguel e poi, nel 1937, nel seminario maggiore di San Salvador, retto dai Gesuiti. All’età di 20 anni fa il suo ingresso all’Università Gregoriana a Roma, dove si licenzierà in teologia nel 1943, un anno dopo essere stato ordinato sacerdote. Rientrato in patria si dedicherà con passione all’attività pastorale come parroco. Diviene presto direttore della rivista ecclesiale “Chaparrastique” e, subito dopo, direttore del seminario interdiocesano di San Salvador. In seguito avrà incarichi importanti come segretario della Conferenza Episcopale dell’America Centrale e di Panama. Il 24 maggio 1967 è nominato Vescovo di Tombee e solo tre anni dopo Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Salvador.

Nel febbraio del ’77 è Vescovo dell’arcidiocesi, proprio quando nel paese infierisce la repressione sociale e politica. Sono, ormai, quotidiani gli omicidi di contadini poveri e oppositori del regime politico, i massacri compiuti da organizzazioni paramilitari di destra, protette e sostenute dal sistema politico. La nomina del nuovo Vescovo non desta preoccupazione: mons. Romero, si sa, è “un uomo di studi”, non impegnato socialmente e politicamente; è un conservatore. Il potere confida in una pastorale “spirituale” e quindi asettica, disincarnata.

Mons. Romero inizia il suo lavoro con passione. Passa poco tempo che le notizie della sua inaspettata attività in favore della giustizia sociale giungono lontano e presto arrivano i primi riconoscimenti ufficiali dall’estero. Mons. Romero li accetta tutti in nome del popolo salvadoregno.

Ma che cosa è accaduto nell’animo del vescovo conservatore?

Di particolare nulla. Solo una grande fede di pastore che non può ignorare i fatti tragici e sanguinosi che interessano la gente. Disse, infatti, Romero: “Nella ricerca della salvezza dobbiamo evitare il dualismo che separa i poteri temporali dalla santificazione”. E ancora: “Essendo nel mondo e perciò per il mondo (una cosa sola con la storia del mondo), la Chiesa svela il lato oscuro del mondo, il suo abisso di male, ciò che fa fallire gli esseri umani, li degrada, ciò che li disumanizza”.

Forse un evento scatenante potrebbe essere stato l’assassinio del gesuita Rutilio Grande da parte dei sicari del regime. Romero apre un’inchiesta sul delitto e ordina la chiusura di scuole e collegi per tre giorni consecutivi. Nei suoi discorsi mette sotto accusa il potere politico e giuridico di El Salvador. Istituisce una commissione permanente in difesa dei diritti umani; le sue omelie, ascoltate da moltissimi parrocchiani e trasmesse dalla radio della diocesi, vengono pubblicate sul giornale “Orientaciòn”.

Servizio Nazionale Pastorale Giovanile

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