Sussidio on-line GMG2005: 19° PASSO“Che oro abbiano per Dio... ...e Dio ci rende...

In un'altra lettera Paolo scrive anche che “Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor. 8,9). Al cospetto di Dio si sconvolgono i nostri concetti di valore. Quando crediamo di regalare, riceviamo. Quando crediamo di perdere, vinciamo.

Sussidio on-line GMG2005: 19° PASSO“Che oro abbiano per Dio… ...e Dio ci rende più preziosi dell’oro”

da GxG Magazine

del 26 luglio 2005

DICIANOVESIMO PASSO

“Che oro abbiano per Dio…ßà ...e Dio ci rende più preziosi dell’oro”

 

1 - Prendi e mangia

 

Succede a tutti i battezzati

Romani 6,3-11.23

 O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.

Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. (…)

Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

 

Lettera ai Romani, Bibbia, Nuovo testamento. Scritta da Paolo, che era a Corinto, durante l’inverno del 57/58.

Noi siamo già morti. E anche sepolti, se siamo stati battezzati.

Morti e sepolti con Cristo. Ma insieme a lui abbiamo incominciato a vivere una nuova vita.

Una vita come la sua.

I tesori di una vita senza Dio marciscono. E non c’è tesoro che possa comperare quello che ci viene regalato: una vita come quella di Dio. Eterna, perché lui è l’eterno.

 

 

2 – Per riflettere

 

In un’altra lettera Paolo scrive anche che “Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor. 8,9). Al cospetto di Dio si sconvolgono i nostri concetti di valore. Quando crediamo di regalare, riceviamo. Quando crediamo di perdere, vinciamo.

·         Quali sono le nostre debolezze che Dio trasforma in oro?

Il battesimo: forse anche a noi è capitato di pensare che sarebbe stato meglio lasciarci crescere e farci decidere da soli se riceverlo o meno.

·         Quali sono i presupposti nascosti di questo modo di vedere il

·         battesimo?

 

3 - È successo anche a….

 

Padre Massimiliano Kolbe (1894-1941)

Di uomini e donne, nel lager, ne morivano tutti i giorni. Se non era oggi, poteva essere domani. Padre Kolbe, offrendosi alla morte al posto di un altro, non sapeva se ne avrebbe allungato la vita per un mese, per un anno, o per decenni. Non sapeva nemmeno se era una brava persona, uno che se lo meritasse. Ma forse, col suo gesto, voleva che ci affacciassimo tutti su un’altra la vita: quella infinita che solo un amore infinito ti spalanca.

 

Annunciare la resurrezione morendo?

“Poi venne quel giorno in cui un detenuto del blocco 14 riuscì a fuggire. Per tre ore tutti i blocchi vennero tenuti sull'attenti. Alle 21, per la misera cena, le file vengono rotte. Il blocco 14 dovette stare immobile mentre il loro cibo veniva versato in un canale.

Il giorno dopo, il blocco rimase tutto il giorno allineato immobile, sulla piazza: guardati, percossi, digiuni, sotto il sole di luglio. Si procedette allora alla decimazione: per il prigioniero fuggito dieci condannati a morte nel bunker della fame. Un condannato, al pensiero della moglie e dei figli, grida. A un tratto l’incredibile: P. Massimiliano esce dalla fila, si offre in cambio di quell'uomo che nemmeno conosce. Lo scambio viene accettato. Il miracolo per intercessione di P. Kolbe, Dio lo compie in quell'istante. Non molti poterono udire. Ma tutti ricordano un particolare... Kolbe uscì dalla fila e si diresse diritto, 'a passo svelto' verso il Lagerfuehrer Fritsch, allibito che un prigioniero osasse tanto.

Per il Lagerfuehrer Fritsch i prigionieri erano solo dei numeri.

P. Kolbe lo costrinse a ricordare che erano uomini, che avevano una identità. 'Che cosa vuole questo sporco polacco?'. 'Sono un sacerdote cattolico. Sono anziano (aveva 47 anni). Voglio prendere il suo posto perché lui ha moglie e figli”

 

 

Breve biografia di Massimiliano Kolbe

Nacque a Zdunska-Wola (Lodz) nella Polonia centrale, l'8 gennaio 1894. La famiglia si trasferì poi a Pabianice, dove egli avvertì un misterioso invito della B. Vergine Maria ad amare generosamente Gesù e sentì i primi segni della vocazione religiosa e sacerdotale. Nel 1907 venne accolto nel Seminario dei Frati Minori Conventuali di Leopoli, dove frequentò gli studi secondari e più chiaramente comprese che per corrispondere alla vocazione divina doveva consacrarsi a Dio nell'Ordine francescano. Il 4 settembre 1910 incominciò il noviziato col nome di fra’ Massimiliano, e il 5 settembre 1911 emise la professione semplice.

Per proseguire la sua formazione religiosa e sacerdotale fu trasferito a Roma, dove dimorò dal 1912 al 1919, presso il 'Collegio Serafico Internazionale' dell'Ordine. Qui fra’ Massimiliano continuò ad assimilare quelle virtù religiose che già lo rivelavano un degno ed esemplare figlio di S. Francesco, e lo preparavano a diventare un autentico sacerdote di Cristo. Emise la professione solenne il 1° novembre 1914 col nome di Massimiliano Maria. Conseguì nel 1915 la laurea in filosofia, e nel 1919 quella in teologia. Ordinato sacerdote il 28 aprile 1918 celebrava la Prima Messa nel giorno successivo nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, all'altare che ricorda l'Apparizione della Vergine Immacolata ad Alfonso Ratisbonne.

Arrestato il 17 febbraio 1941, P. Massimiliano fu rinchiuso nel carcere di Pawiak dove subì le prime torture dalle guardie naziste; e il 28 maggio fu trasferito al campo di concentramento di Auschwitz. La presenza del P. Kolbe nei vari blocchi del campo della morte fu quella del sacerdote testimone della fede, pronto a dare la vita per gli altri, quella del religioso francescano testimone evangelico di carità e messaggero di pace e di bene per i fratelli, quella del cavaliere di Maria Immacolata, che all'amore della Madre divina affida tutti gli uomini. Era pronto al dono supremo e lo compì con estremo slancio di amore quando liberamente si offrì di prendere il posto di un fratello prigioniero condannato insieme ad altri nove per ingiusta rappresaglia, a morire di fame. Nel bunker della morte il P. Massimiliano fece risuonare con la preghiera il canto della vita redenta che non muore, il canto dell'amore che è l'unica forza creatrice, il canto della vittoria promessa alla fede in Cristo. Il 14 agosto 1941, vigilia della festa della Assunzione di Maria SS., la ferocia inumana e anticristiana stroncò la sua esistenza terrena con una iniezione di acido fenico.

Il 10 ottobre 1982 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo proclama Santo e Martire.

Servizio Nazionale Pastorale Giovanile

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