'Un mondo con meno amicizia'Allarme da Londra: sempre più soli!Chi trova un amico, afferma il noto proverbio, trova un tesoro. Ma è una fortuna che capita sempre più di rado. L'aumento delle ore lavorative in una società iper-competitiva e l'avvento di Internet come compagno inseparabile del tempo libero hanno creato una generazione di giovani uomini quasi privi di autentici amici
del 24 ottobre 2006
LONDRA - Chi trova un amico, afferma il noto proverbio, trova un tesoro. Ma è una fortuna che capita sempre più di rado. L'aumento delle ore lavorative in una società iper-competitiva e l'avvento di Internet come compagno inseparabile del tempo libero hanno creato una generazione di giovani uomini quasi privi di autentici amici, rivela un'indagine pubblicata dal Sunday Times di Londra. Vent'anni or sono, un rapporto sull'amicizia rivelò che gli uomini avevano una media di quasi quattro amici ciascuno (3,5 per l'esattezza). Oggi un sociologo della Duke University ha rifatto lo stesso sondaggio e ha scoperto che la media è scesa a due amici ai quali ogni uomo sente di poter confidare qualunque segreto. Significa che tra il 1986 e il 2006 gli amici 'veri', quelli su cui si può contare e a cui si può dire tutto, si sono quasi dimezzati; e un quarto degli interpellati confessano sconsolatamente di non avere più nemmeno un amico degno di questo nome. Lo studio registra un numero di strette amicizie leggermente superiore fra le donne, ma anche per loro la tendenza appare al ribasso.
Le fasce d'età più prive di amici sono quella tra i venticinque e i trentacinque anni, in cui uomini e donne si concentrano sulla carriera e sulla famiglia da formare, perdendo gradualmente contatto con i compagni di scuola e d'università, ovvero con i grandi amici della gioventù; e quella dei pensionati che vivono a lungo, i cui amici di una vita scompaiono poco per volta lasciandoli soli.
Il vuoto lasciato dagli amici, indica la ricerca, viene in parte rimpiazzato da una moltitudine di rapporti 'semi distaccati' con colleghi di lavoro e genitori di bambini che vanno alla stessa scuola dei propri figli; oltre che dalle 'chat room' e dai 'forum' su Internet. Ma, riconoscono tutti, non è la stessa cosa dell'amico del cuore con cui si andava al pub o al bar, facendo tardi parlando di sport, politica, fatti personali.
Il numero delle 'conoscenze' è alto: ognuno di noi ha rapporti di qualche tipo con settecentocinquanta persone. Nella stragrande maggioranza dei casi, tuttavia, queste non superano il 'test della fiducia', l'elemento che distingue un'amicizia sincera da una conoscenza occasionale priva di valori e sentimenti. Vent'anni fa, la maggior parte degli interpellati diceva che la persona al mondo di cui si fidava di più era un amico, o un'amica se la domanda era posta a una donna. Oggi la maggioranza ripone più fiducia nel coniuge, forse anche perché non ha altre persone vicine con cui intrattiene rapporti profondi. 'E' diventato difficile per un uomo avere buoni amici', conferma al Sunday Times Simon Kassander, un attore 27enne. 'Io sono molto socievole, vado fuori un sacco, vedo tanta gente, ma mi accorgo che sono passati almeno sei mesi dall'ultima volta che ho passato una sera con un vero amico. Facciamo tutti vite sempre più indaffarate, e tra lavoro, amore, famiglia, la prima cosa che tagliamo è l'amicizia. Col risultato, quando hai bisogno, di ritrovarci soli. Dopo l'università, del resto, è difficile fare nuovi amici. Negli ultimi quattro anni ho conosciuto un solo nuovo amico, e la ritengo già una fortuna'. Concorda Amy Jenkins, produttrice televisiva, 35 anni, marito, due figli: 'Quando metti su famiglia, rinunci quasi senza accorgertene a coltivare le amicizie. Molte delle mie serate fra amiche di una volta vertevano su come trovare l'uomo giusto, ma adesso siamo tutte mogli e madri, e a quanto pare non abbiamo più molto di cui parlare'.
Enrico Franceschini
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