'Cosa fai quando vai in crisi? Non dirmi che basta la preghiera per venirne fuori!'. È vero, non basta la preghiera, come se Dio dovesse intervenire immediatamente come 'pronto soccorso' per rispondere alle nostre richieste... Crisi ne abbiamo tutti, soprattutto lavorando con i giovani...
del 15 luglio 2006
'Tu non sei mai andato in crisi?'. La domanda mi è stata rivolta quasi improvvisa. Forse ero apparso troppo sicuro di me e delle cose dette o, forse, chi me la rivolgeva, voleva sapere come uscire da una sua crisi. Ho risposto con sincerità di sì, che le crisi colpiscono anche i 'forti', ammesso che esistano persone, che non conoscono dubbi o incertezze. È difficile calcolare quanti educatori e insegnanti oggi non siano in crisi di fronte alle difficoltà che sono esplose nel mondo dei ragazzi e dei giovani, e non solo di quelli che sono messi al margine nell'età in cui avrebbero più bisogno di gente che creda in loro.
 
'E cosa fai quando vai in crisi? Non dirmi che basta la preghiera per venirne fuori!'. È vero, non basta la preghiera, come se Dio dovesse intervenire immediatamente come 'pronto soccorso' per rispondere alle nostre richieste: illuminarci nel momento delle tenebre, sostenerci nelle prove che piombano addosso senza preavviso! Certamente Lui risponde, non sempre ce ne accorgiamo, anche attraverso le persone con le quali condividiamo i nostri smarrimenti, le nostre incertezze sul 'da fare': parlarne, sgonfia le situazioni, le alleggerisce, ci fa rendere conto che le nostre difficoltà sono le stesse dell'amico o dell'amica, a cui abbiamo confidato il problema...
 
Si esce dalla crisi, pregando, certo, ma anche avendo accanto amicizie fraterne, solide. La fatica è talvolta ardua, occorre vincere la paura di esporsi, di raccontare fatti della propria vita; ma affrontare la crisi da soli ci mette a rischio di commettere errori, che danneggiano noi e i nostri ragazzi. Più i casi sono difficili, più si richiede di lavorare uniti, insieme. Questo avviene con successo in una scuola, dove gli insegnanti hanno imparato a lavorare in équipe; in una famiglia, dove papà e mamma dialogano e si interrogano sulle loro certezze, pronti a confrontarsi con altre coppie. Quando il problema sembra insuperabile, la forza degli altri ce lo rende più abbordabile...
 
Un giorno, mentre ero in una giornata nera di depressione, è entrata da me una giovane donna, che non conoscevo. Dopo poche parole di cortesia, mi ha manifestato il suo 'male di vivere', uno dei disagi più gravi del nostro mondo occidentale: il disturbo dell'alimentazione chiamato bulimia. Mentre cercavo di motivare lei alla speranza, mi accorgevo che stavo dando risposta anche ai miei problemi!
 
Quando ho avuto la mia prima grande delusione di giovane educatore, per uno dei miei ragazzi finiti in carcere, mi è bastato parlare con i miei amici educatori per risollevarmi dal pessimismo e inquadrare il fatto nelle giuste dimensioni. Crisi ne abbiamo tutti, soprattutto lavorando con i giovani. L'importante è non affrontarle da soli.
 
 
Fonte: ll Resegone di Lecco
 
don Vittorio Chiari
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