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Tutti a Loreto

Invito a tutti i giovani a partecipare all'incontro col Papa a Loreto. «La vita è la cosa più bella che abbiamo, la vita è la nostra possibilità di esserci, di esistere, di gioire, di vedere, di godere dell'amicizia, di cantare, saltare, correre, sperare, sorridere e lottare. Al di sopra di tutto, per te sono disposto a dare la mia vita...».


Tutti a Loreto

da Teologo Borèl

del 03 agosto 2007

A Loreto per contemplare Ges√π, che ci continua a scegliere

(Gv 15, 9-17)

 

Invito a tutti i giovani a partecipare all’incontro col Papa a Loreto

 

 

9 Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10 Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11 Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

 

 

 

Nella vita è importante sentirsi di qualcuno, credere che ci sia qualcuno che ti vuol bene. E’ importante per un bambino che ancora non ragiona e non sa usare l’intelligenza. Sentirsi di qualcuno non è una percezione dell’intelligenza, ma della vita, è un sentimento, è una sensazione, è un clima, una esperienza che senti dentro, che nessuno ti può dire a parole per ingannarti. E tanti bambini tornano a parlare, a smettere di essere balbuzienti, a camminare, a dormire, a sorridere, a crescere, solo perché si sentono di qualcuno.

Gesù è così per noi. Noi dobbiamo avere questa consapevolezza, questa sicurezza, questa verità che ci qualifica come uomini e come cristiani. Quando ti svegli al mattino, quando riesci a rientrare in te stesso per quelle fessure che ti vengono lasciate nella vita, quando ti senti solo, sappi che Questa verità ti deve possedere completamente.

Gesù ha convogliato sulla nostra vita tutto l’amore che Dio ha per Lui. Utilizzando il linguaggio religioso del suo popolo, Gesù dice “comandamento”. La parola comandamento per Lui non è legge, non è precetto, non è qualcosa di scritto che ti lega, non è raccomandazione petulante, diritto esigito, tanto meno legame o conto da pagare, ricatto o condizione, è solo amore. Non è nemmeno un lucchetto per quanto romantico sia, è solo amore.

A Gesù tornano in mente i sogni che la Trinità si era coltivata da sempre per gli uomini, rivive la passione profonda di Dio che con ansia sta a vedere se gli uomini sono capaci di usare la loro libertà per amare, vive nella sua vita la tensione del ricupero della bontà dell’uomo, non calcola che cosa gli costa, vuole solo mettersi a disposizione, vuole solo manifestarsi e mettere in atto amore. E l’amore allora assume tutti i connotati del dono a prezzo della vita. Non c’è amore più grande di chi sa dare la vita.

La vita è la cosa più bella che abbiamo, la vita è la nostra possibilità di esserci, di esistere, di gioire, di vedere, di godere dell’amicizia, di cantare, saltare, correre, sperare, sorridere e lottare. Al di sopra di tutto, per te sono disposto a dare la mia vita, a perderla, a rischiare di rimanerne senza, perché la voglio vedere piena in te, la voglio passare a te, voglio che sia tu a goderla. Non ti offro solo qualche pezzo per un trapianto, non ti lascio i miei ricordi, le cose più belle che hanno fatto felice me, ma ti metto a disposizione la mia vita perché la tua sia piena.

Servo per me non lo sei mai stato, schiavo di qualcosa, ma non di me, servo delle tue passioni o dei tuoi desideri insani forse lo sei stato, ma con me c’è solo libertà, c’è voglia e possibilità di realizzare i tuoi sogni, di volare con le tue musiche.

Purtroppo ti lasci ingannare e finisci per servire, per farti tanti padroni cui devi e da cui non ricevi. Spesso perdi la stima anche di te, perché qualcuno te l’ha tolta. Molte volte sei schiavo dello sballo o della immagine. Non sei più te stesso. Hai dentro un mistero e lo scambi per una oscurità. Io ti do la libertà di spaziare nella vita.

Tu sei mio amico, io ti ho scelto, tu ancora non riuscivi a farti di te una idea e io già ti amavo, così come sei. Ti ho sognato quando ho creato l’uomo e la donna, ti ho seguito con ansia quando i tuoi progenitori hanno rovinato l’armonia che avevo creato anche per te. Ti ho visto appostato come Caino, ti ho valutato quando coi tuoi fratelli aspettavi il sognatore Giuseppe per venderlo, ti ho visto prendere in giro tuo padre Noè, mi sono sostituito a te quando tuo padre ti portava a sacrificare sul monte.

La tua vita è scritta sul palmo delle mie mani. Contempliamo questa tenerezza di Gesù nella nostra vita, e per la vita di ogni giovane, lontano o vicino che sia dalla vita cristiana.

 

(Dal salmo 139)

Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,

mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie;

la mia parola non è ancora sulla lingua

e tu, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi

e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza,

troppo alta, e io non la comprendo.

Sei tu che hai creato le mie viscere

e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;

sono stupende le tue opere,

tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa

quando venivo formato nel segreto,

intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi

e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati,

quando ancora non ne esisteva uno.

Quanto profondi per me i tuoi pensieri,

quanto grande il loro numero, o Dio;

se li conto sono pi√π della sabbia,

se li credo finiti, con te sono ancora.

 

Ti ho seguito nei tuoi percorsi, ti ho visto con i tuoi amici, ti ho pedinato nelle tue ricerche di distrazione, di placebo, di amore, di posti per stare lontano da tutti. Ti ho scrutato i pensieri, ho visto che cosa hai dentro, proprio per quello che sei io ti ho scelto.

Io mi sono sbilanciato per te. Voglio rischiare di fallire, non m’importa quanto mi costi. Ti voglio capace dell’impossibile.

 

E io ti scelgo

Ti ho letto nel cuore le fatiche a fidarti di me, le paure a mostrarti mio amico; ho visto il guizzo dei tuoi occhi quando hai incontrato possibilità di amare, ho visto anche come hai sciupato l’intensità del dono sincero. Mi sono rispecchiato nella tua voglia di amare anche se poi ho registrato la tua pigrizia.

 

Ma io ti scelgo

Ho abitato le tue paranoie con i tuoi amici, a sera in attesa di qualcosa o qualcuno che non arrivava mai, la tua sete che tentavi di far passare con la birra, la tua noia e le tue fughe

 

Eppure ti scelgo

Ho visto le tue preoccupazioni con il tuo corpo, non ti senti mai in forma, non ti piaci oppure ti piaci troppo e credi di essere il padrone della tua vita, tanto che la butti, ti ho fermato il piede che pigiavi senza senno sull’acceleratore.

 

Ancora ti scelgo

Lungo la storia di questi secoli mi sono scelto un popolo e tante volte mi ha abbandonato, per cercare pozzanghere anziché sorgenti; ho trovato bellissima e purissima Maria. Lei mi ha riempito il cuore, mi ha dato il massimo di disponibilità che era concesso a una creatura, mi ha permesso di ricreare il mondo dall’interno. Con il suo sì mi ha ripagato di tanti tradimenti, di infinite fughe.

Lei aveva capito quel che cercavo, ha accelerato le mie decisioni per il regno, è lei che mi ha guidato a leggere nei sogni di due sposi la voglia di vita piena a Cana di Galilea e mi ha dolcemente costretto ad essere sempre per ogni coppia che si dichiara amore il vino della festa.

Se ti può sembrare difficile confidarti e affidarti a me, passa da lei, te l’ho lasciata come madre ai piedi del mio supplizio di croce per evitare a te ogni resa dei conti col male.

Lei aveva letto in profondità il senso che stavo imprimendo alla storia, sapeva che rovesciavo i potenti, che era mia intenzione innalzare gli umili, mandare i ricchi a mani vuote, disperdere le figure losche, far zittire i saccenti, far ricredere gli autosufficienti, prestare soccorso a tutti.

Nell’umile casa di Loreto icona della vecchia casa della mia fanciullezza di Nazaret, potrai tendere lo spirito e percepire i miei entusiasmi di ragazzo, la mia gioia nel cercare di intercettare i sogni del Padre mio, la mia voglia di vivere, di fare della mia umanità il modello che Dio Padre aveva sempre pensato per l’uomo. Lì ho vissuto come te l’amicizia, il confronto, lì ho imparato ad ascoltare la Parola, che fin dall’eternità doveva essere scritta nella carne mia e di tutti i nuovi uomini che sarebbero nati dal sangue versato sulla croce.

Sei troppo importante per la vita del mondo, io colloco nei giovani tutta la saggezza che gli uomini hanno accumulato nella loro lunga storia, tutte gli aneliti verso un mondo giusto, tutti i pensieri di pace, maturati anche dopo lunghe inutili guerre.

Avete frutti da portare, le energie che avete in corpo possono produrre pace, un mondo pi√π bello, una vita vera e piena.

Il vostro padre Abramo mi ha fatto promettere che me ne basterebbero dieci di voi per salvare tutto il mondo, ci state?

A Loreto con il papa potrai rivivere questi sentimenti, risentirti chiamato a amato, scelto e atteso da Ges√π.

mons. Domenico Sigalini

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