Il litigio è un segnale. E' più assimilabile a una malattia che a una ferita. Il violento, l'iracondo è febbricitante, è impaurito dentro di sé. È spaventato. L'ambizione lo sta distruggendo. Si sente vulnerabile e per questo colpisce. È depresso e la frustrazione lo segue come un'ombra. Diventa nevrotico. Tutto dà i nervi. Cosa c'è sotto la cenere?
Carissimo,
non ti sei mai chiesto perché abbiamo le unghie, perché le dita si raggomitolano improvvisamente a pugno.
Perché quando si litiga le parole agonizzano e invocano la morte..."ti ammazzo", "ti faccio secco"! Non rispondo a tono. Troppo semplice costatare come la litigiosità, sia un virus che sta intaccando tutti: amicizie, parentele, interessi, il mondo dello spettacolo, dello sport. A raffica partono denunce, si aprono processi. Ti faccio una contro domanda:
Quando ti capita di litigare, di esplodere, di collassarti, fino a perdere la testa?
Te lo dico io.
Il litigio è un segnale.È più assimilabile a una malattia che a una ferita.
Una malattia preoccupa molto di più di un graffio di un manrovescio.
Il violento, l'iracondo è febbricitante, è impaurito dentro di sè. È spaventato. L'ambizione lo sta distruggendo. Si sente vulnerabile e per questo colpisce. È depresso e la frustrazione lo segue come un'ombra. Diventa nevrotico. Tutto dà i nervi.
Cosa c'è sotto la cenere?
Come giustifichi una tempesta se non con un'affettività scomposta, a pezzi, un fallimento esistenziale. Non c'è via d'uscita, non vai da nessuna parte se a guidarti è l'istinto.
Se sei infelice trasmetti inquietudine. Prova un giorno solo a vivere allo stato puro con la luce negli occhi, il sorriso sul volto, diventi contagioso, aggregante, simpatico.
Non mendicare compassione e comprensione. Una volta tanto apri la mano per dare, aiutare. Non è un trucco essere solidali, è santa astuzia offrire gratuità, crea benessere alla psiche e da ossigeno alla vita.
Quando ti senti negativo, triste, ricorda questa regola dettata del buon senso: attorno a te non ci sono nemici, c'è sempre qualcuno che ti vuol bene, devi solo aprire gli occhi e vederlo. L'ira ti acceca.
Ogni tanto serve sfogarti. Cerca una spalla su cui appoggiare i tuoi umori.
Vincere un giorno di rabbia può salvarti cento giorni di dolore (è proverbio cinese). Sii paziente, non cedere alle provocazioni conta fino al dieci e magari fino a cento. Dà filo al tuo aquilone, volerà molto più in alto.
Carlo Terraneo
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