Una settimana da Dio

Vivi da Dio!!!Alla fine di una giornataccia, Bruce Nolan se la prende con Dio schernendo la sua Provvidenza e, in pratica, bestemmiandolo. Perché bestemmiare non vuol dire solo insultare Dio, ma negargli le prerogative necessarie: bontà, paternità, misericordia...

Una settimana da Dio

da Quaderni Cannibali

del 12 ottobre 2003

         Vivi da Dio!!!

Alla fine di una giornataccia, Bruce Nolan se la prende con Dio schernendo la sua Provvidenza e, in pratica, bestemmiandolo. Perché bestemmiare non vuol dire solo insultare Dio, ma negargli le prerogative necessarie: bontà, paternità, misericordia...

Dio lo prende in parola e gli lancia una sfida, gli si fa incontrare e gli propone di sostituirlo. Da quel momento potrà fare tutto quello che vuole con due soli limiti: Il rispetto della libertà dell’uomo e occultare la propria identità, altrimenti toglierebbe agli uomini la fede che è la discriminante fondamentale tra chi sta con Dio e chi lo rifiuta.

La cosa sembra eccitante all’inizio, perché Nolan, come tutti noi, pensa che l’Onnipotenza voglia dire solo capricciosità; ma subito cominciano i guai.

Stufo delle troppe preghiere, sempre più insistenti, decide di esaudire tutti, così fa vincere la lotteria a un numero spropositato di persone e per ciò stesso nessuno vince, perché la cifra spartita risulta irrisoria, e così nasce la rivoluzione… Un altro sfizio è riuscire a sedurre un’attrice belloccia così perde la moglie che si sente tradita…e avanti così fino a stancarsi.

In maniera scanzonata e comica il regista vuol insinuare l’idea che la Provvidenza non vuol dire sempre e solo la possibilità di accontentare tutti, ma la sua Bontà oltre a trovare un ostacolo nel libero arbitrio dell’uomo che è anche rispettosa delle sue risorse che sono la scintilla di Dio che c’è in ogni creatura il cui sviluppo costituisce la nostra originalità, il nostro compito nella vita.

       

La croce allora diventa il non dispetto di Dio ma risorsa se riusciamo a scoprire quella scintilla di Dio che c’è in ognuno di noi. E questa la strada per diventare felici, per diventare Dio. Questa è praticamente la conclusione.

Il 1° tempo risulta essere esilarante. I contorcimenti e le trovate di Carrey fanno ridere i ragazzi più sempliciotti che le trovano spassose e divertenti.

Il 2° invece entra nel cuore della tesi e qualche battuta può risultare un po’moralistica, stucchevole anche perché presi dall’onda della superficialità cui sono stati introdotti dalle trovate strepitose e da un clima di frivolezza che nell’intenzione del regista –penso- avrebbe dovuto rendere goliardica la tesi.

In verità qualche scadimento patetico e americaneggiante c’è.

In internet più dell’80% dei commentatori ha dato il massimo dei voti. Tolto il 10% che di solito dice contro a tutto per affermare se stesso, l’altro 10 ha rilevato come difetto l’espressione della tesi stessa, che in un impianto di generale comicità non sono riusciti a capire cosa ci stava a fare.

Ma nel complesso il film è piacevole, vivace e ben adatto ad un pubblico giovane.

  

Riccardo Michielan

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