WIKI. Utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva».

Il lettore immagini di navigare in internet e di far ricorso a un'enciclopedia «aperta», a cui in ogni momento persone interessate (anche uno dei suoi utenti) aggiungono voci, spiegazioni, documenti, collegamenti, e i cui contenuti possono essere distribuiti liberamente o tradotti senza vincolo di diritto d'autore. In tal modo il nostro lettore avrebbe una prima idea di cosa sia un wiki e, in particolare, Wikipedia, il wiki più noto della Rete. Esso è alimentato da un'utopia: la democrazia assoluta del sapere e una collaborazione di molte intelligenze capace di dar vita a una sorta di «intelligenza collettiva». Questa utopia ha nell'inaffidabilità e nel relativismo il suo tallone di Achille.

WIKI. Utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva».

da Quaderni Cannibali

del 27 luglio 2005

 

Dal 4 all’8 agosto prossimi si terrà a Francoforte sul Meno, il primo grande incontro internazionale delle persone coinvolte in prima linea nello sviluppo di programmi e progetti wiki. Ma cosa sono i wiki? Il lettore di queste righe avrà certamente sfogliato qualche volta un’enciclopedia alla ricerca della spiegazione di un termine o nel desiderio di approfondire il significato di un concetto. Egli ha fatto ricorso a questo importante strumento culturale perché sa che esso contiene voci sintetiche ma attendibili, scritte da esperti. Sa inoltre che in tali volumi egli troverà ciò che cerca. Quella che una volta era solamente una serie di tomi rilegati e pesanti, oggi è anche contenuta all’interno di uno o più cd-rom, oppure è consultabile a pagamento via internet: dalla gloriosa Encyclopædia Britannica alla francese Encyclopædia Universalis (1). Pur cambiando le modalità pratiche, il senso della consultazione è il medesimo di quella pubblicata in volumi.

Adesso il lettore immagini di navigare in Rete e di far ricorso a una enciclopedia «aperta», a cui in ogni momento persone interessate (anche uno dei suoi utenti) aggiungono voci, spiegazioni, documenti, collegamenti, e i cui contenuti possono essere distribuiti liberamente o tradotti senza vincolo di diritto d’autore. In tal modo il lettore avrebbe una prima idea di che cosa sia un wiki (2). Il sito internet della Treccani, pur non mettendo a disposizione i suoi contenuti in Rete, offre una scelta di sei grandi enciclopedie on line  (3) Tra queste appare Wikipedia, la quale viene così descritta: «Wikipedia è un’enciclopedia on-line, multilingue, a contenuto aperto […]. Tutti i testi possono essere liberamente modificati, distribuiti e venduti. Wikipedia ha consistenza diversa in relazione alle diverse lingue nelle quali è disponibile e si incrementa costantemente. In ragione della sua struttura — che permette, a chiunque sia connesso a internet e possieda un browser web, di modificare il contenuto delle sue pagine — gli stessi responsabili di Wikipedia dichiarano esplicitamente di non offrire garanzie sulla validità dei contenuti». Partiamo dalla descrizione di questo caso concreto, il più noto del resto, per descrivere i wiki.

 

Wikipedia

Il wiki più noto della Rete è proprio Wikipedia, fondata nel gennaio del 2001 sulla base di un progetto precedente, Nupedia. Inizialmente l’idea era di costruire un’enciclopedia tradizionale on line con contenuti scritti da redattori e sottoposti a revisione, ma aperti al libero accesso. Fu l’intervento di un programmatore, Ben Kovitz, a collegare questa idea alla tecnologia wiki. L’idea si rivelò vincente. La differenza tra Nupedia e Wikipedia è fondamentalmente una sola: la prima è «chiusa», la seconda è «aperta», e al suo sviluppo può collaborare chiunque. Attualmente essa viene gestita da utenti volontari ed è autofinanziata tramite sottoscrizioni e donazioni. Il progetto fa capo a una organizzazione senza fini di lucro, la Wikimedia Foundation Inc., dedicata a incoraggiare la crescita, lo sviluppo e la distribuzione gratuita di contenuti liberi in progetti basati sulla tecnologia wiki. Jimbo Wales, fondatore di Wikipedia e responsabile di Wikimedia ha scritto: «La nostra missione è di mettere a disposizione liberamente una summa della conoscenza mondiale ad ogni singola persona sul pianeta in una lingua a sua scelta, usando una licenza libera, in modo che possa modificarla, adattarla, riusarla o ridistribuirla a piacimento. E quando dico “ogni singola persona sul pianeta” intendo proprio questo; dobbiamo ricordarci che buona parte del nostro pubblico potenziale non può ancora accedere a internet in maniera affidabile o non può accedervi per nulla» (4).

Tramite un portale comune è possibile accedere alle varie versioni linguistiche (5). In ordine di ampiezza, le maggiori sono quelle in inglese (attualmente circa 630.000 voci), tedesco, giapponese, francese, svedese, polacco e olandese. L’edizione italiana conta oltre 50.000 voci. Ma esistono anche 90 versioni minori in lingue poco diffuse e dialetti, anche se complessivamente sono 200 le lingue rappresentate, almeno con una pagina, nel progetto generale. Presa nel suo complesso, Wikipedia dunque è un’enciclopedia che attualmente contiene oltre 2.000.000 voci in oltre 200 lingue (6), incluso il latino.

Per consultare Wikipedia è possibile scegliere un argomento tra quelli proposti nella pagina iniziale, oppure ricercare una singola parola. In quest’ultimo caso occorre digitare la parola chiave nella casella di immissione testo e azionare il pulsante vai. Se la parola chiave coincide con un articolo già scritto sarà subito richiamato; se invece la parola è contenuta in articoli esistenti, questi possono essere individuati cliccando sul pulsante cerca. Se una voce non esiste ancora l’utente può aggiungere l’argomento nella pagina degli articoli che si desidera vengano scritti.

 

Un’enciclopedia libera e aperta

Ma ecco la grande differenza rispetto alle enciclopedie tradizionali: se si trova nella consultazione un problema come un errore di ortografia, o una frase poco chiara, è possibile selezionare la voce, migliorandola, agendo sul link «Modifica» in cima a ciascuna pagina. Non c’è bisogno di un particolare privilegio di accesso. È possibile, ovviamente, anche iniziare un nuovo articolo o trovarne uno esistente e aggiungervi un intero nuovo capitolo, come anche intervenire sullo stile di compilazione di una voce(7). Ciò che il progetto richiede come regola inderogabile, oltre alla correttezza formale e contenutistica dei contenuti inseriti, è di assumere una visione neutrale sugli argomenti trattati: essi non devono essere di parte, ma esprimere un punto di vista il più possibile univoco, oppure i diversi punti di vista di cui si è a conoscenza rispetto all’argomento trattato; il tutto con garbo e distacco. Wikipedia non intende assumere alcuna posizione, né di condivisione, né di rigetto di alcuna interpretazione dei fatti che descrive, in modo che i concetti risultanti possano essere assunti da tutti i lettori come base condivisibile di riflessione, come comune e affidabile spunto di conoscenza.

Visto che i curatori delle voci collaborano secondo i loro interessi, non dovrebbe esistere un approccio ideologico, ma esiste invece una grande disparità nel modo e nella misura in cui gli argomenti vengono trattati. A una voce minore e particolare potrebbe essere riservato uno spazio più ampio rispetto a quello occupato da una voce di rilevanza maggiore e più universale. D’altra parte, in tal modo, Wikipedia tratta in maniera qualitativamente importante argomenti a cui altre enciclopedie dedicano poco spazio. Obiettivo di Wikipedia è anche quello di raccogliere il sapere che rischia di perdersi, come, ad esempio, la cultura contadina e rurale, e tutti quegli argomenti tramandati personalmente per esperienza quali l’artigianato e le arti applicate.

Gli articoli sono pubblicati in forma anonima e non possono essere testi coperti da diritto d’autore o, se lo sono, devono essere pubblicati con regolare autorizzazione. Tutti i testi immessi devono essere rilasciati in accordo con la GNU Free Documentation License (GFDL)(8), che assicura la libera distribuzione di Wikipedia: se così non fosse il progetto stesso verrebbe snaturato. La GFDL è una licenza libera che consente a chiunque di copiare il contenuto anche integralmente, e di modificarlo, a patto che venga mantenuto il nome dell’autore (non lo è nel caso di Wikipedia), e la versione modificata (o semplicemente tradotta in altra lingua) venga distribuita a sua volta sotto la stessa licenza libera. In tal modo nessuno potrà appropriarsene per scopi commerciali(9). L’aspetto più interessante di questa licenza è quella di permettere la collaborazione di più autori a un unico progetto. È dunque l’ideale forma di licenza in contesti nei quali la collaborazione è un elemento decisivo.

Per realizzare il suo obiettivo la Wikimedia Foundation, oltre a Wikipedia, cura altri progetti in rete: Wikizionario, un dizionario multilingue; Wikibooks, una collezione di libri dal contenuto libero; Wikiquote, una raccolta di citazioni famose; Wikisource, una raccolta di materiale vario e documenti di pubblico dominio; Wikispecies, un indice aperto e libero di tutte le specie viventi; Wikinews, vera e propria agenzia di notizie a contenuto libero; e Wikimedia Commons, un archivio unico per immagini, musica, clip musicali, testi e audiolibri, utilizzati nelle pagine di qualsiasi Wikipedia Project(10). In realtà sono attivi molti altri progetti linguisticamente localizzati, all’interno delle singole enciclopedie. Ad esempio, un gruppo di wikipediani (così, a volte, si definiscono i curatori di Wikipedia) interessati alla letteratura ha varato il «Progetto Letteratura» all’interno della Wikipedia in italiano al fine di organizzare il copioso materiale riguardante l’intero settore della letteratura e della linguistica attualmente in essa presente(11).

 

Le caratteristiche dei wiki e le loro applicazioni

Il wiki, secondo la definizione di Wikipedia, è «un sito web (o altrimenti una collezione di documenti ipertestuali) che permette agli utilizzatori di aggiungere contenuti, come in un forum, ma a qualsiasi utilizzatore anche di modificare i contenuti esistenti». Dopo aver descritto in maniera essenziale Wikipedia, il wiki per eccellenza, la definizione può essere — lo speriamo — abbastanza comprensibile. Oltre a Wikipedia, esistono più di mille comunità wiki pubbliche in Rete e dedicate agli argomenti più vari, che si possono ricercare tramite il Wiki Nodes Network(12). Tuttavia qui abbiamo preferito soffermarci su un esempio particolare ma esemplare e rappresentativo. Le caratteristiche salienti di Wikipedia sono infatti, per lo più, quelle proprie dei wiki in generale.

Il wiki è una delle forme più evolute di internet. Infatti, mentre i siti aziendali o personali hanno una fondamentale natura di comunicazione tra un mittente e gli altri (cioè i suoi fruitori o lettori) i wiki fanno di ogni utente un possibile collaboratore di un ampio progetto. Infatti il fruitore non è attivo soltanto perché, come, ad esempio, nei blog o nei forum(13), reagisce a un contenuto immesso da altri, ma perché può collaborare pariteticamente a un progetto con e come chiunque altro(14).

Ciò che dunque identifica, al di là di ogni altro aspetto, Wikipedia è la sua natura di progetto totalmente decentralizzato e a base democratica(15). Questa è la natura propria di ogni wiki. Esso infatti è un sistema di co-publishing, cioè uno spazio collaborativo di pubblicazione. Consente a un gruppo di lavoro di collaborare su un progetto, gestendo in comune risorse, documentazione e riferimenti. Non esiste un «centro» o un «redattore capo» come in una rivista (cartacea o digitale), ma esiste una comunità che collabora al progetto. Quali la novità e il vantaggio di questa dimensione collaborativa? Non si tratta di una particolarità di tipo tecnologico, ma intellettuale: chiunque può diffondere quel che sa, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e competenze. Così il progetto è, come si suol dire, bottom-up, cioè si sviluppa dal basso in alto: tanti piccoli contenuti vanno ad aggiungersi a un progetto generale ampio che cresce, potremmo dire, in maniera biologica.

Risulta evidente che i wiki non appaiono utili in ambienti troppo gerarchizzati, mentre lo sono in comunità di studio o professionali composte di collaboratori che lavorano pariteticamente a uno stesso progetto. I campi di applicazione sono numerosi: documentazione di progetti collaborativi; banche dati di conoscenze (le cosiddette knowledge base) d’impresa che permettono di condividere queste conoscenze e di comunicarle in seno all’impresa stessa; enciclopedie generaliste o settoriali; wiki personali utilizzati come strumento di produttività e di gestione dell’informazione (una sorta di block-notes evoluto); traduzione di libri di dominio pubblico; wiki comunitari, che raccolgono persone attorno a un argomento per incontrarsi e condividere conoscenza. Quest’ultima tipologia di applicazione, in particolare, costituisce una forma molto utile di scambio per gruppi di interesse.

 

I limiti del sistema «wiki»

Gli aspetti positivi e innovativi dei wiki diventano anche i pesanti limiti di questo sistema. La caratteristica essenziale dei wiki, infatti, è l’apertura completa alla collaborazione, ma ciò significa, d’altra parte, che non esiste alcuna reale garanzia di validità e accuratezza dei contenuti immessi. Così, proprio perché aperta al contributo di tutti, anche l’enciclopedia Wikipedia non può offrire tale sicurezza. Se riviste del prestigio di Science hanno citato articoli apparsi sulle sue «pagine» e vari test ne hanno verificato accuratezza e comprensibilità, è vero che i suoi articoli possono fornire, almeno teoricamente, informazioni errate. Questo ci fa capire che Wikipedia non può essere considerata come una tra le tante enciclopedie tradizionali, perché essa non è garantita da nessun Comitato scientifico che possa darle autorevolezza.

Il sistema wiki, in realtà, è stato ideato in modo da avere correttivi interni. I wiki infatti forniscono la possibilità di rintracciare lo stato di un articolo, di rivedere i singoli cambiamenti e di discutere i temi, dunque funzionano come software sociali, facilitando la comunicazione e la collaborazione con altri utenti, valorizzando i membri produttivi e cooperativi della comunità, permettendo così ai contenuti di qualità di emergere(16). Ward Cunningham, l’ideatore dei wiki, nel suo sito(17) nota che il sistema, proprio perché fortemente collaborativo, stimola un forte senso di responsabilità. Poi, visto che il wiki non funziona in tempo reale, chi scrive deve attendere del tempo prima di procedere a modifiche, e ciò richiede attenzione e cura. Queste risposte non servono a fugare il rischio di inaffidabilità. Del resto, la transitorietà, il carattere precario e mutevole, l’associazione libera e, a volte, effimera, dei collaboratori per un fine limitato, sono i limiti che possono caratterizzare, in genere, le «comunità virtuali». I limiti strutturali di un sistema come quello dei wiki sono dunque evidenti(18). Tuttavia è anche necessario considerare come con Wikipedia siamo davanti a «qualcosa» di diverso rispetto a una tradizionale enciclopedia. Le logiche e i significati dell’opera non sono quelli ai quali siamo abituati. Occorre dunque una forma diversa di approccio rispetto al concetto tradizionale di «enciclopedia».

Al problema della qualità si aggiunge quello del possibile vandalismo. La comunità degli editor si sforza di essere nel complesso accurata, ma in ogni momento una pagina può essere oggetto di vandalismo o modificata dolosamente con informazioni errate, non legali o anche volgari. Esso viene controbilanciato dal livello di motivazione della comunità che la Wikipedia sviluppa, per cui gli atti vandalici, come gli errori, sono in genere rapidamente riparati. Tuttavia si tratta di un problema grave. Come misura di emergenza, alcuni wiki sono impostati in modalità di sola lettura, mentre altri impongono la regola per cui soltanto utenti che si siano registrati prima di una certa data possano continuare a scrivere. In casi estremi alcuni wiki forniscono pagine che possono essere protette dalla modifica, ma questo espediente è generalmente considerato come violazione della «filosofia wiki» e, quindi, è in genere evitato.

 

***

Dalla descrizione e dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come Wikipedia rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell’enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti Wikipedia è come un organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si «ammala», è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue(19). Ma soprattutto Wikipedia nasconde un’altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di «torre di Babele», che ha il suo tallone di Achille non solo nell’inaffidabilità, ma anche nel relativismo.

Occorre comunque avere occhi per saper riconoscere in questo movimento un nuovo e interessante scenario sociale e collettivo, capace di valorizzare la cooperazione intellettuale. Attraverso gli strumenti della Rete possono, infatti, svilupparsi nuove forme di creatività, prima impensabili, che sono il frutto di una reale elaborazione comunitaria delle intelligenze connesse: le «intelligenze connettive», di cui parla D. de Kerckhove(20): la ricerca di informazioni, il loro scambio e la loro rielaborazione comune sono molto più della loro semplice somma e producono forme di conoscenza e stili di apprendimento nuovi. Nei wiki le intelligenze lavorano mediante quella scrittura in collaborazione o collettiva, già anticipata, ad esempio, da don Lorenzo Milani nella sua scuola di Barbiana per l’elaborazione del suo celebre Catechismo, e adesso resa popolare e diffusa dalla «rivoluzione digitale»(21).

Wikipedia è un esempio ampio e compiuto di wiki. Le sue «utopie» nascono, radicalizzandole, dalle esigenze profonde della conoscenza umana, che i wiki, in generale, aiutano a trasformare in progetti concreti: il conoscere inteso come un processo dinamico, aperto a tutti, e frutto non solo di un impegno individuale, ma anche di una profonda collaborazione e di un intenso confronto tra menti disposte a condividere abilità e intelligenza. Questa potenzialità deve però confrontarsi con limiti strutturali invalicabili che si possono riassumere nella mancanza di certa autorevolezza e di un’esposizione continua al vandalismo, che rischia di vanificare gli sforzi positivi. Saper selezionare criticamente l’enorme mole di sapere, disponibile grazie a internet con un semplice click sul mouse, rimane dunque sempre una priorità per chi usufruisce di contenuti wiki.

 

 © La Civiltà Cattolica 2005 III 130-138         quaderno 3722

 

 

1 Cfr http://www.eb.com e http://www.universalis.fr

2 Il termine wiki deriva da wiki wiki, un’espressione hawaiana che significa «rapido», «molto veloce». L’inventore dei wiki, lo statunitense Ward Cunningham, nel 1995 per dare un nome alla sua idea si ispirò al nome dei bus navetta dell’aeroporto di Honolulu (wiki wiki bus). Cfr http://c2.com/cgi/wiki?WikiHistory

3 Cfr http://www.treccani.it/site/scelti_enciclopedie.htm

4 http://wikimediafoundation.org/wiki/Wikimedia_Quarto/1/It-2

5 Cfr http://www.wikipedia.org

6 Statistiche e riflessioni in http://www.usemod.com/cgi-bin/mb.pl?BiggestWiki

7 Se la propria modifica fosse cancellata o modificata, è possibile verificare le versioni precedenti dell’articolo grazie a un link presente, come tutti quelli più utilizzati, in alto a sinistra e in fondo, oppure la pagina di discussione per individuarne le ragioni.

8 http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html

(Per una traduzione italiana cfr http://www.softwarelibero.it/gnudoc/fdl.it.html ). GNU è un acronimo ricorsivo, cioè un acronimo che contiene se stesso e sta per «GNU is Not Unix (GNU non è Unix). Unix è un sistema operativo.

9 Tuttavia è possibile copiare un testo all’interno di un libro distribuito commercialmente, ma in questo caso esso, seppure sia a pagamento, ricadrà sotto la licenza GFDL e dunque potrà essere liberamente fotocopiato o distribuito via internet. Le licenze che invece impediscono del tutto, senza autorizzazione, l’uso commerciale sono le «Creative Commons» (cfr http://www.creativecommons.org ).

10 Gli indirizzi di questi progetti generali (e di quelli che ancora potrebbero essere varati) con interfaccia linguistica italiana sono rintracciabili al fondo della pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale   

11 Cfr http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Progetto_Letteratura

12 La loro lista, in ordine alfabetico, è in

http://www.worldwidewiki.net/wiki/SwitchWiki

Per fare una ricerca per argomento si può usare

http://wikinodes.wiki.taoriver.net/moin.cgi/CercaPagina

13 Cfr A. SPADARO, «Il fenomeno “blog”», in Civ. Catt. 2005 I 234-247.

14 Esistono tuttavia forme intermedie tra wiki e blog: i cosiddetti bliki; in questo caso, quando un articolo è pubblicato sul blog, esso può essere modificato da chiunque o anche soltanto da chi è autorizzato dal proprietario. Un elenco di altri sistemi simili al wiki è in http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wiki#Wiki-like_systems

15 Wikipedia usa software libero su ispirazione di Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation, il quale fu probabilmente il primo a teorizzare l’esigenza di avere anche un’enciclopedia completamente libera

cfr http://www.gnu.org/encyclopedia/free-encyclopedia.html

La versione corrente del software è stata scritta principalmente da un solo programmatore, e un team di volontari lo tiene aggiornato, migliorandolo nel tempo.

16 Cfr A. LIH, «Working on the Largest Encyclopedia in the World. Wikipedia and the Rise of Participatory Journalism», in

http://www.comminit.com/strategicthinking/st2005/thinking-959.html

17 Cfr http://c2.com

18 Cfr T. MALDONADO, Critica della ragione informatica, Milano, Feltrinelli, 1997.

19 Cfr L. PUGNO, «Web, libertà sulla parola», in il manifesto, 20 gennaio 2005.

20 Cfr D. DE KERCKHOVE, Connected Intelligence: The Arrival of the Web Society, Toronto, Sommerville House Book, 1997. Il titolo riprende e «corregge» quello del volume di P. Lévy, L’intelligence collective. Pour une anthropologie du cyberspace, Paris, La Découverte, 1994.

21 Cfr F. GESUALDI - J. L. CORZO TORAL, Don Milani nella scrittura collettiva, Torino, Gruppo Abele, 1992. Per le applicazioni di oggi cfr G. P. LANDOW, L’ipertesto. Tecnologie digitali e critica letteraria, Milano, Bruno Mondadori, 1998, 142-154; P. D’ALESSANDRO - I. DOMANIN, Filosofia dell’ipertesto. Esperienza di pensiero, scrittura elettronica, sperimentazione didattica, Milano, Apogeo, 2005.

ANTONIO SPADARO S.I.

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