216. All'inizio dell’anno scolastico

 


216. All’inizio dell’anno scolastico

 

Giovedì 2 novembre 1876

 

Domani comincia l’orario regolare. Alcuni cominciavano già a lamentarsi: troppa ricreazione, troppe passeggiate, poco di studio. Domani almeno comincerà l’orario regolare e saranno contentati tutti. Ma non basta che cominci l’orario, bisogna anche studiare; quindi cominciando da domani mettere tutto l’impegno possibile per fuggir l’ozio. Se sapeste quanto è prezioso il tempo! Dicono i savi che il tempo è un tesoro, quindi chi perde un minuto di tempo perde una parte di questo tesoro. Bisogna perciò metterci da principio, acciocché al fine dell’anno non abbiamo a lamentarci del tempo perduto. Ma la vera sapienza viene solo dal Signore: Initium sapientiae est timor Domini [Sal 110,10]. Perciò dobbiamo prima aggiustar bene la nostra coscienza. Sapientia non introit in animam malevolentem, questo era scritto in un cartello appeso nello studio, non so se ci sia ancora, se non c’è più, don Durando ne faccia attaccare un altro. E qui son sempre al medesimo avviso che sono solito dare al principio dell’anno: la frequente confessione e la frequente comunione.

Quanto alla frequente confessione, i santi padri dicono chi ogni settimana, chi ogni quindici giorni o una volta al mese. Sant’Ambrogio e sant’Agostino vanno d’accordo nel dirci: ogni otto giorni. Io per me vi do nessun consiglio speciale, solo [che] andiate dal confessore quando la coscienza vi duole di qualche cosa. Alcuno può stare dieci giorni senza offendere il Signore, altri quindici ed altri anche venti. Ma alcuno può solamente stare tre o quattro giorni e poi cade subito in peccato; costui si accosti più frequentemente, a meno che siano inezie da nulla.

Quanto alla frequente comunione, io non voglio prescrivervi il tempo, voglio però raccontarvi un fatterello. Prima voglio guardare l’orologio se non è ancor troppo tardi: sono solamente le nove e otto minuti. Son fatti che si raccontano in cinque minuti. Vi era un cotal uomo che era solito ad andarsi a confessare da san Vincenzo de’ Paoli. Non gli piaceva frequentare questo confessore perché gli ordinava la frequente comunione. Pensò quindi di cambiar consiglio e di andare da un altro confessore e gli disse: “Io era solito andare da padre Vincenzo, ma mi ordinò la comunione troppo frequente, perciò sono venuto da lei per ricevere il suo consiglio”. Questo padre si sbrogliò e gli disse: “Figliuol mio, comincia dal poco: andrai ogni otto giorni, poi ogni 15, dopo potrai andare una volta al mese”. Seguì questo consiglio il povero uomo ed in poco tempo passò dalla comunione solamente più alla confessione, dalla confessione ai teatri e ai balli, ecc. Poi addio confessione, addio comunione: si diede a menare una vita licenziosa. Ma dopo passato qualche tempo, non era più contento come prima, la coscienza gli rimordeva delle sue colpe, fece ritorno a san Vincenzo e gli disse: “Io vedo che lasciando la santa comunione lascio anche la pietà e divento peggiore; da ora in avvenire voglio seguire il suo consiglio, ed accostarmi di frequente alla santa comunione”. Io vi raccomando la medesima cosa, praticatela per conservare senza pena la vostra coscienza se volete acquistare quella vera sapienza del Signore. Buona notte.

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