A Cannes il film sui monaci di Tibhirine

Tibhirine significa «piccolo giardino», in lingua cabila. Un «piccolo giardino» che continua a vivere, quattordici anni dopo la morte violenta dei sette monaci, uccisi nel maggio 1996.

A Cannes il film sui monaci di Tibhirine

da Attualità

del 30 aprile 2010

 

           Al prossimo Festival di Cannes - uno degli appuntamenti più importanti per il mondo del cinema, che si terrà dal 12 al 23 maggio - sarà in concorso anche un film dedicato ai monaci di Tibhirine, i religiosi rapiti e uccisi nel 1996 in Algeria. Il film si intitola Des hommes et des Dieux ed è diretto da Xavier Beauvois; dura circa due ore e vede impegnato nel ruolo del priore Christiane de Chergé l'attore francese Lambert Wilson.

 

          C'è molta attesa per la pellicola che arriverà nei cinema francesi a settembre. MissiOnLine.org ha chiesto un'opinione a padre Jean Marie Lassauasse, religioso della Missione de France, che in Algeria continua il lavoro agricolo presso il monastero di Tibhirine, mantenendo vive le relazioni con il villaggio e accogliendo gruppi di pellegrini. Padre Jean Marie ha incontrato anche il regista e i produttori del film, che si sono recati a Tibhirine prima di girare Des hommes et de Dieux.

Tibhirine, il «piccolo giardino» che continua a vivereJean Marie Lassausse

          Tibhirine significa «piccolo giardino», in lingua cabila. Un «piccolo giardino» che continua a vivere, quattordici anni dopo la morte violenta dei sette monaci, uccisi nel maggio 1996. Una piccola fiamma che non si è mai estinta, grazie anche a molte iniziative, come il film che sarà presentato al festival di Cannes e che uscirà nelle sale in Francia a inizio settembre.

          Un film che insiste sulla fedeltà dei monaci a questa popolazione e a questa terra. Fedeltà che presuppone la durata. I monaci, dopo lungo e difficile discernimento comunitario e personale, in legame con il vescovo di allora, Henri Teissier, avevano scelto di restare. Sapevano bene che la loro partenza avrebbe significato un abbandono degli abitanti del villaggio, con cui avevano stabilito una vera relazione di simbiosi e che non avevano altra scelta se non quella di restare.

          Oggi, le relazioni di buon vicinato, il lavoro agricolo in comune, l'accoglienza al monastero continuano ad approfondire le radici di questa presenza e tengono viva la testimonianza dei monaci.

          Questa pellicola, che ripropone la vita, la scelta e il dramma dei monaci i Tibhirine, insistendo sulla fedeltà sino al sangue, rilancia una sfida che continua a interpellarci. Il «vivere-con» ha questo prezzo ed è sempre d'attualità.

Redazione Missionline, Jean Marie Lassausse

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