Un fatto inquietante è stato riportato in una lettera a 'Il Giornale'. Alla richiesta di fare un disegno che rappresentasse il Natale una maestra di IV elementare ha proibito all'alunno di disegnare la nascita di Gesù, perché questo offenderebbe la sensibilità dei compagni di classe...
del 13 dicembre 2007
Un fatto inquietante è stato riportato in una lettera a 'Il Giornale'. Alla richiesta di fare un disegno che rappresentasse il Natale una maestra di IV elementare ha proibito all'alunno di disegnare la nascita di Gesù, perché questo offenderebbe la sensibilità dei compagni di classe. Insomma, ammesso e non concesso che i compagni si sentano offesi da un disegno natalizio, un bambino di nove anni deve essere censurato quando parla o scrive o disegna ciò che gli piace e ciò che vive? si vuole estendere la censura anche ai bambini?
Insomma, la verità storica non interessa più: il Natale non l'ha mica inventato la tv per vendere i regali per i bambini, ma è nato con il Cristianesimo che fa parte integrante della nostra storia. E allora perché negare un fatto storico celebrato per duemila anni?
Cosa dovrebbe insegnare la nostra scuola?
A far acquistare regali oppure le nuove idee bislacche di certe insegnanti che nemmeno sanno motivare le loro decisioni educative?
Insomma,  ci si lamenta tanto perché i nostri figli sono senza valori, senza educazione, senza cultura; ma c'è da chiedersi: la colpa non sarà forse di certi insegnanti? Di questa che ha agito in tal modo sicuramente.
 
 
Ecco la lettera:
 
 
Caro  Direttore,
sono un Vostro lettore «da sempre» ed invio la presente per segnalarvi quello che a mio avviso, è un fatto molto grave avvenuto in questi giorni nella scuola elementare Villani di Firenze, ove mio figlio Alessandro di anni 9 frequenta la classe IV C.
La maestra di disegno ha nei giorni scorsi invitato gli alunni a fare un disegno che rappresentasse il Natale e mio figlio si stava quindi accingendo a rappresentare la «Natività di Cristo» quando è intervenuta detta maestra «vietando» al bambino di disegnare «Gesù bambino».
Mio figlio è rimasto molto amareggiato da questa vicenda, anche perché non è riuscito a comprendere la ragione di tale assurdo divieto ed ha riferito il proprio turbamento a noi genitori.
Pensando l'incidente si fosse verificato per un equivoco, mia moglie si è quindi recata personalmente a parlare con la maestra di disegno ma questa, appresa la ragione del colloquio, si è «inalberata» affermando che sarebbe «una scemenza» (testuali parole) voler rappresentare la nascita di Gesù Cristo ed associarla al Natale (ma a cos'altro andrebbe associato il Natale? Al solstizio di inverno?), poiché in tal modo si rischierebbe di offendere il sentimento religioso di chi non è cristiano.
In ogni caso, a detta della maestra di disegno medesima, le insegnanti sarebbero obbligate ad impedire qualsivoglia rappresentazione religiosa, anche nei disegni e addirittura gli insegnanti di «Religione» non potrebbero parlare di Gesù Cristo agli alunni. Richiesta di indicare quale mai fosse la norma cui faceva riferimento, la maestra medesima ha girato le spalle e se ne è andata senza neppure salutare.
Il giorno dopo, anche l'insegnante di Italiano è intervenuta in classe sull'argomento, dicendo agli alunni che «le maestre sono stufe delle 'scemenze' delle loro mamme».
Non ho parole per commentare l'accaduto. Non condivido che nelle nostre scuole il Natale non sia più rappresentato come quando ero bambino io (quarant'anni fa) con recite e canti dedicati alla nascita di Gesù, ma ritengo che costituisca un vero atto di violenza morale impedire ad un bambino di 9 anni di rappresentare in un disegno la Natività, specie in un disegno che la maestra stessa ha detto doveva essere dedicato al Natale e portato a casa dalle rispettive famiglie.
Walter Vecchi
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