Diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) fra le donne italiane ma aumentano le donne straniere che ricorrono all'aborto. Sono sempre più numerosi i medici, non soltanto ginecologi ma anche gli anestesisti, che si rifiutano di praticare aborti facendo appello al diritto di obiezione di coscienza.
del 24 aprile 2008
Diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) fra le donne italiane ma aumentano le donne straniere che ricorrono all’aborto. Si diffonde, anche se soltanto a livello locale e per iniziativa di singole strutture ospedaliere, la Ru486, la cosiddetta pillola abortiva, che comunque fino ad ora non ha ancora avuto un via libera alla commercializzazione in Italia. Dal 2005 al 2007 2.353 donne hanno fatto ricorso alla pillola abortiva.
 
Ma nella relazione annuale sull’attuazione della legge 194, che regolamenta da trent’anni le ivg, colpisce soprattutto il dato sull’obiezione di coscienza. Sono sempre più numerosi i medici, non soltanto ginecologi ma anche gli anestesisti, che si rifiutano di praticare aborti facendo appello al diritto di obiezione di coscienza. Su 5.462 ginecologi 3.780 obiettano dunque soltanto 1.682 sono non obiettori.
 
I dati, ancora provvisori, forniti dal ministro della Salute, Livia Turco, che riguardano il 2007 registrano 127.038 ivg. In diminuzione quindi rispetto ai 131.038 casi del 2006 e con un calo complessivo del 45,9 per cento rispetto all’anno «nero» degli aborti, il 1982 quando i casi furono 234.801. In calo netto fra le donne italiane, meno 3,2 rispetto al 2006 e addirittura meno 61,4 rispetto all’82. Ancora in aumento invece tra le immigrate che registrano un 4,5 per cento in più rispetto all’anno precedente. In numeri assoluti gli aborti fra le straniere sono stati 37.973 nel 2005 e 39.436 nel 2006.
 
Alla fine dello scorso anno si è consumata una dura polemica sul diritto all’obiezione di coscienza per i medici. Anche perché molti camici bianchi avevano fatto ricorso a tale diritto non soltanto per non praticare interventi di ivg ma anche per negare la prescrizione sia della Ru486 sia della cosiddetta pillola del giorno dopo, il farmaco che va assunto entro 72 ore da un rapporto considerato a rischio. Su questo fronte si era aperta una polemica tra medici e il ministro Turco, che considerava improprio il ricorso all’obiezione soprattutto per la pillola del giorno dopo, in quanto non comparabile a suo avviso ad una pratica abortiva. Nell’ultimo anno i medici obiettori sono diventati il 70 per cento tra i ginecologi contro il 58,7 del 2003. Gli anestesisti obiettori, 3.434 su 6.813, sono saliti al 50,4 dal 45,7 del 2003. Aumentano gli obiettori anche nel resto del personale sanitario: dal 38,6 al 42,6. Non a caso tra le raccomandazioni del ministro Turco c’è quella di garantire la presenza di almeno un medico non obiettore in ogni distretto sanitario.
 
Nella relazione infine si azzarda anche una stima degli aborti clandestini, fenomeno ancora presente nonostante l’aborto in Italia sia legale da trent’anni. La stima per il 2005 è di circa 15.000 aborti e riguarda soltanto le italiane. Secondo il ministro Turco queste cifre dimostrano che la 194, definita «legge saggia e lungimirante» funziona ancora bene perché il dato degli aborti, almeno quelli delle italiane, è in costante diminuzione. Il ministro comunque auspica una piena applicazione delle norme soprattutto per la parte che riguarda la prevenzione del ricorso all’ivg.
 
Molto critico Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, che giudica la relazione ministeriale inficiata da una «impostazione ideologica» allo scopo di dimostrare «che la legge non va cambiata».Soddisfazione per la crescita dell’obiezione di coscienza perché, dice Casini, «è la più autorevole testimonianza che il bambino è bambino anche prima della nascita».
 
Francesca Angeli
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