Si tratta di un patto tra studentesse: fare un figlio e allevarlo tutte insieme, un figlio da cui pare le ragazze si attendano un amore incondizionato. Il padre? Pare si tratti per così dire di “maschi occasionali”, usati allo scopo.
del 21 giugno 2008
Gloucester è un piccolo villaggio di pescatori del Massachussetts, a sud di Boston, il liceo conta 1.200 studenti e le statistiche dicono che vi sono in media 4 studentesse che ogni anno attendono un figlio.
Ma sino ad ora si era sempre trattato di gravidanze non volute, incidenti di percorso, quello che invece i giornali ci raccontano in questi giorni è differente.
Si tratta di un patto tra studentesse: fare un figlio e allevarlo tutte insieme, un figlio da cui pare le ragazze si attendano un amore incondizionato. Il padre? Pare si tratti per così dire di “maschi occasionali”, usati allo scopo.
 
Il preside Joseph Sullivan ha riferito che le ragazze non incinte si sono dimostrate deluse, e ha aggiunto: “Non ci capacitiamo di questo fenomeno: uno dei padri è un minorenne, un altro è un senza tetto di 24 anni, un altro è un poco di buono”.
A gettare luce sull’accaduto è stata una studentessa di 18 anni, Amanda Ireland, che l’anno scorso diede alla luce un maschio, e che tacque il nome del padre. “Al liceo si fa sesso - ha dichiarato alla rivista Time che l’ha intervistata - ma le mie compagne sono state dissennate. Non è facile allevare un bambino da sole, né sentirsi amate quando ogni notte ti sveglia alle tre. Non si finisce più la scuola”.
 
La giovane ha attribuito l’evento alla crisi della famiglia in America e in particolare a Gloucester: “Molte di noi si sentono incomprese e trascurate. Ma io so di avere sbagliato, un figlio ha bisogno di un padre e di una casa”.
 
Chissà, forse anche le adolescenti che ora attendono di mettere al mondo questo figlio fatto per solidarietà femminile, tra qualche tempo la penseranno allo stesso modo.
 
Quello che colpisce però è la reazione degli adulti.
Il medico e l’infermiera della scuola si sono dimessi: “Avevamo capito che cosa stava succedendo, e avevamo chiesto che fossero distribuiti profilattici agli studenti e che intervenissero degli psichiatri” ha protestato il medico. “Ma l’Ospedale Addison Gilbert, da cui noi dipendiamo, ha respinto la nostra richiesta.”
Insomma, secondo il medico è tutta colpa dello scarso numero di profilattici messi a disposizione, come se una scelta, pur così dissennata ma libera, avesse potuto essere arginata da un profilattico.
 
Anche l’assessore cerca di porre rimedio all’aumento delle gravidanze negli adolescenti: “Abbiamo aperto corsi sull’istruzione sessuale per le famiglie e abbiamo chiesto l’aiuto delle parrocchie. Prenderemo misure per la riapertura dell’anno scolastico”.  Insomma, pare che la confusione regni sovrana, e come spesso accade, ci rivolge alla “tecnica” anticoncezionali e educazione sessuale come rimedio.
 
Chissà se qualcuno ha mai parlato a queste adolescenti di amore, di quell’amore che vuol dire amare un altro da sé, volere il suo bene, desiderare di condividerne la vita e il destino.
Non è di anticoncezionali che hanno bisogno queste adolescenti, li conoscono e hanno scelto di non usarli, hanno bisogno di maestri di vita, di persone capaci di amare che stiano loro vicine in questa scelta oramai fatta che forse le porterà a crescere, ma non senza fatica.
Hanno bisogno di sperimentare che non si chiede ad un figlio “amore incondizionato”, perché un figlio non è mai una proprietà, è un altro da sé.
Hanno creduto che essere in tante e tutte con un figlio da crescere rendesse più semplice il compito, sperimenteranno che la realtà non ti viene mai incontro nel modo che tu hai stabilito.
 
“L’amore non è un’avventura.
Prende sapore da un uomo intero.
Ha il suo peso specifico.
E’ il peso di tutto il tuo destino.
Non può durare un solo momento.
L’eternità dell’uomo passa attraverso l’amore.
Ecco perché si ritrova nella dimensione di Dio - solo Lui è l’Eternità”.
da “La Bottega dell’Orefice” di Karol Wojtyla – 1960
Nerella Buggio
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