Forse sì! Qualcuno dorme sonni tranquilli! Non si domanda, non s'interroga sul come vivono, dove vivono, per chi vivono i nostri adolescenti.
del 02 gennaio 2008
Forse sì! Qualcuno dorme sonni tranquilli! Non si domanda, non s’interroga sul come vivono, dove vivono, per chi vivono i nostri adolescenti. Sono genitori moderni, al passo con i tempi, senza tanti bigottismi o tabù, li lasciano liberi, si fidano di loro, purché loro non rompano e lascino la giusta libertà a chi li ha messi al mondo, a chi li mantiene e ha il diritto a rivendicare il «suo» tempo libero da vivere con gli amici.
Sono genitori che dormono sonni tranquilli quando il ragazzo o la ragazza, al sabato sera, invece di andare al pub o in discoteca, sta nella tavernetta o in mansarda, con i compagni di scuola. Papà e mamma si sentono a posto, se ne vanno, lasciando che i figli godano della loro libertà: sono giovani, ne hanno diritto! Non li sfiora minimamente l’idea che bevano o spinellino o sniffino coca, sono tranquilli perché sono in casa, loro o degli amici, non sulla strada. Al massimo possono prendere una sbornia, ma sono tra le mura di casa, sono «protetti», in riserva.
Altri genitori, invece, non dormono sonni tranquilli quando vedono i loro figli allontanarsi nell’età, in cui dovrebbero capire di più le fatiche dei genitori: «Mia figlia di 14 anni – mi diceva una mamma piangendo – non mi stima più! È diventata grande troppo in fretta». Non riescono ad accettare il distacco dell’età adolescenziale, età delle prime esperienze, delle prime cotte, delle facili trasgressioni sull’orario, sui rientri, sui soldi, età di libertà più comprate che conquistate. Sono genitori che cadono in depressione, perché non accettano che i figli crescano: li vorrebbero sempre piccoli, facilmente domabili.
Non dormono sonni tranquilli neppure quei genitori che vivono d’ansia o che sono schiavi del pessimismo: i loro figli possono sempre farsi del male, i loro figli non sono compresi, non c’è insegnante che vada bene. Sono genitori che hanno sofferto, fatto fatica e non vorrebbero che i loro pargoli soffrissero altrettanto: allora vanno avanti sul loro cammino, spianando sentieri, togliendo dal percorso buche e sassi... «Voglio che non gli manchi niente!».
Coltivano l’illusione di rendere felici i ragazzi, le ragazze con le cose, con i soldi! Li crescono «iperprotetti», perché, qualsiasi cosa accada, ci sono sempre mamma e papà a pagare il prezzo ma sono ragazzi che vanno in crisi alle prime difficoltà, che incontrano. Sono ragazzi e ragazze che stanno volentieri in casa, senza il peso di responsabilità se non quella di andare a scuola, dove i genitori li parcheggiano, sperando che, prima o poi, studino, si impegnino, frequentino l’università...
E intanto si godono e loro settimane bianche o azzurre, gli studi all’estero, con «Erasmus» o senza, perché «Erasmus» richiede fatica. Sono ragazzi terribilmente comodi, senza le velleità pericolose dei pacifisti o di chi è fissato per il volontariato.
Ma possono forse dormire sonni tranquilli quei genitori che hanno figli e figlie che sognano di diventare cantanti o «veline», che non possono vivere senza «l’isola dei famosi», che ha surclassato «L’isola del tesoro», o senza l’ultimo CD, l’ultima maglietta, l’ultimo cellulare?
Possono dormire sonni tranquilli gli educatori, gli insegnanti, gli uomini di chiesa e gli amministratori, che temono di alzare il sipario sul fascino che esercita nel mondo degli adolescenti la droga, l’alcool, il fumo, il consumismo esasperato?
Senza lasciarci prendere da eccessivi pessimismi – sono molte le notizie buone che giungono dal mondo degli adolescenti – non sarebbe interessante sapere cosa passa nella loro testa, cosa ricercano e cosa si attendono da noi adulti?
 
Da: Vittorio Chiari, Un giorno di 5 minuti. Un educatore legge il quotidiano.
don Vittorio Chiari
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