Alex e Beatrice, due grandi campioni

Ci insegnano che solo da un grande sforzo può nascere una grande opera...

Alex e Beatrice, due grandi campioni

 

Mentre il mondo dei complotti si chiede se Alex Schwazer abbia davvero mangiato un intero bovino a colazione, il mondo reale – fatto di fatica, sudore, impegno e lavoro – osserva da vicino due esseri umani speciali.

Di gente così pullula il pianeta: in fondo, voi che ci leggete avete imparato a conoscere tanti piccoli e grandi eroi del quotidiano, uomini e donne che sembrano avere un motore da trecento cavalli al posto del cuore, e fanno tremila chilometri con un pieno.

 

Ed è pieno il mondo di persone così, ma quando ti fermi a guardarle negli occhi non puoi a fare a meno di pensare che la vita è strana: conserva sempre qualcosa, non distrugge tutto. Una primordiale legge di conservazione, che lascia nel tuo sorriso il ricordo di una persona cara, sulla tua pelle i segni di un’altra vita, tra i tuoi capelli il respiro di chi non c’è più. E compensa lo slancio delle tue gambe con due braccia d’acciaio, la forza delle tue braccia con due gambe danzanti, i “difetti” del corpo con la perfezione dell’anima.

 

Va bene, è pieno il mondo di ragazzi e ragazze così, ma quando li guardi sulla meta, con una medaglia al collo, ti ricordi che non sono normali. No, non è normale avere quella forza di volontà, quella tenacia, quella capacità di vincere la fatica e gli sguardi indiscreti. Quando poi, sul far della sera, mettono da parte le loro protesi, le loro spade o le loro carrozzine, ancor di più pensi che sono speciali: perché un sorriso così non lo hai mai visto, una gioia così non ricordi di averla mai incrociata, nella tua vita fatta di pigrizia e sonnolenza. Accidia del cuore e della testa, più che del corpo.

 

Quel bellissimo sorriso non riesci  proprio a comprenderlo, ed è normale. Devi aspettare che arrivi la sofferenza, il pianto, il momento della prova. Perché solo da un grande sforzo può nascere una grande opera; solo da una lacrima, una grande consolazione; solo dal dolore, una grande gioia.

 

 

Dedicato ad Alex Zanardi e Beatrice Vio

 

 

Fabrizio Margiotta

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