All'origine dell'odio contro i copti in Egitto

La nuova recente strage di copti ricorda i termini di una emergenza sempre più grave dovuta all'ideologia discriminante ed estremista dei Fratelli Musulmani che da tempo si espande nel Paese a macchia d'olio.

All'origine dell’odio contro i copti in Egitto

 

La nuova recente strage di copti (che in tutto sono il 10% della popolazione egiziana, ma comunque la più grande comunità di cristiani del Medio Oriente) ricorda i termini di una emergenza sempre più grave dovuta all’ideologia discriminante ed estremista dei Fratelli Musulmani che da tempo si espande nel Paese a macchia d’olio.

 

Tale ideologia considera il cristianesimo una religione che ha alterato la verità e i cristiani delle persone di seconda categoria che vanno ricondotte all’unica vera religione, l’islam. Ebbene, le violenze che da nni si susseguono, e che non hanno visto modificarsi granché la situazione dopo la cacciata di Hosni Mubarak, hanno tutte un precedente culturale inquietante.

Il 16 dicembre 2009 sul quotidiano arabo internazionale al-Sharq al-Awsatsi leggeva ilinfatti  seguente titolo: Al-Azhar ritira un libro di Muhammad Ammara perché i cristiani sostengono contenga ‘un oltraggio alla loro religione. Per meglio intendere la rilevanza di quella notizia è utile chiarire di chi e di che cosa si sta parlando.

 

Al-Azhar è l’università islamica del Cairo, spesso definita il "Vaticano dell’islam" poiché ne è una delle istituzioni più importanti e autorevoli. Ne consegue che un libro pubblicato da al-Azhar avrà certamente più riscontro e più seguito di un testo edito altrove. Muhammad Ammara è membro del Centro di ricerche islamiche dell’università di al-Azhar ed è uno degli intellettuali più seguiti dagli ambienti legati ai Fratelli musulmani. Il testo in questione s’intitolava semplicemente "Relazione scientifica" [nella foto la copertina] e fu pubblicato come allegato alla rivista ufficiale dell’ateneo cairota. A pagina 148 della tawsiyya, ovvero nella raccomandazione che viene posta alla fine del rapporto, vengono presentate le conclusioni dell’autore. Vi si legge questo:

 

«Per i suddetti motivi a proposito dell’opuscolo "Pronti a rispondere" si raccomanda quanto segue: 1. Non farlo circolare perché incita alla secessione e all’odio da parte dei cristiani nei confronti dell’islam poiché mente circa il testo coranico e fabbrica menzogne sui teologi musulmani e schernisce i profeti e gli inviati; 2. Si raccomanda di pubblicare questa replica in allegato alla rivista di al-Azhar affinché gli spropositi di questo libro vengano resi noti alle persone, è necessario rispondere per rafforzare le menti contro le menzogne e le calunnie, affinché coloro che percorrono questa strada tortuosa sappiano che il Centro di ricerche islamiche della nobile al-Azhar è pronto a difendere la religione, per fare trionfare la verità e per diffondere l’armonia tra i devoti delle religioni celesti.

Iddio è dietro questo intento … da Lui deriviamo il sostegno e l’approvazione.

Dottor Muhammad Ammara

Membro del Centro di ricerche islamiche di al-Azhar».

 

Una rapida analisi della "relazione scientifica" dell’ideologo Ammara relativa all’opuscolo di 52 pagine "Pronti a rispondere" di Samir Markus fa comprendere quanto certi testi, soprattutto se sponsorizzati da una delle principali istituzioni dell’islam, siano estremamente pericolosi. Già nell’introduzione si percepiscono il tono provocatorio, il desiderio di scontro con l’altro, in questo caso i cristiani, e la bieca ideologia a scapito della realtà storica dei fatti.

Facendo riferimento a una conferenza tenutasi negli Stati Uniti che ha dato poi origine all’opuscolo "incriminato", alla pagina 3 si accusano gli organizzatori di volere fare proselitismo tra i musulmani, anzi di volere convertire tutti i musulmani e si aggiunge: «Dal punto di vista storico la diffusione del cristianesimo è strettamente connessa alle conquiste coloniali dell’Occidente nel mondo islamico». Una siffatta affermazione sottintende che il cristianesimo sarebbe giunto nel mondo islamico e si sarebbe imposto con la forza, quindi la presenza del cristianesimo è frutto di un attacco militare, di conseguenza, in base alla teoria classica del jihad, rende una reazione anche militare da parte della nazione islamica. Una siffatta affermazione implica una volontà di cancellare l’oggettività dei dati storici ovvero tace volutamente il fatto che prima delle conquiste islamiche tutto il Nord Africa era cristiano e venne man mano convertito all’islam con l’uso delle armi.

 

A pagina 5 si scrive che a partire dalla conferenza americana il fine ultimo dei cristiani è quello «di penetrare l’islam e non di arrivare a uno scontro violento e diretto con l’islam». Ebbene, secondo Ammara i cristiani metterebbero in pratica nel mondo islamico la stessa tattica dei Fratelli musulmani in Occidente, e l’opuscolo in questione sarebbe uno strumento di questo tentativo di penetrazione da arginare in ogni modo.

A pagina 33 inizia una vera e propria invettiva contro il Vangelo in quanto testo "corrotto": «Dov’è questo Vangelo? Il Vangelo del Messia? […] non esiste una sola copia di questo Vangelo». Si tratta di una ripresa della teoria islamica, detta tahrif, che vuole che i testi delle religioni precedenti all’islam siano alterati e corrotti.

 

A pagina 35 Ammara ribadisce che tre Vangeli su quattro non risalgono ai tempi di Gesù, che i contenuti dei Vangeli sono stati notevolmente alterati dalle traduzioni nelle varie lingue, che la traduzione è un "tradimento" del testo originale che i cristiani non posseggono e conclude: «Quindi ci troviamo innanzi a brani religiosi che non hanno alcun legame con il testo originale».

 

A pagina 39 nega che il Vangelo possa essere parola di Dio.

 

A pagina 42 a conferma della corruzione del testo evangelico si fa riferimento al brano del Vangelo di Giovanni che viene considerato dall’islam uno dei testi più corrotti poiché il Paracleto (Gv 14, 26), il Consolatore (paràcletos) annunciato da Gesù sarebbe invece il Famoso o il Molto degno di lode (periclutòs), in arabo Ahmad o Muhammad, dunque il nome del Profeta dell’islam. L’argomento del Paracleto trova conferma nella sura coranica dei Ranghi serrati, là dove Gesù figlio di Maria dichiara: «Figli di Israele! Io sono il Messaggero di Dio inviato a voi per confermare quella Torah che fu data prima di me e per annunciare un Messaggero che verrà dopo di me e il cui nome è Ahma»” (LXI, 6).

 

A pagina 45 Ammara ribadisce che «i più antichi manoscritti di questi Vangeli sono stati redatti in epoca più recente rispetto al Messia».

A pagina 52 si trova un’affermazione che ci avvicina a quella che è la teoria che sottende a tutto l’opuscolo ovverosia che il cristianesimo è una religione politeista. Si riporta la seguente frase del celebre teologo mu’tazilita Abd al-Jabbar, vissuto nell’XI secolo: «Il cristianesimo quando è giunto a Roma, non ha conquistato Roma, bensì è stato il cristianesimo a "romanizzarsi"», il che equivale a dire che il cristianesimo è stato conquistato dal paganesimo.

 

Nelle pagine successive Ammara sottolinea che esistono molti più Vangeli rispetto ai quattro canonici e che questi Vangeli non riconosciuti sono cronologicamente più vicini all’epoca in cui visse Gesù, sottointendendo la volontà di scegliere testi più lontani. Anche questa osservazione è islamicamente confermata dal fatto che le nozioni sulla religione cristiana contenute nel Corano dipendono soprattutto dai vangeli apocrifi. Alla luce dei molteplici fatti di sangue contro i copti è sorprendente notare che l’unico luogo che viene citato nel testo di Ammara è proprio Naga Hammadi, già sede del micidiale attentato avvenuto il 7 gennaio 2010: «Così i Vangeli che sono stati scoperti tra i manoscritti di Naga Hammadi - nell’Egitto meridionale - nel 1947 contengono 53 testi per un totale di 1153 pagine conservate in 13 volumi». E a pagina 55 Ammara conclude: «Ammesso questo diventa palese la verità della non autenticità di questi Vangeli, sono solo racconti […] e registrazione di una cultura orale. I romani fecero riferimento a solo quattro di questi testi».

 

A partire da pagina 70 Ammara dibatte sulla divinità di Gesù negata dall’islam. A pagina 74 cita i versetti 72-77 della sura della Tavola imbandita in cui si definiscono i cristiani "miscredenti": «O gente del Libro, voi non vi appoggiate su nulla di solido, finché non vi atterrete al Pentateuco, al vangelo e a quanto vi è stato fatto scendere da parte del vostro Signore; e ciò che è stato fatto scendere a te dal tuo Signore, accrescerà per certo la ribellione e la miscredenza di molti di essi; però tu non ti crucciare per i miscredenti. […] in verità sono miscredenti quelli che dicono: "in verità, Dio è il Messia, figlio di Maria" poiché il Messia disse: "O figli di Israele, servite Dio, signor mio e signor vostro"; chiunque associ a Dio altre divinità, Dio gli interdirà l’entrata del paradiso e sua dimora sarà il fuoco e gli iniqui non avranno soccorritori. Miscredenti sono invero quelli che dicono: "in verità, Dio è il terzo di tre" mentre non v’è altro Dio se non un dio unico e se essi non desisteranno da quel che dicono, un castigo doloroso coglierà quelli di essi che non credono».

 

Credo che basterebbe questa citazione per comprendere la pericolosità del testo di Ammara. Purtroppo nel testo coranico la sorte dei miscredenti è ribadita molto spesso. Ad esempio, nella sura del pentimento al versetto 29 si legge: «Combattete contro quelli che non credono in Dio né nel giorno estremo, e non considerano proibito quel proibisce Dio e il Suo Messaggero, e quelli che non professano la religione della verità, ossia coloro ai quali è stato dato il Libro, finché non versino umilmente la jizya, e siano soggiogati».

 

Come se ciò non bastasse a pagina 83 si legge a proposito del »angelo di Giovanni: «Questo Vangelo - solo questo - giunge sulla soglia dell’idolatria e del politeismo quando trasforma il Verbo - il Messia - in Dio stesso»

 

A questo punto risulta più che chiara la finalità del testo dell’ideologo islamico: istigazione all’odio e alla violenza.

La "relazione scientifica" essendo allegata alla rivista di al-Azhar di sicuro è giunta in tutte le moschee egiziane, compresa quella di Naga Hammadi, prima di essere ritirata. Non possiamo affermare con certezza che sia stata l’elemento scatenante dei tragici fatti di allorsa, ma di sicuro fino a quando gli ideologi dell’estremismo islamico, come Ammara, e le istituzioni dell’islam, come al-Azhar, potranno pubblicare testi o emettere fatwe che istigano all’odio e alla violenza contro gli Altri, non dovremo stupirci se le persecuzioni dei cristiani nel mondo islamico continueranno. Spetta alla comunità internazionale monitorare e fermare la diffusione delle idee e degli scritti degli ideologi dell’odio che si annidano anche nelle moschee d’Europa.

 

 

Valentina Colombo

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