Alla rotonda, prendere la seconda uscita

E poi ci sono le rotonde. Che sono quei periodi in cui devi prendere un nuovo tratto di strada ma non sai ancora bene quale sia. Nella rotonda giri in attesa di capire quale è l'uscita giusta, è proprio nella rotonda che uno cresce in consapevolezza e responsabilità, prendendo di fatto in mano le redini della propria vita.

Alla rotonda, prendere la seconda uscita

 

          Trovo che il concetto di “rotonda” sia piuttosto interessante. Durante un viaggio, bene o male, ci sono fasi in cui devi tirare dritto per la tua strada, che è tracciata e definita, e non pone grandi imprevisti. Tutt’al più, qualche passaggio di corsia, qualche sorpasso, il pedone che ti attraversa all’improvviso… cosette contingenti, che non hanno a che vedere con una direzione bene o male nota. Puoi svoltare, puoi accostare e fermarti, puoi fare un sacco di cose, ma la strada è lì dritta e ti conduce pur con qualche piccolo imprevisto o intoppo.

          Capita però che tra tratti di strata “ben definiti” capiti lei: la rotonda. E’ molto più di un incrocio: la rotonda convoglia tutte le direzioni, e ti porta a girarci dentro fin quando non hai capito quale uscita devi prendere. E se non hai le idee chiare ti tocca pure farti un po’ di giri, finchè non capisci quale è il prossimo tratto di strada “dritto” che ti aspetta. Dopo che l’avrai preso ci sarà solo da seguirlo, pur sempre con i suoi piccoli imprevisti, ma prima… prima c’è la rotonda. E ci sono casi in cui non puoi sbagliare uscita, perchè se prendi il senso unico dopo puoi solo andare dritto. E’ il momento in cui è massimo il rischio di sbagliare strada, ma anche quello in cui prendi tu realmente l’iniziativa senza seguire una strada che di suo ti indica la direzione.

          Uscendo dalla metafora un po’ idiota ma che mi è balenata in mente ieri sera, tornando a casa dopo una lunga chiacchierata con un amico, tutto questo può essere applicato a certe fasi della vita, “con chiaro utilizzo della simbologia” come direbbe qualcuno. Ci sono periodi in cui – in mezzo a tutti i casini di sempre – ti è bene o male chiaro quel che devi fare. Hai un certo margine, ma la direzione a medio termine è nota: devi laurearti, devi crescere tuo figlio, devi portare a termine qualcosa, ecc.

          E poi ci sono le rotonde. Che sono quei periodi in cui devi prendere un nuovo tratto di strada ma non sai ancora bene quale sia. E’ uno snodo (se fossi un informatico direi che è un router), è un momento in cui hai delle opzioni da verificare. Dopo, paradossalmente, è tutto più semplice, perchè comunque la direzione c’è. Nella rotonda, invece, no. Nella rotonda giri in attesa di capire quale è l’uscita giusta. Non è che nel frattempo uno sia in stallo, ma l’immagine secondo me rende bene l’idea, e chi ci si è trovato può capire.          Credo che dopotutto siano momenti affascinanti nella vita di una persona, ancor più quando nella rotonda non ci sei da solo. E in effetti è proprio nella rotonda che uno cresce in consapevolezza e responsabilità, prendendo di fatto in mano le redini della propria vita.

 

 

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