"Anche nelle prove mi sento sorretto dalla preghiera dei credenti"

Benedetto XVI ha dedicato la sua catechesi alla prodigiosa liberazione di San Pietro a Gerusalemme, narrata negli Atti degli Apostoli. Il mese di maggio richiama la nostra devozione alla Madre di Dio: cari giovani, non disdegnate di recitare il Rosario, preghiera semplice ma efficace”.

'Anche nelle prove mi sento sorretto dalla preghiera dei credenti'

da Benedetto XVI

del 09 maggio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

          La preghiera della Chiesa mi sostiene, soprattutto nei momenti difficili: è quanto affermato da Benedetto XVI, stamani all’udienza generale in Piazza San Pietro. Il Papa ha dedicato la sua catechesi alla prodigiosa liberazione di San Pietro a Gerusalemme, narrata negli Atti degli Apostoli. Quindi, nel mese di maggio dedicato a Maria, ha invitato i fedeli a pregare il Rosario.

          Come Pietro, anche il suo Successore trova forza nella preghiera. All’udienza generale, Benedetto XVI si sofferma sull’ultimo episodio della vita di San Pietro, raccontato negli Atti degli Apostoli: la liberazione dalla prigionia a Gerusalemme, grazie all’intervento prodigioso dell’Angelo del Signore. Il Papa sottolinea l’atteggiamento di Pietro: l’Apostolo è sereno, “si fida di Dio”. E sa che può contare sulla preghiera della sua comunità.

          E duemila anni dopo, Benedetto XVI vive la stessa esperienza:“Anche io, fin dal primo momento della mia elezione come Successore di San Pietro, mi sono sempre sentito sorretto dalla preghiera della Chiesa, dalla vostra preghiera, soprattutto nei momenti più difficili (applausi) Vi ringrazio di cuore. Con la preghiera costante e fiduciosa, il Signore ci libera dalle catene, ci guida per attraversare qualsiasi notte di prigionia che può attanagliare il nostro cuore, ci dona la serenità del cuore per affrontare le difficoltà della vita, anche il rifiuto, l’opposizione, la persecuzione”.

          Tranquillità e fiducia, ribadisce il Papa, sono dunque i due sentimenti prevalenti in San Pietro, “circondato dalla solidarietà e dalla preghiera dei suoi” e così “si abbandona totalmente nelle mani del Signore”: “Così deve essere la nostra preghiera: assidua, solidale con gli altri, pienamente fiduciosa verso Dio che ci conosce nell’intimo e si prende cura di noi al punto che – dice Gesù – ‘perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati’”.

          Nell’esperienza della prima comunità di Gerusalemme, avverte ancora, possiamo intravedere che la testimonianza si inaridisce se non è animata, sorretta e accompagnata dalla preghiera, “dalla continuità di un dialogo vivente con il Signore”: “Un richiamo importante anche per noi, per le nostre comunità, sia quelle piccole come la famiglia, sia quelle più vaste come la parrocchia, la diocesi, la Chiesa intera”.

          E soggiunge che non bisogna lasciarsi dominare dalle passioni, “dalla dittatura delle proprie voglie, dall’egoismo”, ma imparare a pregare bene il Signore. E’ questa la testimonianza di Pietro, a Gerusalemme, nella Chiesa dove è “posto come roccia”: “Egli sperimenta che nel seguire Gesù sta la vera libertà, si è avvolti dalla luce sfolgorante della Risurrezione e per questo può testimoniare sino al martirio che il Signore è il Risorto”.

          L’episodio di Pietro mostra dunque la “forza della preghiera”. L’Apostolo, conclude il Papa, “si sente tranquillo, nella certezza di non essere mai solo: la comunità sta pregando per lui, il Signore gli è vicino”: “La preghiera costante e unanime è un prezioso strumento anche per superare le prove che possono sorgere nel cammino della vita, perché è l’essere profondamente uniti a Dio che ci permette di essere anche profondamente uniti agli altri”.

          Al momento dei saluti ai pellegrini, accorsi numerosi in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un pensiero ai partecipanti al Convegno contro la tratta degli esseri umani, promosso da “Giustizia e Pace”. Quindi, ha incoraggiato l’associazione umanitaria “Medici con l’Africa Cuamm”, riuniti per il Convegno “sull’accesso gratuito alle cure per le mamme e i bambini” dell’Africa sub-sahariana. Infine, nel mese mariano, ha rivolto un invito ai fedeli e in particolare ai giovani: “Il mese di maggio richiama la nostra devozione alla Madre di Dio: cari giovani, non disdegnate di recitare il Rosario, preghiera semplice ma efficace”.

Benedetto XVI

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