Ancona chiama New York

Papa Ratzinger, rivolgendo il suo pensiero alle "tante vite innocenti" perse in quel "brutale attacco", le affida "alla misericordia infinita di Dio" invocando la consolazione su quanti sono stati colpiti dalla perdita dei propri cari. Distruggere noi stessi è l'esito inevitabile dell'allontanarsi da Dio, della dimenticanza delle proprie radici cristiane...

Ancona chiama New York

da Attualità

del 12 settembre 2011

 

          C’è stato come un contatto ideale ieri fra quel che accadeva ad Ancona, dove il Papa ha concluso il Congresso Eucaristico Nazionale, e la commemorazione a Ground Zero delle vittime a dieci anni dai terribili attentati di New York e Washington.          Il Papa ha insistito molto sulle conseguenze sociali dell’Eucarestia, come spiega bene Massimo Introvigne nell’articolo in Primo Piano: la persona trasformata dall’incontro con Cristo è il fondamento di una società più umana, mentre la società individualista e violenta in cui viviamo oggi è l’esito dell’illusione di voler costruire una società senza Dio: “La storia ci dimostra drammaticamente – ha detto il Papa – come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane”.           Vale la pena sottolineare che quelle sociali sono conseguenze e non l’obiettivo, perché il cristianesimo è anzitutto un avvenimento personale di salvezza in cui, grazie all’incontro con Dio, l’uomo “si comprende” e cambia la propria vita. Ed è bene insistere su questo punto perché anche in questi giorni di Congresso Eucaristico si sono sentiti tanti discorsi e anche tante preghiere in cui l’Eucarestia sembra piuttosto in funzione della soluzione dei problemi di questo mondo, dall’immigrazione alla povertà fino alla pace: un pretesto per parlare d’altro.Invece il Papa ha messo il mondo davanti a un aut aut: o viviamo per Dio e in Dio, o il mondo affogherà nell’ingiustizia e nella violenza.          Le parole del Papa sono venute subito in mente ascoltando il breve intervento a Ground Zero dell’ex presidente americano George W. Bush (non per niente molto applaudito, mentre il presidente Barack Obama è stato accolto freddamente) , il quale citando una lettera di Abramo Lincoln a una madre che aveva perso 5 figli nella guerra civile, ha detto: «L'America non sarà mai distrutta dall'esterno. Se vacilliamo e perdiamo le nostre libertà sarà perché ci siamo distrutti noi stessi».           Distruggere noi stessi è l’esito inevitabile dell’allontanarsi da Dio, della dimenticanza delle proprie radici cristiane, il non saper più dare ragione della nostra civiltà, l’illusione di “poter assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio”. E’ quello che sta accadendo nelle nostre società. A ognuno di noi sta la responsabilità di accogliere Dio per vivere 'veramente liberi' e ricostruire il bene comune. 

Riccardo Cascioli

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