Ma ai giovani interessa ancora un discorso su Dio?
del 30 settembre 2009
Ma ai giovani interessa ancora un discorso su Dio?
Cioè il giovane “normale”, quello che studia e lavora (e magari non studia e non lavora), quello che cerca una sua strada nella vita, e magari nomina questo suo darsi da fare “ricerca di senso”, di felicità.
Dio ha a che fare con il senso e la felicità?
E se il giovane ha anche interiorizzato dalla cultura che respira che Dio è morto (o sta poco bene, direbbe Woody Allen), che non c’entra con la vita, che è lontano, che è un oppositore dell’uomo, come vari “scienziati” e filosofi oggi asseriscono, e che dunque si potrebbe vivere il senso e cercare la felicità anche (o meglio) senza Dio?
E se il giovane, anche quello ben cattolico, ha dei dubbi e vuole vederci chiaro o almeno pi√π chiaro?
E poi, è vero che occorre far tacere la ragione per capire e accettare Dio? Che essa, se viene utilizzata seriamente e a fondo, rifiuta l’ipotesi Dio, e la lascia ai deboli, ai sempliciotti, a chi non ha coraggio?
E perché Dio dovrebbe essere meglio del niente, un solo Dio meglio di molti dei, il cristianesimo non una religione tra le tante; Gesù Cristo un “Dio davvero per l’uomo”?
E cosa implica davvero credere?
La rivista “Note di pastorale giovanile”, una rivista per educatori dei giovani, prende sul serio queste domande, le ritiene una sfida importante che occorre accogliere e a cui rispondere lealmente. Come per tutte le domande dei giovani.
Per dialogare con i giovani dubbiosi, in ricerca, per rendere ragione della speranza (flebile) che magari hanno, NPG propone una rubrica, a cura di un filosofo della religione che sta dalla parte della ragione e non si nasconde sotto dogmi di fede, per accompagnare la riflessione e la ricerca.
Mese dopo mese, da novembre 2009 a dicembre 2010, dieci puntate su altrettante grosse domande che i giovani molte volte si pongono e a cui vorrebbero delle risposte convincenti, ragionevoli, che non chiudono la ricerca.
E’ una proposta che suggerisce fiducia nei giovani, e nella loro intelligenza.
Perché, giovani, non utilizzare questa rubrica nei gruppi giovanile e formativi, nei gruppi universitari?
Perché, giovani, non suggerire agli insegnanti di religione un percorso serio, fondato, provocante?
don Giancarlo De Nicolò
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