Anoressia, campagna shock

Lo scopo dell'autore era di suscitare “ribrezzo e paura”, anche il ministro della Salute, Livia Turco, lo difende, tanto da scrivergli una lettera esprimendo 'pieno apprezzamento' per l'iniziativa, ma i malati si schierano dalla parte del no.

Anoressia, campagna shock

da Attualità

del 03 ottobre 2007

Anoressia, i ragazzi bocciano Toscani

 

'Non è esaltando il problema anoressia che si risolve. Se il messaggio è rivolto alle ragazze è inutile, queste diventano scheletriche perché non si piacciono interiormente: è un problema psicologico non estetico. Se, invece, il messaggio è rivolto agli stilisti, forse allora si poteva fare qualcosa di più serio, l'anoressia è una questione delicata'. E' quanto pensa Cristian Carrara, il portavoce del Forum nazionale giovani, in merito alla foto shock della campagna pubblicitaria di Nolita, scattata da Oliviero Toscani, che rappresenta una ragazza anoressica all'ultimo stadio.

 

'Perché non dobbiamo dimenticare - aggiunge Carrara - che si tratta di un campagna destinata a pubblicizzare una casa di moda, che quindi ha scopo di lucro, non è una pubblicità-progresso istituzionale. Si cade nel sensazionalismo per mettere in risalto un'azienda'. Il portavoce del Forum, inoltre, non è neanche del tutto d'accordo sul contenuto della campagna: 'Questo tipo di messaggi shock provocano sempre più assuefazione nei giovani - conclude Carrara - per cui c'è bisogno di ricorrere a immagini sempre più forti, in un'escalation inutile di violenza. Non è necessario'.

 

 

Il fotografo. 'Che cosa volevo suscitare con questa foto? In lei cosa ho suscitato, ribrezzo, paura, angoscia, dolore? Ecco, l'arte deve suscitare anche questo, come accade guardando un quadro di Munch'. Risponde così, raggiunto telefonicamente dalla Dire, Oliviero Toscani, il celebre fotografo autore della campagna Anorexia, commissionata dagli stilisti del marchio di moda Nolita e apparsa sui maggiori quotidiani italiani, fra cui Repubblica e Il Sole 24 ore ('mentre il Corriere della sera ha rifiutato di pubblicarla', rivela Toscani), nella quale compare una giovane anoressica, nuda, all'ultimo stadio della malattia.

 

La modella è una 23enne francese, anoressica, che aspira ad entrare nel mondo della moda. 'E' significativo che abbia scelto di lanciare questa immagine proprio nella settimana della moda, dove sfila la bellezza vestita. Nella mia foto lei non è vestita. Un giorno, quando si riderà dell'equazione 'bellezza-magrezza', si ricorderà che qualcuno aveva già pensato a far riflettere sull'errore di questo concetto'. Ma lo scatto di Toscani è anche un forte 'schiaffo' a quegli stilisti che continuano a utilizzare, per le loro sfilate e foto, modelle magrissime. 'Non è vero - dice il fotografo - che loro sono contro la magrezza estrema, nonostante le dichiarazioni ufficiali, di fatto utilizzano le magre perché a una così i loro vestiti stanno meglio, contribuendo così a mantenere questo problema'.

 

La campagna, e questa foto, rappresentano solo l'inizio dell'intero progetto. A commissionarla 'tre giovani, intelligenti stilisti di Nolita, che hanno avuto un po' pi√π di coraggio rispetto ad altri'. Nel mondo della moda, sottolinea Toscani, 'tutti usano la stessa modella. Loro, invece, hanno approvato la mia scelta, convinti che questo non abbia ricadute negative sul loro lavoro'.

 

E' un caso, chiediamo, che la campagna sia partita proprio in concomitanza con il concorso di Miss Italia? 'Sì, è un caso - risponde Toscani - ma anche miss Italia propone un concetto di bellezza omologata. Le ragazze sono tutte uguali, fanno pena, pensano di sedurre sui tacchi, non capendo che l'intelligenza è inversamente proporzionale all'altezza dei loro tacchi'. Non crede che l'immagine della sua campagna, così cruda, possa essere anche offensiva nei confronti delle donne? 'Le donne che si trattano così - sostiene il fotografo - non si vogliono bene, vogliono essere quello che non sono, e non potranno mai essere. Sono delle masochiste'. La donna della foto sembra, di fatto, una vecchia, è voluto?. 'Sì, anche la tragedia è senza tempo'.

 

Non interessano, inoltre, a Toscani, le obiezioni pubbliche che potrà suscitare, come sempre accade per le sue scelte 'estreme': 'La comunicazione non deve essere omologata, non deve passare inosservata. Il mio scopo è proprio quello di suscitare un riflessione su questa malattia. Di scuotere la coscienza. Non mi interessano le critiche che pioveranno, è proprio suscitare il dibattito e l'attenzione su questo tema il mio obiettivo'. Ma, attenzione, non si parli, con lui, di 'immagini shock': 'Solo gli sciocchi - conclude Toscani - usano questo termine parlando delle mie foto'. Anche in questo, schietto e diretto come sempre.

 

 

Il ministro. La campagna shock però raccoglie il plauso del ministro della Salute Livia Turco che, in una lettera indirizzata al noto fotografo, esprime 'pieno apprezzamento' per l'iniziativa. 'Ho apprezzato sinceramente sia i contenuti della campagna, che le modalità di realizzazione proposte – scrive Turco a Toscani – Un'iniziativa come la sua, infatti, che sia in grado di aprire efficacemente un canale comunicativo originale e privilegiato con il pubblico giovane, attraverso un messaggio di grande impatto, rappresenta uno strumento da prendere in assoluta considerazione'. Turco ricorda poi, nella sua lettera che la tematica dell'anoressia 'rappresenta un argomento su cui il ministero della Salute ha deciso di concentrare la propria attenzione'. L'importanza di una dieta alimentare sana ed equilibrata 'è - chiude il ministro - uno dei capisaldi della politica di prevenzione del programma di governo 'Guadagnare salute' che punta ad avviare, nei prossimi anni, una profonda trasformazione in senso salutistico dei comportamenti della popolazione'.

 

 

I malati. 'La nuova campagna realizzata per il marchio Nolita si serve di un'immagine che non provoca effetti in chi è malato e si vede allo specchio tutti i giorni. Questo tipo di comunicazione innesca forti meccanismi di emulazione in donne, giovani e bambine che vi ritrovano un ideale da raggiungere a tutti i costi, per diventare visibili e famosi'. Ad affermarlo è Fabiola De Clercq, ex ragazza anoressica e oggi presidente e fondatrice dell'Aba, Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia, l'obesità e i disordini alimentari. 'Come presidente dell'Aba - prosegue, in una nota - denuncio il vuoto dello Stato di questo Paese che oggi, salvo in occasione delle sfilate, non prende coscienza fino in fondo, della gravità della patologia anoressico-bulimica. Questa - avverte – è in grave aumento, anche per la precocità della sua insorgenza (infanzia) ma anche nell'età matura'. Secondo De Clercq, 'nonostante il Decreto ministeriale del ministro Veronesi che nominava anoressia e bulimia, malattie sociali e lasciava precise linee guida per affrontarne l'emergenza, le strutture deputate alle prime cure, come il Pronto Soccorso, rifiutano i ricoveri per paura della morte delle pazienti e le Asl si rifiutano di pagare le delibere dei ricoveri nelle rare comunità specializzate. Nel 50% dei casi l'anoressia comporta la bulimia, patologia sottostimata più grave della stessa anoressia'. 'Questo Paese - incalza la presidente Aba - ha preso atto della gravità della tossicodipendenza negli anni '70 e organizzato luoghi di cura e comunità mentre ignora la gravità di una patologia che colpisce prevalentemente le donne e in una percentuale molto più elevata della tossicodipendenza. L'anoressia e la bulimia ha effetti devastanti e permanenti sul corpo e preclude, quando non viene trattata precocemente con tecniche specializzate, la fertilità oltre che l'instaurarsi per la vita di malattie croniche come l'osteoporosi e danni renali'. Una campagna di prevenzione, va avanti De Clercq, 'deve sensibilizzare non chi è già colpito direttamente o indirettamente dalla malattia, ma lo Stato che ha il dovere di aiutare i soggetti già ammalati, l'indotto familiare coinvolto attraverso cure, prevenzione e formazione dei curanti e delle istituzioni scolastiche. La questione non può essere limitata ancora una volta alla moda'.

 

 

Gli esperti. Secondo Rita Tanas, endocrinologa specialista in Medicina dell'adolescenza che si occupa spesso di patologie correlate al peso 'immagini di questo tipo non ottengono alcun effetto sulle giovani donne, che cominciano a fare la dieta con l'idea di perdere solo due o tre chili, non certo di diventare così brutte: l'anoressia subentra perché non si rendono conto di essere diventate così magre, e continuano a non mangiare'. 'Forse però - aggiunge la specialista - può servire per gli stilisti, magari li fa riflettere sul fatto che nulla nel mondo della moda è cambiato dopo l'allarme e l'impegno del ministro Melandri nel partecipare a sfilate anti anoressia. Al mondo della moda non interessa il problema, dicono che la modella deve essere 'come una gruccia', quindi magrissima. Questo è terribile'. Giusto combattere l'anoressia. Ma senza l'utilizzo di campagne shock che rischiano di mancare di rispetto verso chi soffre per questo problema. E' questa, in sintesi, l'opinione di Paola Guerci, presidente dell'Isma (Istituti di Santa Maria in Aquiro) di Roma. Guerci, a guida di un ente che promuove e organizza diversi progetti destinati anche al recupero di giovani e minori in difficoltà, non nasconde la propria perplessità sulla campagna lanciata dal celebre fotografo: 'Toscani – spiega – è un imprenditore e utilizza tutti i mezzi possibili perché l'impresa guadagni. Quella di oggi è una provocazione molto forte, di cui io non condivido la forma'. Secondo Guerci, la foto della modella nuda 'è un'immagine che potrebbe creare problemi ai minori'. Inoltre, non tiene conto di 'quel minimo di rispetto che è assolutamente necessario verso chi soffre problemi di questo tipo'. Non si può, precisa la presidente degli Isma, 'sfruttare un problema così serio come l'anoressia con campagne di questo tipo. Andiamo alla sostanza...'. Siamo in un periodo di provocazioni, sottolinea Guerci, 'basta pensare a Grillo. Questo deve farci capire che le istituzioni dovrebbero muoversi al più presto nei confronti di un problema che sta diventando una vera e propria pandemia tra i giovani'. Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva e responsabile dell'Istituto di Ortofonologia di Roma: 'L'iniziativa è lodevole siamo curiosi di sapere se questa foto possa portare risultati, ma non credo che le ragazze si spaventino. Oggi i giovani sono abituati ad immagini di forte impatto visivo e non ne rimangono colpiti'. 'Oltrettutto – aggiunge Castelbianco - non c'è assunzione di responsabilità perché le ragazze pensano che il problema riguardi non loro ma altre. Gli adulti ne sono colpiti, ma se la campagna stimola un dibattito tra i giovani serve, altrimenti l'effetto equivale a zero'. Anche per Massimo di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all'Università di Chieti, quella di Olivieri 'è una campagna che ha una sua importanza e serietà per quanto riguarda la prevenzione nei soggetti predisposti e nella popolazione normale, mentre non ha alcun effetto sulle persone che hanno già sviluppato i sintomi della malattia e dei disturbi specifici. Questi, infatti, - conclude lo psichiatra - soffrono di un'alterata percezione del loro corpo e non si riconoscono in quell'immagine che ha un potere shockante sugli altri'.

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