Appello del Papa per il rilascio di Padre Tom

Durante il Regina Coeli Francesco ha chiesto la liberazione degli ostaggi di guerra...

Appello del Papa per il rilascio di Padre Tom

 

Appello del Papa al Regina Caeli per il rilascio nello Yemen di padre Tom e di tutte le persone rapite in zone di guerra. Quindi l’invito, nella catechesi, rivolto ai cristiani perché facciano arrivare a tutti un raggio della Risurrezione del Signore. Nell’odierna Giornata dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Francesco ha auspicato che questa sappia formare i giovani nel contesto attuale.

 

‚ÄãL’accorato appello di Papa Francesco, subito dopo la preghiera mariana, “nella speranza donataci da Cristo risorto, rinnovo il mio appello per la liberazione di tutte le persone sequestrate in zone di conflitto armato; in particolare desidero ricordare il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, rapito ad Aden nello Yemen il 4 marzo scorso.” Ispirato dal Vangelo domenicale - in cui si narra la terza apparizione di Gesù risorto sul lago di Galilea ai discepoli che stanchi e delusi per la mancata pesca notturna non lo riconoscono ma si fidano di lui e gettate nuovamente le reti fanno una miracolosa pesca abbondante - il Papa ha sottolineato: “La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi”. E, “se a uno sguardo superficiale - ha rimarcato Francesco - può sembrare a volte che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento”: “la Chiesa sa con certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua”. Questo perché, ha spiegato il Papa, “il grande annuncio della Risurrezione infonde nei cuori dei credenti un’intima gioia e una speranza invincibile.” “Cristo è veramente risorto! Anche oggi la Chiesa continua a far risuonare questo annuncio festoso: la gioia e la speranza continuano a scorrere nei cuori, nei volti, nei gesti, nelle parole”.

 

“Tutti noi cristiani siamo chiamati a comunicare questo messaggio di risurrezione a quanti incontriamo”: “specialmente a chi soffre, a chi è solo, a chi si trova in condizioni precarie, agli ammalati, ai rifugiati, agli emarginati. A tutti facciamo arrivare un raggio della luce di Cristo risorto, un segno della sua misericordiosa potenza". Prima dei saluti finali ai fedeli in Piazza San Pietro, e ai partecipanti oggi alla Maratona di Roma, il Papa ha ricordato l’odierna Giornata nazionale per l’Università cattolica del Sacro Cuore, sul tema “Nell’Italia di domani io ci sarò”. “Auspico che questa grande Università, che continua a rendere un importante servizio alla gioventù italiana, possa proseguire con rinnovato impegno la sua missione formativa, aggiornandola sempre più alle esigenze odierne”.

 

 

Redazione Avvenire.it

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