La materia di cui sono fatti i sogni di Walter Mitty è la bontà. Nella vita è incapace di prendere una decisione, una strada, ma quando si trasferisce nel suo sogno, allora lì diventa un eroe...
La materia di cui sono fatti i sogni di Walter Mitty è la bontà. Nella vita è incapace di prendere una decisione, una strada, si lascia scorrere tutto addosso – umiliazioni, sentimenti, desideri – tarpando quasi le ali a se stesso, ma quando si trasferisce nel suo sogno, allora lì diventa un eroe, un innamorato, un coraggioso esploratore di mondi, un vincitore.
Li conosce bene, i mondi, perché lavora a Life, la storica rivista americana, poco prima della chiusura. È il responsabile dell’archivio: il suo ufficio è scuro, ma dentro la sua testa tutto prende colore, prende la vita che lui non ha. Nelle quattro paginette scritte nel 1939 da James Thurber, uno dei più grandi disegnatori e scrittori satirici americani, I sogni segreti di Walter Mitty, il protagonista risponde seccato alla moglie, che lo importuna: «Non ti viene mai in mente che a volte magari sto pensando?».
Protegge il suo sogno, Walter, così come Ben Stiller spiega il suo. Ha preso ispirazione da questo racconto per dirigere il suo quinto film – in sala da giovedì 19 dicembre –, dargli lo stesso titolo, interpretare il protagonista e ambientare ai nostri giorni l’epica e comica battaglia di Mitty: capire chi si è, trovare la propria realizzazione, soddisfare le proprie nobili aspirazioni. «In fondo, è la storia di un uomo che vive soltanto nella sua testa e deve capire come vivere nel mondo» spiega con una breve frase il simpatico attore americano. Mitty, insomma, fa fatica a trovare il suo posto nella realtà.
Ci riesce attraverso un’incredibile avventura, dettata dalla contingenza: recuperare un fotogramma perduto, lo scatto per la copertina dell’ultimo numero di Life (e sarà una bellissima sorpresa) del famoso fotografo Sean O’Connell (interpretato da Sean Penn), una ricerca che trascinerà Mitty nel mondo reale costringendolo ad affrontare avventure in Groenlandia e Islanda. Gli servirà, perché alla fine tutti potranno scoprire l’eroe che è in lui, quello che nessuno era riuscito a vedere prima. E lui potrà scoprire quanto è bello dare seguito al sogno d’amore per la sua collega contabile, la tranquilla Cheryl (l’attice Kristin Wiig, comica in gran carriera), che spesso si trasforma nell’oggetto delle sue eroiche gesta in audaci salvataggi. Ma nel film c’è un risvolto anche drammatico: la chiusura di Life impone tagli al personale, licenziamenti.
Quanto conta per lei questa dimensione sociale?
«Il film è molto legato al mondo in cui ci troviamo e alla situazione economica. Walter ama il suo lavoro, ha cura per quello che fa, ma questo non significa che non ci siano delle potenzialità dentro di lui ancora inespresse. Quando si troverà nella situazione in cui sarà costretto ad uscire dai suoi sogni e andare nel mondo reale, quando deciderà di saltare su un elicottero per prendere quel volo che per lui sarà fatale, allora si renderà conto che ci sono altre strade che possono soddisfarlo e dargli un diverso futuro. Per questo credo che il film non sia cinico come gli altri che ho girato, sia più aperto di cuore. E per questo chiedo sia giudicato non per il numero di risate, ma per i sentimenti che esprime».
In un mondo in cui tutto tende allo straordinario e alla visibilità, Mitty è un impiegato normale, che vive in modo ordinario e nascosto. Sembra un perdente.
«Mitty è un sognatore, non un introverso, e i suoi sogni gli permettono di vivere, anche se gli impediscono di trovare legami, di creare rapporti con gli altri. Si allontana dalla realtà entrando in un’esistenza virtuale. Ma alla fine capisce che è importante vivere una vita vera. È un bel messaggio per le nuove generazioni. Siamo in un mondo in cui tutti prendono fotografie di tutto col cellulare, una società dell’immagine vorticosa, spasmodica. Io lancio un monito: non perdiamo il contatto con la realtà, pensiamo e godiamo intimamente di alcuni momenti della vita, ci sono esperienze personali di cui dobbiamo essere consapevoli, coscienti, e che vanno custodite dentro di noi».
Come passerà le prossime festività?
«Senza fare assolutamente nulla. Riposando alle Hawaii, dove mi sono spostato. Stando finalmente insieme alla mia famiglia, ho girato troppo il mondo quest’anno. All’inizio del prossimo già mi aspettano le riprese di Una notte al museo 3».
di Luca Pellegrini
tratto da: http://www.avvenire.it
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