Bertone, Bossi e le vignette di Vauro

Lo sport di tirare per la tonaca il Papa, i suoi collaboratori, i vescovi italiani è, com'è noto, disciplina nazionale. Abbiamo già fatto notare quanto sorprendente sia la posizione di coloro che fino a ieri si professavano incalliti libertini e oggi si risvegliano bacchettoni...

Bertone, Bossi e le vignette di Vauro

da Attualità

del 21 gennaio 2011

Ieri il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, a margine dell’inaugurazione di una casa di accoglienza al Bambin Gesù, ha deciso di rispondere alle domande dei giornalisti sul caso Ruby e ha detto di condividere la preoccupazione e il turbamento del Capo dello Stato.

 

«La Chiesa – ha spiegato il principale collaboratore di Benedetto XVI – spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». 

 

Non deve sfuggire il fatto che il cardinale ha parlato della moralità e della legalità con parole che si applicano innanzitutto al presidente del Consiglio, ma che vengono estese – per esplicita e c’è da supporre non certo casuale citazione – anche alla magistratura. Così come sbaglia chi pensa che la Santa Sede sia silente e prona di fronte al trono berlusconiano, sbaglierebbe chi considerasse queste pacate parole come una sorta di scomunica o una rottura delle relazioni diplomatiche.

 

È stata certamente improvvida la battuta del ministro Umberto Bossi, il quale prima ha commentato: «Penso che per loro sia facile parlare. Berlusconi si è trovato con la casa circondata, controllavano tutti, chi entrava e usciva. Perché non hanno controllato anche là?». E poco dopo, probabilmente sollecitato a farlo, ha rettificato e ridimensionato il riferimento allusivo e inaccettabile delle sue parole (perché i magistrati non hanno controllato anche chi entra ed esce in Vaticano) affermando: «Non ho mai criticato il Vaticano. Bertone è persona che stimo molto. Quando vado in Vaticano incontro lui. D’altra parte, loro fanno il loro mestiere, noi facciamo il nostro».

 

Lo sport di tirare per la tonaca il Papa, i suoi collaboratori, i vescovi italiani è, com’è noto, disciplina nazionale. Abbiamo già fatto notare quanto sorprendente sia la posizione di coloro che fino a ieri si professavano incalliti libertini e oggi si risvegliano bacchettoni in funzione anti-Cavaliere. Oppure come molti fieri oppositori di qualsivoglia intervento clericale – subito bollato come ingerenza – oggi implorino la Santa Sede e la Cei di scomunicare Berlusconi.

 

La parola della Chiesa merita rispetto. Sempre. Condividiamo le parole del cardinale Bertone e la sua preoccupazione, come pure non possiamo che fare nostro il richiamo alla moralità e alla legalità. Prendiamo decisamente le distanze dalle battutacce di Bossi e da chi, a destra e a sinistra, vuole insegnare il mestiere al Papa e alla Chiesa, pretendendo interventi quando fa comodo e rigettandoli quando non portano acqua al mulino della propria parte politica.

 

Come pure va sottolineata la grevità, la volgarità e la totale mancanza di rispetto – espressa ovviamente in nome della libertà di satira – che ieri sera è andata in onda ad Annozero, quando il vignettista Vauro ha raffigurato il Papa con il seguente fumetto: «Se a Berlusconi piacciono tanto le minorenni, potrebbe farsi prete». 

 

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