Da quando il web è entrato a scuola ne stiamo vedendo di tutti i colori. Per lo più colori piacevoli. Ai ragazzi sembra un Grande Fratello scolastico che non consente più quella furba e a volte perversa inventiva nella comunicazione di trionfi e insuccessi
del 25 ottobre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));
 
          In un vecchio film, che ho amato da bambino, un ragazzo scolasticamente demotivato, ma hacker motivatissimo, entra nel sistema informatico della scuola e modifica i voti della pagella e, in una catena di eventi imprevedibili, scatena una quasi Terza Guerra Mondiale.
          Ero solo in seconda elementare e quella possibilità (la pagella modificata, non la Guerra Mondiale) mi piaceva. Vedremo qualcosa di simile ora che le pagelle si leggeranno soltanto on-line?
          Da quando il web è entrato a scuola ne stiamo vedendo di tutti i colori. Per lo più colori piacevoli. Come insegnante faccio uso del registro elettronico da un anno e non devo più preoccuparmi dei soliti errori. Risparmio tempo e sono piacevolmente costretto alla trasparenza. Se inserisco un’assenza alle 8,05, la mamma di Annibale lo sa alle 8,06. Se invece è presente e gli ho dato un 8 o un 4, lei si organizzerà per preparargli la dovuta accoglienza a pranzo… Non devo più assicurarmi, con tecniche più o meno oblique, che i genitori sappiano. Se hanno un pc e una mail: sanno.
          Ai ragazzi sembra un Grande Fratello scolastico che non consente più quella furba e a volte perversa inventiva nella comunicazione di trionfi e insuccessi, così da evitare punizioni intempestive e favorire premi sempre tempestivi. Forse si perde qualcosa in termini di fiducia e responsabilità personale, ma viva la rapidità e trasparenza di comunicazione a scuola: i professori devono dare i voti; le famiglie sapere.
          Il web adesso diventerà protagonista anche per le pagelle. Per risparmiare sulla carta il governo ha deciso di privarci di quel rito salutare e inquieto della consegna della pagella cartacea, che comporterebbe la presenza di almeno due professori che incontrano il genitore (e il ragazzo, se vuole), anche se più spesso ci si accontenta di una già anonima segreteria.
          Ho visto genitori commuoversi di fronte al trionfo del figlio; genitori scappare vergognandosi come ladri di fronte al fallimento dello sciagurato. Se questo elemento di umanità trionfante o ferita, nella consegna della fatidica pagella, si è già perso nella maggior parte dei casi, non vedo nessun problema al risparmio di questa benedetta carta (per non parlare di quelle scuole dove le pagelle si compilano a mano e il professore si trasforma in una specie di impiegato da romanzo di Kafka). E troppa se ne spreca di carta a scuola, credetemi. Magari si potessero pubblicare sul web anche le circolari e le comunicazioni burocratiche. Sarebbe una bella educazione pratica, come quelle scuole con i cestini differenziati.
          Risparmieremo milioni di pagelle, e di euro. Ma perderemo anche il gusto un po’ vintage di un rito tremendo e dolce insieme. Tutto si consumerà freddamente davanti ad un computer. I genitori scruteranno quei voti come si fa con un giornale on-line e non potranno conservare orgogliosi quei documenti nel cassetto dei trionfi filiali. Qualcosa di umano mancherà, come per tutto ciò che si virtualizza, ma i benefici mi sembrano prevalere. Hacker a parte.
          Cambierà tutto, ma non cambierà niente. Non esiste niente di più gattopardesco della scuola. Risparmieremo carta, e di quella raffinata, perché quella delle pagelle è un po’ speciale. Risparmieremo milioni di euro. Bene, ma… aspetto il giorno in cui un decreto per lo sviluppo annuncerà che oltre a risparmiare, si investirà sulla scuola, cioè sui professori: altrimenti fra poco sarà necessario mettere sul web anche quelli.
Alessandro D'Avenia
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