1865 Letture Cattoliche: DIALOGHI INTORNO ALL'ISTITUZIONE DEL GIUBILEO - Numero dei membri della Pia Società Contratto delle Pietre lavorate per la chiesa di Maria Ausiliatrice Abolizione della via della Giardiniera - Il pittore Lorenzone e il quadro di Maria Ausiliatrice - Il maestro Giovanni De Vecchi L'Epifania e un invito al teatro - Parlate di D. Bosco alla sera - La morte improvvisa di tre fratelli: Estote parati: La Madonna e il demonio - La Madonna non gradisce gli ossequi di chi vive in peccato - Il carnevale e le anime del Purgatorio Commemorazione di Besucco - Apparizioni della Madonna; Spoleto: modo da tenersi nelle preghiere vocali.
del 04 dicembre 2006
Nel dar principio al volume ottavo delle Memorie biografiche del Ven. Servo di Dio, il sacerdote Bosco Giovanni, teniamo a ripetere alcune osservazioni già fatte' ne' volumi precedenti, che cioè quanto abbiamo esposto ed esporremo è la narrazione fedele di quanto accadde. Centinaia sono i testimoni della vita e virtù del nostro amatissimo Fondatore, moltissimi dei quali lasciarono scritto, fino dai primi anni e poi fino al termine della sua vita, ciò che videro di lui e udirono dalla sua bocca. Perfino i dialogi conservati e trasmessici, sono quali si svolsero alla loro presenza.
Questi incartamenti formano, oseremmo dire, una biblioteca. Noi scrivendo non ci siamo permessi nè estri poetici, nè esagerazioni, perchè la verità non ha bisogno di orpelli. Ciò dimostrano le deposizioni giurate da trenta testimonii nel Processo Ordinario, compiutosi nella Curia Arcivescovile di Torino, delle quali noi, colle debite licenze, ci siamo largamente giovati e ci gioveremo nel nostro lavoro.
Dopo queste premesse, rimettiamoci in via.
Il 1865 fu anno di Giubileo, che in ogni diocesi doveva durare un mese da stabilirsi dai singoli Ordinarii. Per questo D. Bosco aveva composto e dato alle stampe un opuscolo per le Letture Cattoliche del mese di febbraio col titolo: Dialoghi intorno all'istituzione del Giubileo, colle pratiche divote per la visita delle Chiese pel sacerdote Bosco Giovanni.
“ Sotto questo titolo  così l'Unità Cattolica dell'II marzo,  si è pubblicato testè il secondo fascicolo delle Letture Cattoliche di Torino. Scopo principale di esso è di dare una giusta idea del Giubileo e farne conoscere ai cristiani la vera origine. Inoltre come per appendice, si aggiungono alcune pratiche religiose che possono servire per la visita delle tre Chiese, secondo che viene prescritto dal Romano Pontefice nel promulgare il presente Giubileo. Questo fascicolo per la sua dicitura piana e per lo stile semplice e famigliare si raccomanda ad ogni ceto di persone. Si vende presso alla tipografia dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, prezzo L. 0,15 ”.
Sul frontispizio si leggeva: “ Beato quel popolo che sa che cosa sia Giubileo: infelici coloro che per negligenza o per inconsiderazione lo abbiano trascurato colla speranza di pervenire ad un altro (Card. Gaetani, Del Giub., 15). ” Alla prefazione faceva seguito l'Enciclica del Sommo Pontefice e il libretto terminava con tre considerazioni: la confessione; la santa Comunione; la limosina. Si proponevano anche tre meditazioni; il pensiero della salute; il pensiero della morte; il giudizio. Questo opuscolo incontrò talmente il favore dei fedeli che D. Bosco dovette affrettarsi a farne una ristampa con qualche aggiunta, per eccitare nei lettori la divozione a Maria SS.
La Pia Società Salesiana contava circa ottanta membri fra i quali undici sacerdoti. Alcuni si erano ritirati dal pio sodalizio, ma altri avevano preso il loro posto. Il piccolo Seminario di Mirabello prosperava, il Collegio di Lanzo incominciava a dar buoni frutti e sul finire del 1864 D. Pestarino aveva affrettato il principio dell'opera sua in Mornese, ponendo la prima pietra di un Collegio destinato per l'educazione della gioventù maschile. Grandiosa era stata quella solennità anche per l'intervento della banda musicale di Lerma.
D. Bosco intanto, con fiducia sempre crescente, preparava quanto era necessario perchè proseguissero con alacrità le costruzioni della chiesa di Maria Ausiliatrice. Il 1° di gennaio firmava il contratto delle pietre da taglio del Malanaggio coi signori Ferraris e Compagnia, residenti in Torino. Quelle occorrenti pel basamento interno della chiesa, cioè pei zoccoli senza cornice, dovevano essere consegnate e messe al posto nel prossimo mese di marzo per il prezzo di lire 150 per ogni metro cubo: le basi delle colonne colle cornici lavorate a grana fina, dette a martellina, sarebbero messe in posa nella prima metà del mese di aprile, al prezzo di lire 250, come sopra. La misura delle pietre si farebbe geometricamente in base delle sole dimensioni obbligatorie.
D. Bosco adoperavasi eziandio per acquistare uno spazio che era frapposto tra le costruzioni della chiesa e l'Ospizio.
Infatti da una copia del progetto di convenzione del 16 gennaio 1865 (Valdocco, Al. Bellezza) si ricava che tra D. Bosco e la signora Caterina Novo Vedova Bellezza si erano stabilite delle condizioni per la soppressione della via della Giardiniera e per la sostituzione di un'altra in prolungamento della via Botta. In questa copia di progetto, che all'originale è firmato dall'Avv. J. Troglia, si possono vedere ben determinate le particelle catastali.
Ma il gran pensiero di D. Bosco era il quadro di Maria SS.
Ausiliatrice da collocarsi sull'altar maggiore del Santuario in costruzione.
Quando tenne la prima seduta col pittore Lorenzone che doveva dipingerlo, fece meravigliare coloro che erano presenti per la grandiosità delle sue idee. Espresse il suo pensiero così: - In alto Maria SS. tra i Cori degli Angeli; intorno a lei, più vicini gli apostoli, poi i cori dei martiri, dei profeti, delle vergini, dei confessori. In terra gli emblemi delle grandi vittorie di Maria e i popoli delle varie parti del mondo in atto di alzar le mani verso di lei chiedendo aiuto. - Parlava come d'uno spettacolo che avesse già visto, precisandone tutte le particolarità. Lorenzone lo ascoltava senza trar fiato e come Don Bosco ebbe finito:
- E questo quadro dove metterlo?
- Nella nuova chiesa!
- E crede lei che ci starà?
- E perchè no?
- E dove troverà la sala per dipingerlo?
- Ciò sarà pensiero del pittore.
- E dove vuole che io trovi uno spazio addattato a questo suo quadro? Ci vorrebbe piazza Castello. A meno che non voglia una miniatura da guardarsi col microscopio.
Tutti risero. Il pittore colle misure alla mano, colle regole della proporzione, dimostrò il suo assunto. D. Bosco fu un po' spiacente, ma dovette convenire che il pittore aveva ragione. Quindi fu deciso che il dipinto avrebbe compreso solo la Madonna, gli apostoli, gli evangelisti e qualche angelo. A piedi del quadro, sotto la gloria della Madonna, si porrebbe la casa dell'Oratorio.
Preso in affitto un altissimo salone del Palazzo Madama, il pittore si mise all'opera: il lavoro doveva durare circa tre anni. Il quadro era già quasi finito, quando si accorse che il magnifico leone posto a fianco di S. Marco attraeva così a sè lo sguardo, da distogliere alquanto l'attenzione dal soggetto principale. Dovette quindi dargli una posa meno viva. La Madonna gli riuscì veramente stupenda.
“ Un giorno, narra un prete dell'Oratorio, io entrava nel suo studio per vedere il quadro. Era la prima volta che m'incontrava con Lorenzone. Egli stava sulla scaletta dando le ultime pennellate al volto della sacra immagine di Maria. Non si volse al rumore che io feci entrando, continuò il suo lavoro, di lì a un poco scese, e si mise ad osservare come fossero riusciti quei suoi ultimi tocchi. A un tratto si accorge della mia presenza, mi prende per un braccio e mi conduce in un punto della luce del quadro e: - Osservi, mi dice, come è bella! Non è opera mia, no; non son io che dipingo; c'è un'altra mano che guida la mia. Ella a quel che mi pare appartiene all'Oratorio. Dica adunque a D. Bosco che il quadro riuscirà come desidera. - Era entusiasmato oltre ogni dire. Quindi si rimise al lavoro .
E noi aggiungiamo che allorquando il quadro fu portato in chiesa e sollevato al suo posto, Lorenzone cadde in ginocchio prorompendo in un dirotto pianto.
Dopo la pittura, la musica in onore di Maria.
Don Bosco sul finire del 1864 aveva affidata al maestro Giovanni De-Vecchi l'istruzione della banda musicale dell'Oratorio. Fu un'ottima scelta, perchè essendo il maestro uomo di genio, conoscitore profondo della sua nobile arte, e instancabile nel procurare che gli allievi approfittassero delle sue lezioni, per quasi venti anni scrisse per loro bellissime composizioni di ogni genere, sacre e profane. Queste musiche in chiesa, nel cortile, in teatro, eccitavano ad entusiasmo gli uditori.
Il 6 gennaio, festa dell'Epifania del Signore, si replicava nell'Oratorio la rappresentazione drammatica: La casa della fortuna, alla presenza di molti generosi benefattori che consideravano le imprese di D. Bosco come proprie.
Ci fu conservato l'invito che il Servo di Dio mandava alla famiglia del Marchese Fassati, che attendevalo a pranzo, e per mezzo di essa alla Duchessa di Montmorency:
Gentil.ma signora Azelia,
Grazie del cortese invito: farò di approfittarne, ma intanto non potrebbe Ella fare un bel progetto, che potessero essi venire egualmente in quel giorno, dimani? Chi sa che la Signora Duchessa, mossa dal desiderio di vedere e di udire le meraviglie di Gianduia, non si risolva ad intervenire anch'essa?
Cominci a preparare i punti della discussione negli uffizi; il pubblico dibattimento sarà venerdì.
Dio la benedica ed i Re Magi le portino una grande volontà di farsi santa.
A Papà, Maman, alla Sig. Duchessa giorni felici. Preghi anche per me che le sono con gratitudine
Torino, 5, 1865,
Obbl.mo Servitore
Sac. Bosco GIOVANNI.
 
Così era incominciato l'anno 1865. Le cure materiali anche nel promuovere le opere buone sogliono raffreddare,  o molto o poco, l'intensità dell'ardore per le cose spirituali in coloro che non sono perfetti nella virtù. In D. Bosco non fu così. Egli non cessò per un solo istante della sua vita di anelare, come ad unico scopo, alla salute delle anime. Questa affermazione è confermata anche dalle parlate che D. Bosco faceva di continuo ai giovani dopo le orazioni della sera. Riproduciamo quelle che sono brevemente riferite dalla nostra cronaca, distinte colla data del giorno.
2 gennaio 1865
Sono già scorsi due giorni, miei cari figliuoli, da che è incominciato l'anno. L'avete voi incominciato bene? L'avete incominciato; siete voi sicuri di finirlo? Verso le 11 della sera dell'ultimo giorno dell'anno 1864 il fratello del Ministro Della Rovere era al tavolino che spediva alcuni affari, quando all'improvviso un colpo apoplettico lo assale: all'una dopo mezzanotte era già morto senza poter ricevere i Sacramenti della confessione, Comunione e Olio Santo. Buon per lui che era un buon cristiano, e mi assicurano i suoi amici che il giorno di Natale aveva fatto le sue divozioni. Speriamo che il Signore l'avrà ricevuto nella beata pace del cielo. Vedete! Erano tre fratelli: il Ministro, quello di cui vi parlo, ed uno gesuita a Roma; in quaranta giorni tutti e tre passarono all'eternità colpiti dalla stessa morte. Al principio dell'anno 1864 avranno pensato che quello era l'ultimo della loro vita? Stiamo preparati adunque, perchè quando meno lo penseremo, il Signore verrà a chiamarci. E allora che faremo? Le morti di apoplessia sono di due sorta: l'improvvisa e la repentina. L'improvvisa è quella che viene quando noi non siamo preparati: la repentina è quando ci sorprende, ma preparati. Venga pure la morte repentina, ma Dio ci liberi dall'improvvisa.
Miei figliuoli, se venisse ora la morte, sareste voi preparati? La maggior parte spero di sì; ma alcuni disgraziatamente no, perchè sono in peccato mortale. Oh! se essi vedessero che brutto ceffo hanno alle spalle, inorridirebbero. È già qualche tempo che io li voglio avvisare e finora ho ritardato sperando che si convertissero; ma ora aspetterò solo alcuni giorni e poi li avviserò. Se io volessi potrei accennarveli ad uno ad uno, ma in pubblico no. Però questi poveretti stiano sicuri che io li avviserò. Il demonio, miei cari figliuoli,  gira intorno a voi ed io lo vedo, cercando di divorarvi. Esso viene dietro alle vostre spalle ed ora vi prende e tiene per un piede ed ora per l'altro, sperando di farvi cadere: ed ora vi afferra per tutti due i piedi. Ma avete dinanzi una bella Matrona, la quale vi porge la mano e voi sostenendovi a quella è impossibile che cadiate. Che direste di certuni che in tanto pericolo rifiutano il soccorso della bella Matrona, respingono quella mano benedetta, le dànno sopra dei colpi, e l'addentano infuriati? La Matrona ritira la sua mano e dice loro: - Infelici! Voi rifiutate il mio soccorso? Ebbene perdetevi, giacchè così volete. Io ho fatto di tutto per salvarvi: siete voi che non avete voluto, voi la sola causa della vostra perdizione.
Miei cari figliuoli, quel brutto ceffo è il vostro nemico, il demonio; la bella Matrona è Maria SS.ma.
5 gennaio.
Maria SS. non gradisce gli ossequi di quelli che vogliono continuare a vivere in peccato. Vi fu un uomo il quale da molto tempo offendeva gravemente il Signore, mentre tutti i giorni non tralasciava mai di salutare con qualche preghiera ed invocazione la Madre di Dio. Perseverando egli in questa divozione, e continuando nella vita disordinata, una notte gli apparve la gloriosa Madre delle misericordie. Innanzi a lei andava un bellissimo giovanetto, il quale portava in mano un piatto pieno di cibi delicatissimi e preziosi. Questi cibi erano coperti con un tovagliolo molto brutto, macchiato e puzzolente. La Madonna invitava quel tale a gustare di quelle vivande, ma questi nauseato le rispondeva: - 0 Madonna cara, quel tovagliuolo è così schifoso, che lo stomaco non mi regge a mangiare. E a me, soggiunse Maria SS. non possono piacere le tue devozioni, per i molti peccati che vai commettendo. Come questi cibi piacerebbero a te se non fossero coperti da questa tovaglia così brutta, così piacerebbero, e molto, a me le tue divozioni, se non vedessi le colpe delle quali è insozzata l'anima tua. - Dette queste parole disparve, e quel poveretto, vinto da quel rimprovero materno, andò a confessarsi, mutò vita, e perseverò nel bene.
8 gennaio.
Miei cari figliuoli, ieri è incominciato il carnevale. Voglio che anche voi facciate un carnevale allegro: quindi vi saranno alcuni trattenimenti nel teatrino alla sera, vi sarà qualche cosa di più in refettorio, ed eziandio altri divertimenti secondochè parrà ai Superiori. Ma questo non è tutto. Voglio che al carnevale corporale ne aggiungiate uno spirituale, e ve ne dirò il motivo. Vi è uno il quale in mezzo a voi vorrebbe fare il suo carnevale e questo è il diavolo ed io non voglio che lo faccia a vostre spese. Quindi io desidero che incominciando da oggi, voi facciate tutti i giorni un piccolo fioretto: ed ecco con quale scopo. Per quell'anima del purgatorio, che ha bisogno di quell'opera buona che farete, per andare in Paradiso.
Voi vedete quante anime possiamo condurre con questo mezzo al trono di Maria. Siamo qui più di 500 studenti e se tutti faremo un piccolo atto di devozione al giorno, osservate quante anime in due mesi noi libereremo da quelle pene, e quanti amici avremo in paradiso che si professeranno obbligati a noi per l'anticipazione della gloria celeste, e pregheranno per noi. E quanti vantaggi ritrarremo dall'intercessione di queste anime salvate da noi, senza contare che il nostro purgatorio sarà più breve, perchè il Signore ci tratterà secondo avremo noi trattato gli altri. Tutti poco o molto dovremo toccare il purgatorio; quindi pensiamoci prima. Ciò che io vi ho detto, non l'ho detto per conto mio (il che indicava essere la Madonna che faceva la proposta). Vi basti solo sapere che è una pratica carissima a Gesù ed a Maria. Maria attende da voi questa bell'opera.
9 gennaio.
Oggi è corso un anno dacchè il nostro Besucco passava all'eternità. È ben giusto che in questo stesso giorno io ne faccia la comme­morazione. Egli moriva tranquillo e una sola pena era quella che affliggevalo in punto di morte. Questa non era l'aver menato una vita cattiva, non era l’avere taciuto peccati in confessione, non era l'aver mancato di carità coi compagni o di obbedienza ai superiori, non era aver scandali da riparare, ma solamente non avere amato il Signore come si meritava!
2 gennaio.
Vi voglio contare cose magnifiche stassera. La Madonna si degnò comparire molte volte in questi pochi anni ai suoi divoti. Comparve in Francia nel 1846 a due pastorelli, dove, fra le altre cose, predisse la malattia delle patate e dell'uva, come avvenne: e si doleva che la bestemmia, il lavorare alla festa, lo stare in chiesa come i cani avessero accesa l'ira del suo Divin Figlio. Comparve nel 1858 alla piccola Bernardetta presso Lourdes raccomandandole che si pregasse per i poveri peccatori. A Taggia la Madonna mosse gli occhi. A Vicovaro mosse pure gli occhi alla presenza di molti testimoni. A Spoleto l'immagine della  Madonna fa continuamente strepitosi miracoli.
E’ singolare, formando quasi un acrostico, ciò che si può far risultare da ciascuna lettera della parola latina SPOLETUM. S: sancta; P: parens; 0: omnipotentis; L: legiferi; E: et; T: totius; U: universi; M: mater, ovvero ei tutrix universi Maria. Ciò indica lo stesso che: Maria, Auxilium Christianorum.
Leggevo stassera nel Giardinetto di Maria di un altro strepitoso fatto avvenuto in Toscana. L'immagine di Maria comparve improvvisamente sul muro di una casupola. Qualcuno la vide e sentendosi nascere nel cuore confidenza in Maria, più di un infermo toccando l'immagine colle membra ammalate guariva all'istante. La fama non tardò a spargersi e gran numero di persone accorrevano a quell'immagine. Il governo mandò i carabinieri per far cessare quelle adunanze e proibì alla gente di accostarsi a quella casetta; ma ad ogni individuo che era arrestato cento altri si portavano a quel luogo, e l'affluenza delle moltitudini cresceva. Fu fatto innalzare, un muriccio davanti ad essa, ma l'immagine comparve stampata sul nuovo muro. Allora si pensò a coprire il muro con un tavolato, ed anche su quel tavolato si portò l'immagine. L'entusiasmo del popolo cresceva. Gli stessi carabinieri, mandati come dicevano gli empi per far cessare quella superstizione, alla vista di quello spettacolo cadevano anch'essi in ginocchio a pregare.
E noi, o miei cari figliuoli, siamo eziandio in mezzo alle grazie e ai miracoli della Madonna. Quando avrò tempo, vi narrerò minutamente quello che la Madonna si degnò fare qui nella casa. Voi mi direte:- Che cosa significano queste apparizioni di Maria?- Son segni di misericordia, miei cari figliuoli! La Vergine Santa è nostra madre e vedendo i grandi pericoli che sovrastano ai suoi figliuoli corre a salvarli. Volete voi essere cari a questa Madre celeste? Praticate quella virtù che a lei è più cara, la virtù della castità.
L'opera buona che stassera vi suggerisco è questa: quando pregate, pensate a quel che fate. Pregando, parlate con Dio: parlare, vuol dire pronunziar bene le parole in modo da essere intesi: quindi pregando, recitate adagio le preghiere e collo stesso tono di voce, col quale parlereste ad un amico a voi caro.
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