Capitolo 2

Un'arte di D. Bosco nella direzione spirituale dei figli del popolo - Le conferenze annesso all'Opera di S. Vincenzo de' Paoli negli Oratorii festivi - Rendiconto della conferenza annessa dell'Angelo Custode in Vanchiglia riguardo al suo operato nel 1861: i Premii ai clienti: frequenza alla Comunione: libri cattivi distrutti: le orazioni del mattino e della sera: offerta di una madre in riconoscenza della buona condotta di suo figlio.

Capitolo 2

da Memorie Biografiche

del 30 novembre 2006

 Lo zelo di D. Bosco pel bene spirituale de' suoi alunni, la divozione ardente che sapeva istillare nel cuor loro per la Regina del Cielo, la cooperazione di questa nel rendere efficaci le sante industrie, che dovevano portar frutti di salute eterna, tenevano vive e facevano fiorire nella Casa di Valdocco le varie Compagnie e i quattro Oratorii festivi della città. Di questi pure, benchè avesse ormai assicurato il valente aiuto di preti, chierici e secolari per l'assistenza e l'istruzione religiosa, egli stesso in persona continuava a prendersi una gran cura specie nel tribunale di penitenza.

Gli artigiani più adulti lo preferivano ad ogni altro confessore, perchè lì trattava con tanta carità, parlava loro di Dio, della sua misericordia, della vita eterna con una unzione che, li commoveva; e aveva pronti certi modi e certe frasi, varie all'infinito, singolari, inaspettate per far rivivere sodi proponimenti nelle loro anime. A questo proposito D. Turchi Giovanni scrisse: “ Mi narrava un giovane già adulto, che stette nell'Oratorio più anni, ed è tuttora vivente in Torino, (1895) e sempre uomo di religione, che andato alla sera, come soleva, a confessarsi da D. Bosco, era rimasto l'ultimo di quanti l'attorniavano. Già incominciava a farsi buio, e D. Bosco, udita la sua confessione, gli disse: - Hai fiammiferi? - Sì, che ne ho! - rispose quegli, e già li ricercava in tasca, credendo che D. Bosco volesse accendere un lume. Ma D. Bosco gli soggiunse: - Ebbene: accendi un po' d'amor di Dio nel tuo cuore ”.

Per le ragioni sopra esposte non era cessata, e per più anni ancora durò nei tre Oratorii festivi l'Opera delle Conferenze annesse alla Società di S. Vincenzo de' Paoli. I numerosi loro membri con varii socii delle Conferenze maggiori, si radunavano presieduti da D. Bosco, secondo il costume di ogni anno, per rendere conto del bene fatto nell'anno antecedente. Tali relazioni pur troppo andarono tutte smarrite, anche quelle riguardanti il 1861, lette nel 1862 dai Relatori delle Conferenze di S. Francesco di Sales in Valdocco, e di S. Giuseppe a Borgo Nuovo. Ci fu però conservato il rendiconto di quella meno numerosa, stabilita nell'Oratorio dell'Angelo Custode in Vanchiglia, del quale era Direttore D. Rua.

 

Carissimi Confratelli,

 

Nel consesso delle numerose Conferenze di S. Francesco di Sales e di S. Giuseppe, la piccola e quasi microscopica Conferenza dell'Angelo Custode non oserebbe pur comparire; ma giacchè si ebbe la bontà di volerla prendere in considerazione e di farle onorevole invito d'intervenirvi, prende coraggio e si presenta per fare il suo breve rendiconto dell'anno 1861. Nè grandi nè numerose i certamente sono le opere compiutesi dalla nostra Conferenza, tuttavia, malgrado la nostra fiacchezza e picciol numero, dobbiamo ringraziare Iddio, che pare aver voluto anche di noi servirsi per operare un po' di bene.

La Conferenza conta una decina di confratelli e una ventina di clienti. Nel corso dell'anno si tennero assiduamente le conferenze alla domenica, che furono costantemente frequentate da non meno di 8 confratelli. Si fecero pure le questue, e benchè la borsa dei nostri confratelli sia molto meschina e piena per la maggior parte d'aria, ciò non ostante in tutto l'anno si raccolse la somma di L. 24,48, che, unite al fondo di L. 5,60 avanzo dell'anno precedente, diedero la somma di L. 30,08. Il nostro obolo non avrebbe bastato alle spese necessarie  per provvedere i premi pei nostri clienti; ed in nostro soccorso venne il Consiglio centrale colla somma di L. 10, vennero pure L. 8, quota della questua fattasi nell'adunanza generale delle Conferenze annesse; e con ciò potemmo essere in grado di non mai far sospirare i premii ai piccoli clienti, che di quando in quando, presentandosi coi loro venti bolli sul libretto festivo, giustamente, sebbene rispettosa­ niente, facevano valere il loro diritto ad una ricompensa; e mostrando i loro abiti sdrusciti e la punta dei piedi che faceva capolino fuori delle scarpe, non davano campo a dilazione alcuna. Pertanto le spese per i premii furono di L. 41,80 impiegate tutte in oggetti di vestiario. Sebbene: piccolo sia il nostro numero, tuttavia consolante fa l'assi­duità con cui i confratelli intervennero alle conferenze, consolante il loro impegno per provvedere al bene dei loro clienti e pel buon an­damento in generale dell'Oratorio. E l'esperienza di quest'anno ci fece vedere quanto sia necessario per infervorarsi nella carità ed essere co­stanti nell'intervenire alle Conferenze, l'accostarsi il più spesso che si può ai SS. Sacramenti. E grazie a Dio le loro cure non mancarono di corrispondenza dalla parte dei clienti, che intervennero in generale anch'essi con maggior assiduità all'Oratorio, si accostarono pur essi con maggior frequenza ai SS. Sacramenti e migliorarono la loro con­dotta. Volendo poi venire ai particolari, merita di essere notato come alcuni dei nostri ragazzi corsero pericolo a motivo dei cattivi libri, che si vanno ovunque diffondendo e che pure erano stati messi nelle loro mani. Essi davansi già incautamente a leggerli, ma scoperti tali libri dai confratelli, furono tosto ritirati e consegnati alle fiamme; mentre per altra parte si pensò a provvedere loro qualche altra tuona lettura.

   Vedendo poi come talvolta si rimaneva in dubbio sul numero dei punti da distribuirsi al clienti fra le deliberazioni che si presero nelle Conferenze, una fu di affidare esclusivamente ai confratelli la cura di catechizzarli ed assisterli in chiesa, onde meglio assicurarci del loro intervento e buona condotta. Ora avvenne che si scoprì, ap­punto durante il Catechismo, la profonda ignoranza in cui si trovava un cliente non solo riguardo alle verità della religione, ma eziandio nelle cose che più comunemente si sanno, vale a dire nelle preghiere del mattino e della sera. Fu interrogato il cliente se la madre non gli insegnasse le orazioni ed egli semplicemente rispose che sua madre non aveva tempo. A ciò non si tenne contento il suo patrono, ma, andando a visitarlo a casa alla domenica, s'informò se veramente la madre non potesse ciò fare; e dalle sue parole proprio brava che non potesse trovare un ritaglio di tempo per insegnargli a pregare. Il patrono avrebbe desiderato fargli imparare le orazioni egli stesso, ma ne' giorni feriali non poteva averlo seco e fargliele dire. Si ricorse ad un altro espediente: si guardò se per caso nel luogo, dove il ragazzo lavorava, fossevi qualche caritatevole persona, che volesse prendersi l'incarico di fargliele ripetere ogni giorno parola per parola. E si trovò appunto una buona vecchia che a ciò si accinse. Ma che? La madre saputo che un'altra donna adempiva verso il suo figlio quest'ufficio sì importante di madre, fu punta da onoratezza e disse: - E come? io penso tutto il giorno per il corpo de' miei figliuoli, e che non abbia a pensare per l'anima loro? In fin dei conti è pur a me che il Signore dimanderà ragione dell'educazione de' miei figli. - Stimolata da tali pensieri si recò a trovare quella buona vecchia, la ringraziò della carità usata al suo figlio e d'allora in poi balzando un po' più presto al mattino dal letto e ritornandoci qualche minuto più tardi alla sera, si mise ad insegnare essa stessa al suo figliuolo le preghiere; e nello scorcio di qualche mese gliele fece imparare.

Un altro fatto avvenne ancora che ci edificò e ci fece vedere quanto i parenti dei clienti godano, che i confratelli della Conferenza si pren­dano cura de' loro figliuoli. Durante l'anno scorso avvenne che nella Capella dell'Oratorio si appiccò il fuoco all'altarino della Madonna in un'ora, che quasi nessuno trovavasi all'Oratorio. Fortuna che un confratello della Conferenza, nel desiderio di passare nell'Oratorio tutto il tempo che gli era possibile, già vi si era recato. Pertanto egli pel primo vide il fumo ad uscir per le tegole, e tosto sospettò ciò che potesse essere; laonde accorsovi con altre persone potè per tempo spegnerlo ed impedire danni maggiori. Ciò non ostante, calcolando il guasto di già arrecato, si vide essere montato a più di L. 30. E L. 30 pel nostro Oratorio erano sicuramente una gran somma. Epperò nella predica si raccontò il caso avvenuto e per due domeniche con­secutive si domandò l'elemosina per l'altarino. Ciascuno per allora offrì quanto la generosità gli suggeriva e la borsa gli permetteva. Ma parecchie settimane dopo si presenta all'Oratorio la madre d'un cliente e dimandando del Direttore, fu a lui condotta. Giunta da lui fruga per le tasche, trae fuori uno scudo, e commossa per la gioia glielo presenta per le spese  dell'altarino. Era quello scudo frutto dei suoi risparmi. Ella era sommamente contenta, perchè il suo figliuolo da alcuni anni era assistito dai confratelli della Conferenza; era som­mamente contenta perchè il suo figliuolo corrispondendo andava fa­cendo progresso nella virtù. Perciò riconoscente all'Oratorio per le cure usate al suo figlio, si credette in dovere a non guardare a priva­zioni, onde poter anch'essa concorrere ad onorare la Madonna. La sua oblazione non si voleva accettare, ma ella tanto ne pregò il Diret­tore da fargliela ricevere; solamente mostrò desiderio che si impiegasse, onde provvedere una corona per la statua di Maria, nel che fu prontamente esaudita, giacchè aggiungendo altra piccola somma a quella da lei offerta, si potè comprare una bensì modesta, ma tuttavia discretamente bella corona da fregiare regalmente il capo dell'Immacolata Vergine nel di appunto dell'Immacolata Concezione.

         Ora nel timore d'aver forse già attediata questa rispettabile udienza, terminerà questo rendiconto esternando un vivo desiderio e bisogno nostro, qual si è che altri preghi per noi. E cogliendo questa favorevole occasione noi ci raccomandiamo ai confratelli della Conferenza di S. Francesco di Sales, ai confratelli della Conferenza di S. Giuseppe, a tutti questi rispettabilissimi signori, che si sono degnati di onorarci colla loro presenza e coi loro luminosi esempi ci sono di modello nel bene operare e di stimolo ad esercitare la carità, ci raccomandiamo, dico, caldamente a voler pregare per noi S. Vincenzo de' Paoli, affinchè ci mandi un più copioso numero di confratelli e tutti ci riempia di un santo zelo, onde sopperire agli urgenti spirituali bisogni, che si manifestano nella gioventù di quella parte di Torino, che la nostra Conferenza ha specialmente di mira. E fiduciosi di essere da voi esauditi nel nostro desiderio, auguriamo a tutti voi ogni benedizione del Signore e l'assistenza della Beata Vergine, in tutte le opere che sarete per intraprendere a vostra ed altrui santificazione.

 

 

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