Capitolo 3

Don Bosco è trattenuto nell'Oratorio dalla neve - Discorsi famigliari: norme ai chierici per la predicazione - Letture Cattoliche - Lettere a due sacerdoti lucchesi: Don Bosco raccomanda le Letture Cattoliche ed i lavori della Chiesa di Maria Ausiliatrice: promette preghiere ad un nuovo parroco - Lettera al cavaliere Oreglia: gli dà commissioni per varie persone di Roma: a Torino àvvi caro di pane, neve e freddo: previsione di malanni: la Madonna provvede per la chiesa e per la casa - Altra lettera alla Presidente di Tor de' Specchi per un altare da erigersi nella chiesa di Maria Ausiliatrice - Al Direttore del Collegio di Lanzo: ringrazia i giovani delle lettere d'augurio: raccomanda la carità vicendevole e la visita frequente al SS. Sacramento; consigli al Direttore.

Capitolo 3

da Memorie Biografiche

del 07 dicembre 2006

 Nei primi giorni di gennaio Don Bosco scriveva al nobile giovanetto Ottavio Bosco di Ruffino:

 

Carissimo Ottavio,

 

La neve caduta e quella che densa va cadendo mi priva del piacere di godere questa sera la cara tua compagnia a pranzo. Debbo pertanto limitarmi ad augurarti buon viaggio, e dimani farò per te una speciale preghiera nella Santa Messa.

Auguro ogni bene a te, alla signora Maman e sorella Giulia e raccomandandomi alla carità delle preghiere di ognuno mi professo con sentita gratitudine nel Signore,

Torino, 3 del 68.

 

Aff.mo amico

Sac. GIOVANNI BOSCO.

 

 

 

L'assenza quasi totale dei visitatori, causa quelle intemperie le quali lo costringevano a rimanere in casa, gli procuravano molte ore tranquille; ed egli impiegavale nell'intrattenere in privato gli alunni sulle circostanze del sogno e nel dare spiegazioni e consigli a quanti ne lo richiedevano. Specialmente i preti e i chierici godevano di poter conversare con lui, poichè avevano sempre qualche cosa da imparare.

Una di quelle sere vi fu chi gli domandò in qual modo un prete, specie se novello, potrebbe cavarsi d'impaccio caso mai, in angustia di tempo, fosse invitato a fare un panegirico. Don Bosco gli rispose:

 - Sarà bene prevenire questi casi, ed io ti consiglierei che fin d'ora tu incominciassi a preparare alcune prediche le quali possano, in un bisogno, valere per qualunque circostanza. Per es. componi la prima predica sulla Madonna prendendo a dimostrare: 1° la Madonna essere Madre di Dio; 2 ° la Madonna madre nostra. È un argomento che vale per tutte le feste di Maria. Così pure in previsione generica di qualche altro panegirico togli a trattare di una virtù, quale sarebbe la carità, o l'obbedienza, o la preghiera, o la purità, ecc.; in modo che con qualche particolare addizione possa servire per qualunque santo, presentandolo come modello di questa o quella virtù che tu hai scelta pel tuo soggetto.

Altri gli chiesero qualche avviso sul metodo di predicare con profitto delle anime ed egli disse loro:

 - Non solo devesi studiare e ordinare l'argomento del quale si ha a trattare, ma è da tener conto del tempo nel quale si deve salire in pulpito. La chiesa stessa ci ordina di celebrare le feste temporibus suis e il predicatore deve assecondare le intenzioni della Chiesa. Per esempio per l'Avvento e pel salito Natale si dovrebbe aver di mira di preparare argomenti che possano disporre gli uditori a far sante accoglienze a Gesù Bambino. Così nella quaresima la predicazione dovrebbe aver lo scopo di condurre alla penitenza i peccatori, per la salvezza dei quali Gesù ha data la sua vita sulla croce. Per la Pentecoste si può trattare dei doni dello Spirito Santo, della fondazione della Chiesa, dei miracoli dell'Apostolato, delle vittorie dei martiri, delle glorie del Papato, ecc., ecc.

E continuava:

 - Il predicatore deve badare agli uditori i quali possono essere classificati: riguardo all'età, riguardo alla condizione sociale, riguardo alla coltura.

” Se gli uditori sono giovanetti, bisogna che l'oratore si abbassi al livello della loro intelligenza e non dia pane a chi non ha denti per masticarlo, ma latte, come dice S. Paolo a que' di Corinto. Con questa sorte di uditori cerchi il predicatore di far entrare nelle loro menti la verità per mezzo di esempi, di fatti, di parabole e farà profitto. E per qualunque argomento ne troverà sempre. Il suo libro di testo sia il catechismo, il quale dovrebbe pur servire come tale per ogni sorta di persone.

” Riguardo alla condizione degli uditori deve saper regolare il suo dire secondo il posto che quelli occupano nella società. Certamente che non si deve dire ai poveri ciò che è necessario inculcare ai ricchi, né ai servi o ai dipendenti ciò che si è obbligati ad esporre ai signori; oltre i precetti comuni, sono imposti da Dio varii e diversi doveri alle varie classi sociali. Ma il miele della carità temperi l'amarezza del rimprovero. Non si offendano le persone con ironie o invettive; specialmente nelle piccole borgate non si dica parola che possa essere giudicata allusiva alla condotta di qualche individuo. Si ometta pure ogni accenno a cose politiche. Si cerchino testimonianze di ciò che si espone, dalla Santa Scrittura e specialmente dai fatti e dalle parole di N. S. Gesù Cristo; e così nessuno potrà aversela a male, se certe verità sembreranno un po' dure. Parlando per es.: ai ricchi dell'obbligo che hanno di fare elemosina, senza inveire sulla durezza dei cuori, basterà senz'altro narrar la parabola del ricco Epulone.

” Riguardo alla cultura l'oratore sacro deve adoperare quelle maniere di esporre che possano essere senza alcuna difficoltà intese, se l'uditorio è composto di persone rozze.

Con queste bisogna adattarsi al loro linguaggio, pensare com'esse pensano, trasportarsi nell'ambiente dove vivono: il campo, l'officina, il laboratorio e le varie professioni manuali. Così faceva il Divin Salvatore predicando alle turbe della Galilea, composte da agricoltori, pastori e pescatori. Se gli uditori sono colti, senza dubbio va più ornato il discorso, ma nei limiti che sono prefissi alla parola evangelica. Il maggior ornamento si è una grande chiarezza, nelle parole, nei pensieri, negli argomenti. L'oratore sacro attinga la sua eloquenza non dalla sapienza del mondo, ma parli secondo lo spirito di Dio. E non divaghi in polemiche. Fare in pulpito le obbiezioni dottrinali e poi scioglierle, non è un metodo da tenersi, imperocchè un certo numero di uditori, seguendo l'impulso di un certo spirito di contraddizione, si mettono, anche senza avvedersene, dalla parte dell'obbiezione e ascoltano come giudici. Ciò impedisce talora, che si riesca a produrre tutto l'effetto desiderato. E bisogna anche notare che talvolta le risposte alle obbiezioni non sono sempre capite, ma spesse volte fraintese; e in certe menti restano impressi più gli errori che le verità opposte. Queste controversie si debbono lasciare ai dottori, forniti di ingegno non comune e di scienza acquisita con lunghi e pazienti studi. Questi le tratteranno, in modo, tempo e luogo conveniente, nelle grandi città ove se ne scorga il bisogno, e ad uditorio preparato a seguire lunghi e sottili ragionamenti.

” Se in un paese vi fossero eretici, il predicatore badi a non inasprire menomamente gli erranti. Le sue parole spirino sempre carità e benignità. Si confutino i loro errori e sofismi provando semplicemente con solidi argomenti le verità contestate. Prevenendo le obiezioni, si tolgono le armi dalle mani dei nemici. I testi scritturali che sogliono addurre falsati per combattere, esponiamoli nel loro vero senso, e procediamo con questi a svolgere la nostra tesi. Le invettive non ottengono le conversioni: l'amor proprio si ribella. Era questo il metodo che teneva S. Francesco di Sales e che era da lui consigliato. Egli narrava che i protestanti correvano in folla ad udirlo e dicevano che loro piaceva, perchè non lo vedevano infuriarsi come i loro Ministri ”.

Intanto era stato pubblicato il fascicolo di gennaio delle Letture Cattoliche, col titolo: I Papi da S. Pietro a Pio IX. Fatti storici.

In questo libretto si rendono manifeste le grandi azioni del Papato: lo zelo e l'eroismo dei Papi nel sostenere le persecuzioni dei pagani: nella propagazione della luce evangelica nell'universo: nel combattere le eresie: nell'arrestare, addolcire, convertire i popoli barbari, invasori anche dell'Italia: nella difesa dei popoli contro i loro oppressori: nel fondare e sostenere in ogni parte della terra infinite opere di beneficenza per ogni specie di miserie: nel bandire le crociate contro i Turchi: nel proteggere le scienze, le lettere, le belle arti e l'industria: nella lotta contro lo spirito rivoluzionario che sconvolge ogni ordine morale, religioso e civile: nel difendere la legittimità e inviolabilità del potere temporale, dei vantaggi del quale fanno anche testimonianza Bossuet, Fleury e Napoleone I.

In ultimo, sotto il titolo di Varietà, si narra dell'Abate Domenico Sire che il giorno del Centenario dei Principi degli Apostoli aveva presentato al Papa, unite in gran numero di voltimi ricchissimi per oro, argento, pietre preziose e molte miniature e tipi e calligrafie, trecento traduzioni in lingue vive e parlate in tutta la superficie del globo della Bolla Ineffabilis Deus sul dogma dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima.

Il Papa! Ecco il tema che Don Bosco desiderava svolgere incessantemente, perchè la supremazia e la gloria del Vicario di Gesù Cristo stesse in cima ai pensieri dei fedeli. Perciò, nelle sue lettere, pur trattando di molti affari, raccomandava sovente l'associazione alle Letture Cattoliche.

Così rispondeva ad un foglio che aveagli mandato da Lucca il sacerdote D. Raffaele Cianetti.

 

 

 

Carissimo sig. Don Cianetti,

 

Ho ricevuto la sua cara lettera e mentre esprimo il mio rincrescimento sulla perdita del Rettore di S. Leonardo, godo molto sulla provvidenziale disposizione ch'Ella ci sia sottentrato come Curato e che lo zelante D. Bertini sia stato scelto a novello Rettore. Spero che il bene delle anime non abbia niente a soffrirne, anzi tutto andrà di bene in meglio.

Ho pregato e farò pregare per la vedova che raccomanda il figlio dissipatello; spero che la elemosina fatta per la chiesa di Maria Ausiliatrice, le deboli nostre preghiere, le fervorose di Lei e della madre contribuiranno a muovere la bontà del Signore a favore di esso. La prego di dare al medesimo la medaglia ivi acclusa.

Non mancherò di fare speciali preghiere per la signora di lei madre e per la inferma sua sorella. V. S. poi abbia di mira tre classi di persone: fanciulli, vecchi, ammalati; coltivando questi, guadagnerà tutto il rimanente.

Adesso le mando nota dei lavori che rimangono a compimento della nostra chiesa. Può ella trovare mezzi e persone che vogliano assumersi qualcuno dei capi ivi notati a proprio conto e spese in onore di Maria Ausiliatrice? Noti che Maria è una generosa pagatrice e gli oblatori avrebbero un potente antidoto contro al colera e contro ad altre disgrazie.

Altra cosa riguardo alle Letture Cattoliche. Ora ch'è al Sacro Ministero può con maggiore facilità promuoverle e raccomandarle.

Quando verrà di nuovo a passare qualche giorno fra noi? la sua camera è sempre preparata. Preghi per me e per questi nostri giovanetti e mi creda nel Signore

Di V. S. Car.ma,

Torino, 2 del 68,

 

aff.mo in G. G.

Sac. GIOVANNI BOSCO.

 

 

Anche al nuovo Rettore di S. Leonardo in Lucca, Don Salvatore Bertini, mandava le sue congratulazioni e i suoi incoraggiamenti, per averlo l'Arcivescovo scelto ad ufficio così importante.

 

Car.mo sig. Don Bertini, Rettore,

 

Con sommo piacere ho ricevuto la notizia della sua nomina a Rettore di S. Leonardo. Deo gratias. Io ci vedo il merito da una parte e la

gloria del Signore dall'altra. Il suo zelo non abbisogna di raccomandazioni o di incoraggiamenti, ma se le deboli nostre preghiere potranno recarle qualche conforto l'assicuro che le avrà quotidiane. I tempi sono difficili, ma Dio non cesserà di essere sempre con noi. Dal canto mio poi desidero che compia la fatta promessa di venir a passare qualche giorno con noi. Parleremo di più cose. La sua camera è pronta.

Le raccomando in modo particolare le Letture Cattoliche che fu tutta opera sua in Lucca: ora faccia di sostenerla: Don Cianetti credo che non mancherà di coadiuvarla.

Raccomandando me e li miei poveri giovanetti alla carità delle sante sue preghiere, ho il piacere di potermi con gratitudine professare

Di S. V. Car.ma,

Torino, 2 del 68,

 

aff.mo in G. C.

Sac. GIOVANNI BOSCO.

 

 

Il giorno dopo scriveva al Cav. Federico Oreglia di S. Stefano chiedendo se a Roma era finita la stampa del Centenario di S. Pietro, come egli aveva disposto, perchè il fascicolo fosse impresso sotto gli occhi di que' revisori ecclesiastici; e dava notizie dello stato dell'Oratorio.

 

Carissimo sig. Cavaliere,

 

Belle la sua lettera; ci darò esecuzione. Intanto osservi se si è fatta la stampa del nostro Centenario di S. Pietro e me ne mandi copia.

Le mando lettera del Conte Bonsiglione che all'indirizzo aveva il mio nome. La commissione per l'Unità Cattolica sarà fatta; li 104 fr. sono presso di me.

Vada a portare al P. Chemeni Rettore del Collegio Nazzareno questa lettera. È propenso per la casa; gli porti copia della nota dei lavori da farsi; parli dei libri e delle Letture Cattoliche; egli lui ha scritto più volte in proposito.

Alla Presidente di Torre de' Specchi dia la lettera e le dica che pel giorno dell'Epifania i nostri giovani faranno la loro comunione, io dirò la messa secondo la pia di lei intenzione.

Il cav. Villanova è in mia camera; saluta e sollecita la sua venuta.

Le miserie tra noi crescono orribilmente; il pane è a 50 centesimi al chilo; in tutto circa dodicimila franchi al mese ed abbiamo due mesi da pagare; mezzo metro di neve con freddo intenso e la metà dei giovani vestiti da estate: preghiamo.

Fame, sete, morti e forse anche guerra saranno il programma di quest'anno.

Veda se può mandarmi il progetto colle osservazioni di Vigna e vedremo quello che si può fare.

Scriverò presto altre cose.

Grazie del danaro che ci promette: sarà però acqua sopra fauci diseccate; ma è sempre acqua; ovvero balsamo.

Nella casa stanno tutti bene e la salutano. Maria SS. è la sola provveditrice che quasi provveda per la Chiesa e per la casa.

Ossequio a lei e a tutte le persone che mi ha nominato; e Dio la benedica e mi creda coi saluti del sig. Cerato, che è qui con noi,

Torino, 3 del 1868.

 

aff.mo in G. C.

Sac. GIOVANNI BOSCO

 

 

La lettera che il Cavaliere recò alla Reverenda Signora Madre Maddalena Galleffi, Presidente del Monastero di Tor de' Specchi, diceva:

 

Torino, 3 del 68.

 

Reverenda signora Madre,

 

Il Cav. Oreglia mi dà notizia che la persona proposta ad aiutarmi a fare un altare in onore di Maria Ausiliatrice è la S. V. Rev.da unitamente alle sue figlie religiose. Se può, compia l'opera caritatevole. Maria pagherà doppiamente perchè per la critica annata che corriamo noi stentiamo di pane ed abbiamo ancor la metà dei giovanetti vestiti da estate in questa cruda stagione. Sicchè aiutandoci per la chiesa, aiuta indirettamente tutta la famiglia: e poi Maria Ausiliatrice è generosa e, fra le altre paghe, avranno un potente antidoto contro al colera.

Ad ogni modo io fo' l'ambasciata a nome di Maria Ausiliatrice e prego di tutto cuore questa celeste benefattrice, affinchè inspiri e doni mezzi per compiere l'opera proposta.

Dio benedica Lei e tutta la sua religiosa famiglia e doni a tutti lunga serie di anni di sanità e di vita felice col paradiso in fine. Amen. Con gratitudine mi professo

 

Obbl.mo Servitore

Sac. GIOVANNI BOSCO.

 

 

Di quei giorni il Venerabile desiderava pur rispondere alle molte lettere d'augurio che aveva ricevuto per le feste Natalizie e pel Capo d'Anno, anche dai collegi di Mirabello e di Lanzo. Scriveva a que' di Lanzo.

 

 

 

Carissimo Don Lemoyne,

 

A suo tempo ho ricevuto la tua lettera e quelle collettive ed anche speciali di codesti nostri giovanetti. Io le ho lette colla massima consolazione, e, debbo dirlo, restai più volte commosso a tanti vivi segni di affetto e di benevolenza. Mi rincresce di non aver tempo di fare ad uno ad uno la propria risposta: ciò spero di poter fare fra non molto tempo in persona.

Intanto ti prego dir loro da parte mia tre cose:

1° Che io vi ringrazio tutti della buona volontà e della affezione che mi avete dimostrato oltre ogni mio merito. Io studierò di compensarvi col raccomandarvi ogni giorno nella S. Messa, come se vi avessi tutti meco attorno.

2° In quest'anno io ho assolutamente bisogno che dal primo superiore all'ultimo della casa regni la carità nel sopportare pazientemente le molestie altrui e di darvi sempre dei buoni avvisi e consigli tutte le volte che si presenterà l'opportunità. Questa è la chiave che apre la porta alla felicità pel corso di tutta l'annata.

3° Si promuova la frequente visita al SS. Sacramento, come mezzo efficace, anzi come solo mezzo per tener lontani i molti flagelli che in quest'anno ci sovrastano e in pubblico e in privato.

Queste cose siano a tempo opportuno debitamente spiegate e fatte argomento di morali osservazioni, secondo che ravviserai opportuno.

Quest'anno abbiamo bisogno di impedire le letture cattive e di promuovere le buone, e perciò io avrei vero piacere che tutti i nostri cari allievi fossero associati alle Letture Cattoliche, mentre tutti i superiori ed anche i giovani procurassero di proporle e di propagarle presso a tutte le persone da cui si può sperare buona accoglienza della proposta. Unisco qui alcuni programmi. Tu e Sala, nelle lettere più importanti, unite un programma con qualche parola di raccomandazione.

Tu vigila, in omnibus labora, opus fac evangelistae, ministerium tuum imple: argue, obsecra, increpa in omni patientia et doctrina et in perdifficilibus rebus dic constanter: Omnia possum in eo qui me confortat.

Dio benedica te, le tue fatiche, i maestri, gli assistenti, e i giovani tutti: pregate per me che vi sarò sempre .

Torino, 8 gennaio 1868,

 

aff.mo in G. G.

Sac. GIOVANNI BOSCO

 

 

 

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