Appello della Commissione ai cittadini per la lotteria Piano di regolamento - Lettera di D. Bosco unita all'appello - Arrivo dei doni e segno di ricevuta Dono di un quadro del Ministro degli Interni - Esposizione dei premi - I giovani dell'Ospizio e la coscrizione militare.
del 29 novembre 2006
 Intanto la Commissione promotrice della Lotteria pubblicava e diffondeva all'uopo un manifesto ai concittadini che ci sembra degno di far parte della nostra storia. Era scritto in questi termini: Invito ad una Lotteria d'oggetti a favore degli Oratorii di S. Luigi a Porta nuova di S. Francesco in Valdocco e del S. Angelo Custode in Vanchiglia.
La carità del Vangelo che ispira all'uomo le più belle opere di beneficenza, sebbene rifugga dal richiamare sopra di se gli sguardi altrui, tuttavia, ove la gloria di Dio e il vantaggio del prossimo lo richiedano, non esita di superare la sua ritrosia e stendere la mano alle persone benefiche, e narrare talvolta il bene operato, onde serva ad a tri d'invito e di eccitamento a venire in aiuto ai bisognosi. Questo riflesso ha fatto de liberare la Commissione costituita per questa Lotteria a dare un cenno delle opere principali, che in questi Oratorii si fanno, e così fare a tutti conoscere a che sia destina o il provento, che ne fosse per derivare.
Crediamo cosa pubblicamente conosciuta come il Sac. Bosco Giovanni, nel desiderio di promuovere il vantaggio morale della gioventù abbandonata, si adoperò che fossero aperti tre Oratorii maschili ai tre principali lati di questa città, ove nei giorni festivi sono raccolti, nel maggior numero che si può, quei giovani pericolanti della città e dei paesi di provincia, che intervengono a questa Capitale. In questi Oratorii avvi Cappella per le funzioni religiose, alcune camere per la scuola ed un giardino per ricreazione. Ivi sono allettati con premi, e trattenuti con un po' di ginnastica o con altra onesta ricreazione, dopochè hanno assistito alle sacre funzioni. Il numero di quelli che intervengono eccede talvolta i, tre mila. Quando le stagioni dell'anno lo comportano, vi è scuola di lettura, scrittura, canto e suono. Un ragguardevole numero di pii signori sono solleciti a prestare l'opera loro col fare il catechismo, e coll'adoperarsi che i giovani disoccupati vengano collocati al lavoro presso ad onesto padrone, Continuando loro quell'amorevole assistenza che ad un buon padre si conviene.
Nell'Oratorio poi di Valdocco vi sono anche le scuole feriali di giorno e di sera specialmente per quei ragazzi, che o per l'umiltà delle lacere vesti, o per la loro indisciplina non possono essere accolti nelle pubbliche scuole.
Le scuole serali sono assai frequentate. Ivi è parimenti 'insegnata lettura, scrittura, musica vocale ed istrumentale, e ciò tutto per allontanarli dalle cattive compagnie, ove di certo correrebbero rischio di perdere lo scarso guadagno del lavoro, la moralità e la religione.
Tra questi giovani, siano della città, siano dei paesi di provincia, se ne incontrano alcuni (per lo più orfani), i quali sono talmente poveri ed abbandonati, che non si potrebbero avviare ad un'arte o mestiere senza dar loro alloggio, vitto e vestito; e a tal bisogno si è provveduto con una casa annessa all'Oratorio di Valdocco, ove sono accolti in numero di oltre centocinquanta: loro è somministrato quanto occorre per farsi buoni cristiani ed onesti artigiani.
Accennato così lo stato di questi Oratorii si può facilmente conoscere ove sia diretto il provento della Lotteria; le spese dei fitti dei rispettivi locali, la manutenzione delle scuole e delle chiese, il dar pane ai centocinquanta ricoverati, sono oggetti di gravi dispendi.
        Inoltre or son tre anni nella fatale invasione del coléra si dovette riattare un locale apposito, ove in quella congiuntura furono ricoverati in numero di quaranta orfani, parecchi dei quali sono tuttora nella casa. In quest'anno poi si è dovuto ultimare un tratto di fabbrica da alcuni anni messo in costruzione. Tutti questi lavori, sebbene eseguiti colla più studiata economia resero indispensabile la spesa di oltre quarantamila lire. La qual somma, coll'aiuto di caritatevoli persone, fu già nella maggior parte pagata, ma rimane ancora un debito di dodici mila lire.
  A soddisfare tale spesa, a provvedere alla possibilità di proseguire nel bene incominciato, non abbiamo potuto trovare altro mezzo se non una Lotteria, di oggetti, come quella che apre la via a qualsiasi condizione di persone di concorrere in quel modo e misura, che i mezzi e la carità di ciascuno suggeriscono.
  A tal uopo fu chiesta la debita autorizzazione dal Regio Governo, che accolse favorevolmente la domanda, e con decreto del 2 corrente febbraio accordò tutte le facoltà, che pel buon esito della Lotteria sembrano opportune.
  Noi siamo intimamente persuasi che i nostri concittadini e le persone caritatevoli delle province, alle quali pure si estende il beneficio degli Oratorii e della Casa,  vorranno associarsi con noi e prendere non piccola parte, mandando oggetti destinati a servire di premio, e facendo acquisto di biglietti. Un eletto numero di benemerite persone furono cortesi d'accettare di farsi promotori e promotrici, impegnandosi a raccogliere oggetti e a smerciare biglietti a norma del piano di regolamento qui unito.
Noi abbiamo soltanto esposto lo scopo degli Oratorii ed i mezzi principali, che sono posti in opera onde conseguirlo. L'opera ci pare da se stessa abbastanza commendevole, senza che vi aggiungiamo parola. Notiamo soltanto, che prendendo parte a quest'opera di beneficenza, si provvede alla pubblica ed alla privata utilità: e voi sarete benedetti da Dio e dagli uomini. Da Dio, presso cui non vi verrà meno la ricompensa; dagli uomini poi avrete la più sentita riconoscenza, mentre uno stuolo di giovani benediranno ogni momento la mano benefica, che li ha tolti dai pericoli delle strade, avviandoli al buon sentiero, al lavoro, alla salvezza dell'anima.
 
A questo invito univasi il piano di regolamento per la lotteria.
 
  1. Sarà olla massima riconoscenza ricevuto qualunque oggetto d'arte o d'industria, cioè lavori di ricamo, di maglia, quadri, libri, drappi, tele e qualsiasi oggetto di vestiario. Si riceverà ugualmente con gratitudine ogni lavoro in oro, argento ecc.
     2. Nell'atto che si consegneranno gli oggetti sarà descritta sopra un catalogo la qualità del dono, il nome del donatore, a meno che questi ami di conservare l'anonimo
     3. I membri della Commissione, i Promotori, e le Promotrici sono tutti incaricati di ricevere i doni offerti per la lotteria, con preghiera di farli poi pervenire al luogo della pubblica esposizione che è in via di Porta Nuova n. 23, Casa Gonella, piano I.
     4. Per maggior comodità di tutti cominciando dal giorno ventitrè del corrente febbraio tutti i giorni vi sarà persona incaricata di ricevere i doni che taluno, stimasse di offrire, dalle ore io del mattino alle quattro pomeridiane.
     5. I biglietti saranno emessi in numero proporzionato al valore degli oggetti e nei limiti segnati dall'Intendenza Generale della provincia di Torino. Il prezzo è fissato a cent. 50 caduno. Chi ne prende una decina ne avrà uno gratuito.
     6. I biglietti saranno spiccati da un foglio a matrice e muniti delle firme di due membri della Commissione.
     7. La pubblica esposizione degli oggetti comincerà col prossimo mese di marzo e durerà tre mesi. Si notificherà nei giornali il giorno della pubblica estrazione.
     8. I numeri saranno estratti uno per volta. Occorrendo che per isbaglio se ne estraesse, due, non si leggeranno ma saranno riposti nell'urna.
     9. Si estrarranno tanti numeri quanti sono i premi da vincersi. Il primo numero estratto vincerà l'oggetto corrispondente segnato col numero i: così il secondo, e successivamente.
   10. I numeri vincitori saranno pubblicati dai giornali quattro giorni dopo l'estrazione; e quattro giorni dopo tale pubblicazione comincerà la distribuzione dei premi. I premi non ritirati due mesi dopo l'estrazione si intendono donati a beneficio della Lotteria medesima.
 
Il soprannotato appello e questo piano erano spediti con l'accompagnamento di una lettera di D. Bosco, ai promotori.
 
Ciò che fate ai miei poveri lo
fate a me stesso: dice il Salva-
tore.   MATT. XXV. 40.
 
Ill.mo Signore,
 
        Mi faccio il dovere di partecipare a V. S. Ill.ma che sono compiute presso l'Intendenza Generale le incombenze della Lotteria alla carità di Lei raccomandata; perciò Le trasmetto alcuni programmi della medesima, con preghiera di farli conoscere a quelle persone che Ella giudicherà propense a queste opere di beneficenza. Se qualche caritatevole persona Le consegnasse oggetti con questa destinazione, io La prego di volerli ricevere e con sua comodità farli pervenire al locale della esposizione Casa Gonella, via Porta Nuova n. 23. Fra pochi di Le comunicherò l'orario della pubblica esposizione con alcuni biglietti da smerciare.
        Intanto io comincio a ringraziarla della parte che prende a quest'opera di carità, e La prego a volermi continuare il suo favore assicurandola che un gran numero di giovanetti non mancheranno di invocare sopra di Lei copiose benedizioni dal cielo, mentre, con la più sentita gratitudine mi dico
Di V. S. Ill.ma
Torino, 23 febbraio 1857.
 
Obbl.mo Servitore
Sac. Giovanni  Bosco.
 
I fedeli rispondevano con generosità alla domanda di D. Bosco, e ben presto gli oggetti raccolti superarono i due mila e novecento. Fra questi uno di S. A. R. il Principe di Carignano. Agli oblatori si mandava a notificare la ricevuta col seguente biglietto:
 
Chiunque darà a voi un bicchiere d'acqua in mio nome.. non
perderà la sua mercede. MARC. IX, 40.
 
Con sentimento di viva gratitudine riceviamo dal Sig... i seguenti oggetti...
         I quali oggetti sono destinati per la lotteria iniziata a favore dei tre Oratorii maschili di S. Francesco di Sales, di S. Luigi e del S. Angelo Custode.
Iddio largamente guiderdoni i benemeriti donatori.
        Dal locale della pubblica Esposizione, via Porta Nuova, n. 23 casa Gonella, piano primo.
Torino il……... del mese …. 1857.
 
Per la Commissione
 Pesce Matteo.
 
Fra i premi ricevuti vi era un quadro ad olio rappresentante un episodio della Gerusalemme liberala di Torquato Tasso, dono del Ministro dell'Interno.
 
 
MINISTERO DELL'INTERNO. N. 1447
 
Il Ministro dell'Interno nel desiderio di provare al R. D. Giovanni Bosco l'interessamento che prende in ogni circostanza all'incremento dell'Oratorio maschile in Valdocco si reca a ben,gradita premura di partecipargli che gli sarà colla presente consegnato un quadro a olio del valore di lire 400, rappresentante Erminia, acquistato nell'ultima esposizione di belle arti in questa capitale, e di cui il Ministro fa dono alla lotteria d'oggetti a favore dei pii Oratorii di Portanuova, in Valdocco ed in Vanchiglia.
Torino, addì 20 marzo 1857.
 
Il Ministro
U. Rattazzi.
 
 
L'Armonia, che rappresentava il Clero e i cattolici del Piemonte, il 7 marzo con vive esortazioni raccomandava la Lotteria.
“ Non è necessario, stampava, cha noi facciamo conoscere a' nostri lettori l'opera d'importanza massima a cui si è specialmente dedicato l'ottimo Sacerdote D. Giovanni Bosco, cioè quello di raccogliere i giovani della classe popolana per istruirli, educarli ed instradarli sia nella virtù, sia ad un mestiere da procacciarsi la vita.
” Si sa parimente che quest'opera priva di ogni mezzo di sussistenza, da quello infuori che somministra la Provvidenza che ci dà il pane quotidiano, vive della carità e generosità di buoni cristiani. Ora quel buon sacerdote, per far fronte alle grandi spese, dispone ogni cosa per una lotteria d'oggetti”.
Quindi ne ristampava il programma.
Non ostante che i tempi sembrassero poco favorevoli a lotterie di questo genere, l'esito di questa doveva riuscire felicissimo. Sei sale erano piene di preziosi doni, di forma, di genere e di nomi svariatissimi. Grande il concorso dei cittadini, soddisfacente lo smercio dei biglietti. Anche i paesi di provincia concorrevano alacremente tanto coll'offerta dei doni quanto coll'acquisto dei biglietti. Di questi se ne fece invio ai Vescovi e ai parrochi del regno, se ne distribuì ai Sindaci e ai Senatori, ai deputati, ai ministri del Re, ed allo stesso Vittorio Emanuele.
Mentre D. Bosco era tutto occupato nella sua Lotteria, ecco presentarsi a lui, e forse inaspettato, un nuovo imbarazzo per la conservazione del personale dirigente e insegnante nell'Oratorio, non grave certamente sul principio, ma che in breve sarebbe divenuto pesantissimo, cagionandogli nuove fatiche, non inferiori alle singole che già lo gravavano. Il Sindaco della città di Torino nel mese di Gennaio aveagli fatta recapitare la seguente lettera:
 
Citta' di Torino.
 
Leva e servizio militare.
N. 86 - 2 Circolare.
 
Il regolamento per l'esenzione dalla Legge 20 Marzo 1854 sul reclutamento dell'Esercito al § 14 prescrive:
“ I giovani ricoverati nei conservatori od ospizi di carità devono essere inscritti sulle Aste di leva del Comune in cui trovasi il conservatorio o l'ospizio al quale appartengono.
” La Direzione di questi pii stabilimenti, prima dello scadere del mese di Dicembre, darà in nota al Sindaco i ricoverati che nell'anno incominciante compiono il 190 di loro età.
” La stessa Direzione trasmetterà al Sindaco gli atti di decesso dei ricoverati già tutti in nota, e morti prima che abbiano dovuto concorrere alla leva, onde a loro riguardo segua la cancellazione dalle liste ”.
Il Sottoscritto nel permettersi di rammemorare tali disposizioni alla S. V. Ill.ma la pregherebbe ove ne sia il caso, cioè sempre quando esistano in codesto Oratorio giovani nati nel 1839, di volerne dar nota a questo Uffizio al più presto che le sarà fattibile, indicando per ognuno: i il Casato, 20 il Nome con cui viene solitamente chiamato, 30 il nome del padre, accennandone l'esistenza o la morte, 4° la condizione del padre, 51 il Casato e nome della madre, accennandone anche la esistenza o la morte, 6° il luogo della nascita, accennando la Provincia a cui appartiene, 71 la professione, ed in ultimo quelle altre nozioni che si riferissero sia alle individuali fisiche imperfezioni, ed ai diritti di famiglia che ai giovani stessi potessero competere per la esenzione.
E Le porge i suoi anticipati ringraziamenti.
 
Il SindacoA. Colla.
 
 
D. Bosco affrettossi ad obbedire.
  Ma i sindaci di Torino e di Castelnuovo d'Asti si scambiavano lettere, ciascuno ritenendosi in diritto dì iscrivere nella propria lista come coscritti Giovanni Cagliero e Giovanni Turco. Beltramo, sindaco di Castelnuovo, rivolgevasi allora a D. Bosco perchè gli desse nozioni sull'Oratorio di Torino e perchè interpellasse i due giovani se volessero prevalersi del loro diritto, scegliendo per la lista della leva quella di Castelnuovo o quella della Capitale.
  Rechiamo la risposta di D. Alasonatti al Sindaco di Castelnuovo, scritta in sul finire dì febbraio, perchè ci dà notizia sull'Oratorio di quel tempi.
 
Ill.mo Sig. Sindaco,
 
Ad intendimento di dare a V. S. Ill.ma le spiegazioni di cui mi richiede, sulla forma di questo stabilimento, rassegno i seguenti cenni:
        L'Oratorio Maschile del Sig. D. Bosco in Valdocco è aperto per i giovani che hanno altrepassati i dodici anni e non hanno raggiunto i diciotto, mediante che siano affatto orfani abbandonati e poveri. In esso hanno vitto, alloggio, educazione artistica, letteraria, sociale e morale. Di questi allievi avvene altresì picciol numero che hanno i propri congiunti altrove in provincia, presso cui vanno a villeggiare in tempo di ferie, i quali, mutata volontà o cessato il loro scopo, possono darsi a quelle destinazioni che saranno di lor gradimento o convenienza.
Per l'assistenza ed istruzione a tali ricoverati si impiegano altri giovani per lo più studenti in carriera, fra i quali sono da menzionare onorevolmente i giovani Cagliero Giovanni e Turco Giovanni, ambidue da Castelnuovo d'Asti. Essi poi intenderebbero essere iscritti nelle liste della classe relativa di cotesto Municipio e ne inoltrano petizione a V. S. Ill.ma onde voglia degnarsi sostenerli in diritto per quanto le  fia possibile, mentre Le rendono per organo mio le più calde grazie e con piena fiducia si rimettono al suo zelo prudente e generoso.
        Giovomi intanto dell'opportunità per rinnovarmi con perfetta considerazione ecc.
 
Sac. Vittorio Alasonatti.
 
 
D. Bosco da questo punto dovette ogni anno in di­cembre presentare all'autorità civile, fino al 1864, liste esatte che tutte conservò, de' nomi di quei suoi giovani ricoverati, che indicavano le prescrizioni della legge, e secondo le norme da essa dettate. A ciò si aggiungeva lo studio delle ragioni di esenzione dal servizio militare che potesse avere ogni singolo individuo: quindi trattandosi di chierici, domande ai Vescovi perchè usassero del loro diritto di esenzione in favore di essi, lettere ai parenti per spiegazioni e rettifiche, corrispondenze per informazioni colle Curie Vescovili, coi sindaci, colle autorità militari; in fine andare in cerca di somme vistose di danaro per pagare un riscatto, per mettere un cambio, per l'ascrizione al volontariato di un anno. E tutte queste incombenze Don Bosco prendeva sopra di sè per conservare al Santuario un grandissimo numero di allievi.
 
 
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