Nulla mancava a Domenico per essere am­messo alla prima comunione. Sapeva a me­moria tutto il piccolo catechismo; aveva chiara cognizione di questo augusto Sacra­mento, e ardeva del desiderio di accostar­visi.
del 05 maggio 2009
È ammesso alla prima Comunione ­Apparecchio - Raccoglimento e ricordi di quel giorno.
 
Nulla mancava a Domenico per essere am­messo alla prima comunione. Sapeva a me­moria tutto il piccolo catechismo; aveva chiara cognizione di questo augusto Sacra­mento, e ardeva del desiderio di accostar­visi. Soltanto l’età se gli opponeva, per­ciocché ne’ villaggi ordinariamente non si ammettono i fanciulli a fare la prima co­munione se non agli undici o dodici anni compiuti. Il Savio correva soltanto il settimo anno di sua età. Oltre la fanciullesca sem­bianza aveva un corpicciuolo che lo faceva parer ancor più giovane; sicché il Cappel­lano esitava a promuoverlo. Ne dimandò anche: consiglio ad altri sacerdoti, i quali ponderata bene la cognizione precoce, l’istruzione ed i vivi desiderii di Domenico, lasciarono da parte tutte le difficoltà, e lo ammisero a parte­cipare per la prima volta al cibo degli Angeli.
E assai difficile esprimere gli affetti di santa gioia, di cui gli riempi il cuore un tale annunzio. Corse a casa e lo disse con tra­sporto alla madre; ora pregava, ora leggeva; passava molto tempo in chiesa prima e dopo la messa, e pareva che l’anima sua abitasse già cogli angeli del Cielo. La vigilia del giorno fissato per la comunione chiamò la sua genitrice: Mamma, le disse, domani vo a fare la mia comunione; perdonatemi tutti i dispiaceri che vi diedi pel passato: per l'av­venire vi prometto di essere molto più buono; sarò attento alla scuola, ubbidiente, docile, rispettoso a quanto sarete per comandarmi. Ciò detto fu commosso e sì mise a piangere. La madre, che da lui non aveva ricevuto al­tro che consolazioni, ne fu ella pure com­mossa e rattenendo a stento le lacrime lo consolò dicendogli: Va pure tranquillo, caro Domenico, tutto è perdonato: prega Iddio che ti conservi sempre buono, pregalo an­che per me e per tuo padre.
Al mattino di quel memorando giorno si levò per tempo e, vestitosi de’ suoi abiti più belli, andò alla chiesa, che trovò ancor chiusa. S’inginocchiò, come già aveva fatto altre volte, sul limitare di quella e pregò finché giungendo altri fanciulli ne fu aperta la porta. Tra le confessioni, preparazione e ringrazia­mento della comunione la funzione durò cin­que ore. Domenico entrò il primo in chiesa e ne usci l’ultimo. In tutto quel tempo egli non sapeva più se fosse in cielo o in terra.
Quel giorno fu per lui sempre memorabile e si può chiamare vero principio o piutto­sto continuazione di una vita , che può ser­vire di modello a qualsiasi fedel cristiano. Parecchi anni dopo facendolo parlare della sua prima comunione, gli si vedeva ancora traspirare la più viva gioia sul volto. Oh! quello, soleva dire, fu per me il più bel giorno ed un gran giorno. Si scrisse alcuni ricordi che conservava gelosamente in un libro di divozione e che spesso leggeva. Io ho potuto averli tra le mani e li inserisco qui nella loro originale semplicità. Erano di questo te­nore: «Ricordi fatti da me Savio Domenico l'anno 1849 quando ho fatta la prima co­munione essendo di 7 anni. -
1° Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà licenza.-
2° Voglio santificare i giorni festivi. –
3° I miei amici saranno Gesù e Maria. –
4° La morte, ma non peccati.» -
Questi ricordi, che spesso andava ripetendo, furono come la guida delle sue azioni sino alla fine della vita.
Se tra quelli che leggeranno questo libretto vi fosse mai chi avesse ancora da fare la prima comunione, io vorrei caldamente rac­comandargli di farsi modello il giovane Savio. Ma raccomando poi quanto so e posso ai pa­dri, alle madri di famiglia e a tutti quelli che esercitano qualche autorità sulla gio­ventù, di dare la più grande importanza a questo atto religioso. Siate persuasi che la prima comunione ben fatta pone un solido fondamento morale per tutta la vita; e sarà cosa strana che si trovi alcuno che abbia compiuto bene quel solenne dovere, e non ne sia succeduta una vita buona e virtuosa. Al contrario si contano a migliaia i giovani discoli, che sono la desolazione dei genitori e di chi si occupa di loro; ma se si va alla radice del male si conosce, che la loro con­dotta cominciò ad apparire tale nella poca o nessuna preparazione alla prima comu­nione. È meglio differirla, anzi è meglio non farla, che farla male.
 
san Giovanni Bosco
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