Cara Annunziata, perchè hai trasformato Lucio dalla in un "fenomeno" da Auditel...

Come molti altri ho avuto modo di conoscere Lucio assai da vicino. Abbiamo lavorato insieme alla bella campagna di Pubblicità Progresso sui disabili. Posso testimoniare che la riservatezza sui suoi personali affetti era un dato oggettivo, anche quando si era nell'intimità di pochi e persino tra le mura domestiche. Posso dire di essere rimasto veramente stroncato...

Cara Annunziata, perchè hai trasformato Lucio dalla in un 'fenomeno' da Auditel?

da Attualità

del 08 marzo 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

Cara Lucia,ci siamo sempre stimati reciprocamente. In te ho sempre apprezzato l’acume, l’intelligenza, la particolare competenza in politica estera, la sincera passione per il tuo lavoro.

          Per tutti questi motivi sono rimasto semplicemente basito per la vera e propria aggressione preordinata a coloro che tu hai ritenuto di definire cristiani benpensanti e ipocriti, inclusi i celebranti del funerale di Lucio Dalla, responsabili a tuo dire di non aver fatto cenno alla sua omosessualità.

          Dico “preordinata” perché la presenza dell’on. Concia nello studio di “In mezz’ora”, e tutto il resto, testimoniano lo studiato proposito di strumentalizzare l’evento per la tua (e vostra) personale battaglia contro la cosiddetta omofobìa.

          Innanzitutto ritengo sia da stigmatizzare l’uso della grande tribuna che ti offre il Servizio pubblico per sposare una campagna che gli esperti della comunicazione sociale inseriscono nella categoria “advocacy”, indicando con questo termine le tematiche che come minimo vanno considerate controverse.

          Come molti altri ho avuto modo di conoscere Lucio assai da vicino. Abbiamo lavorato insieme alla bella campagna di Pubblicità Progresso sui disabili per cui lui scrisse appositamente una canzone che si chiama “Per sempre presente”. Abbiamo suonato assieme nel videoclip “Let’s screen”, curioso e divertente progetto per la prevenzione dei tumori al colon. Sono andato a tenere lezioni di comunicazione all’Università di Urbino insieme a lui. Abbiamo parlato a lungo di questioni di fede. Sono stato molte volte a casa sua e in giro con lui e i suoi amici per ristoranti in allegri convivi. Posso testimoniare che la riservatezza sui suoi personali affetti era un dato oggettivo, anche quando si era nell’intimità di pochi e persino tra le mura domestiche.

          Posso dire di essere rimasto veramente stroncato da questa supponente intrusione a gamba tesa nella sua vita personale, questo voler turbare per altri scopi il mistero della morte, soprattutto quella di un poeta che ci ha saputo dare così tanto.

          Quel commovente momento in cui la bara è uscita dalla chiesa in un raccolto silenzio di 50.000 persone, ancora più sottolineato dai rintocchi delle campane, è stato vergognosamente interrotto dallo sgangherato cicaleccio di chi si ritiene al di sopra di ogni mistero, di ogni senso di misericordia o di perdono. Di chi non si perita di strumentalizzare ogni occasione pur di far apparire normale ciò che normale semplicemente non è: la natura non prevede che i figli nascono da una coppia omosessuale. Punto e basta.

          Il che non significa non avere il massimo rispetto delle singole scelte di vita e di coscienza e - lasciamelo dire - anche di drammi personali. Ma come ci sì è potuti permettere di interrompere un momento di così grande raccoglimento collettivo, facendo baccano con giudizi carichi di ideologia, espressi da neo-benpensanti che ritengono sia molto moderna la battaglia per un pericoloso relativismo sia nelle faccende sessuali che in molto altro?

          Sono state distribuite a destra e a manca patenti di ipocrisia, ma durante questo vero e proprio agguato mediatico si è palesemente sentito il ticchettìo dei contatori dell’Auditel, per la gioia di un Servizio pubblico che oramai sembra interessato agli ascolti a qualsiasi costo. Tu hai spesso criticato trasmissioni come L’Isola dei Famosi, ma francamente questa volta non s’è colta la differenza con il tuo (di solito interessante) programma.

          Se una giornalista della tua statura ha così clamorosamente violato principi etici basilari, significa davvero che stiamo toccando il fondo. Attento come al solito a quanto succede nei media, Aldo Grasso aveva fatto notare giorni fa che, con l’avvento del governo tecnico, lo share dei talk-show sta scendendo per la diminuita presenza in tv di tifoserie varie e dei personaggi che sanno creare polemica.

          Che proprio tu ti sia data da fare per eccitare una di queste scomposte e sgangherate tifoserie in un momento in cui il silenzio, la pietas, la riflessione interiore stavano facendo per una volta audience da soli, è un incidente professionale di non poco conto.

          Per tornare al merito della questione, vorrei ricordare che virtù laiche per eccellenza sono la tolleranza, il rispetto, la sincera passione per la dignità della persona. Ho avuto e ho tanti amici come Lucio, tra tutti ricordo Giovanni Testori, anche lui molto riservato riguardo ai suoi affetti privati, e anche gran credente e profondamente cristiano. Secondo questa granitica concezione della morale civile “moderna” (altro che dogmi della Chiesa!) avrebbero dovuto fare outing, così da rafforzare le vostre istanze molto relativiste…ma in realtà oramai davvero assolute.

          Da vecchio amico ed estimatore mi prendo con sofferente turbamento la responsabilità di dirti queste cose pubblicamente pur non avendo a disposizione un mezzo potente come la tv pubblica. Nella convinzione comunque che la verità non è di chi può gridare più forte.

Con immenso dispiacereTuoAlberto

Alberto Contri

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