Mentre ancora una volta deploriamo la violenza senza senso avvenuta oggi a Boston e in qualsiasi altra parte del mondo, raddoppiamo i nostri sforzi - come singoli e come comunità - per costruire un futuro di pace
Dalla città colpita al cuore l'appello di Terry Greene, che già perse un fratello l'11 settembre 2001: «Raddoppiamo i nostri sforzi per costruire un futuro di pace»
«Sto guidando verso caso stasera, attraverso le strade ora calme di Boston, spero che tutte le persone che conoscete siano salve. Ma so anche che tutti quelli di cui ci stiamo prendendo cura non lo sono. Non lo sono i bambini, non lo sono i vigorosi maratoneti ora mutilati. Mentre ancora una volta deploriamo la violenza senza senso avvenuta oggi a Boston e in qualsiasi altra parte del mondo, raddoppiamo i nostri sforzi - come singoli e come comunità - per costruire un futuro di pace».
A caldo, stanotte, ha scritto così sul suo profilo Facebook da Boston Terry Greene. Di fronte all'orrore delle bombe all'arrivo della maratona che hanno fatto (secondo l'ultimo bilancio) tre morti e un centinaio di feriti, le sue sono parole rese particolarmente forti dalla propria esperienza personale: Terry è infatti la sorella di Donald Freeman Greene, uno dei passeggeri che erano ma bordo del volo United 93, uno degli aerei degli attentati dell'11 settembre. Donald era un ingegnere aeronautico e - ironia della sorte - era il vice-presidente di una compagnia che si occupa della sicurezza in volo. Nonostante la grande sofferenza patita, anche davanti alla violenza terrorista Terry Greene ha scelto di non percorrere la strada dell'odio ma quella della riconciliazione. Ed insieme ad altre famiglie è impegnata nell'esperienza di Peaceful Tomorrow, la più coraggiosa delle associazioni delle famiglie delle vittime dell'11 settembre: in questi anni infatti hanno trovato il coraggio di opporsi a due guerre, a Guantanamo e alle limitazioni dei diritti civili per i musulmani negli Stati Uniti.
Questa mattina non abbiamo ancora notizie certe su quale sia la matrice delle bombe che ieri hanno riportato gli Stati Uniti dentro a quello stesso incubo. Ma - grazie al coraggio delle persone come Terry - abbiamo già chiara comunque quale può essere l'unica risposta alla violenza.
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