Chiara Corbella: «Uomo dell'anno 2012»

La forza di questa iniziativa siamo noi, tutti noi. Ci sono idee che come un lampo invadono la mente, e non te ne puoi più staccare. Chiara Corbella, con la sua vita e la sua morte, ci testimonia la bellezza della vita vissuta nella compagnia di Dio; vita che non si arrende di fronte alla morte, anzi, la trasfigura come alba di speranza per tutti noi.

Chiara Corbella: «Uomo dell'anno 2012»

 

          Vi chiediamo di sostenere e di far conoscere questa nostra iniziativa, stampando l'articolo, o inviandolo agli amici via mail, o tramite facebook, twitter, con i vostri rapporti personali... La forza di questa iniziativa siamo noi, tutti noi... Ci sono idee che come un lampo invadono la mente, e non te ne puoi più staccare. Non sai quali frutti porteranno, ma sai che sono il misterioso segno del disegno che chiama la tua vita a una decisione. Così è stato alla vigilia di Natale dell’anno scorso, quando abbiamo avuto la certezza che Shahbaz Bhatti “doveva” essere l’«Uomo dell’anno 2011». Dopo averlo indicato sul sito, ci ha commosso vedere che Benedetto XVI ha proposto questo martire per la fede come riferimento per tutta la Chiesa.

          Così oggi, giorno splendente della Immacolata Concezione di Maria, il lampo della bellezza e della vita ci ha illuminato facendoci scegliere Chiara Corbella come «Uomo dell’anno 2012». La nostra indicazione si aggiunge al Premio che sarà conferito a lei, a Sabrina Paluzzi, presidente della Quercia Millenaria, e “mamma Irene” di Nomadelfia e sarà quindi il modo di indicare al mondo la prospettiva dell’amore vero, capace di sacrificio e di bellezza, che sostiene tutti noi in questo tempo drammatico che, se non ritrova le radici e le ragioni vere per vivere, è destinato alla disperazione e all’autoannullamento.

          Oggi allora, invitando tutti a sostenere questa nostra candidatura, facciamo nostre le toccanti e vere parole di Benedetto XVI, all’Udienza del 5 dicembre 2012: «Noi esistiamo, fin dall’eternità nella mente di Dio, in un grande progetto che Dio ha custodito in se stesso e che ha deciso di attuare e di rivelare “nella pienezza dei tempi” (cfr Ef 1,10). San Paolo ci fa comprendere, quindi, come tutta la creazione e, in particolare, l’uomo e la donna non siano frutto del caso, ma rispondano ad un disegno di benevolenza della ragione eterna di Dio che con la potenza creatrice e redentrice della sua Parola dà origine al mondo. Questa prima affermazione ci ricorda che la nostra vocazione non è semplicemente esistere nel mondo, essere inseriti in una storia, e neppure soltanto essere creature di Dio; è qualcosa di più grande: è l’essere scelti da Dio, ancora prima della creazione del mondo, nel Figlio, Gesù Cristo. In Lui, quindi, noi esistiamo, per così dire, già da sempre. Dio ci contempla in Cristo, come figli adottivi. Il “disegno di benevolenza” di Dio, che viene qualificato dall’Apostolo anche come “disegno di amore” (Ef 1,5), è definito “il mistero” della volontà divina (v. 9), nascosto e ora manifestato nella Persona e nell’opera di Cristo. L’iniziativa divina precede ogni risposta umana: è un dono gratuito del suo amore che ci avvolge e ci trasforma».

          Chiara Corbella, con la sua vita e la sua morte, ci testimonia la bellezza della vita vissuta nella compagnia di Dio; vita che non si arrende di fronte alla morte, anzi, la trasfigura come alba di speranza per tutti noi.

"Cosa ho imparato da mia figlia": la lezione di vita di Chiara 

 

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Don Gabriele Mangiarotti

 

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