Aperta la camera ardente, è la giornata dell'omaggio di personalità e semplici fedeli alla salma della fondatrice del movimento dei Focolari. Intanto, spunta un carteggio inedito con Giovanni Paolo II sulle grandi sfide del mondo e della Chiesa.
del 15 marzo 2008
Aperta la camera ardente, è la giornata dell'omaggio di personalità e semplici fedeli alla salma di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei Focolari, scomparsa all'età di 88 anni. Alla Mariapoli di Rocca di Papa è una visita continua, mentre cardinali, rappresentanti protestanti e ortodossi (su tutti, il patriarca Bartolomeo I) e le più importanti realtà ecclesiali (tra gli altri, Rinnovamento nello Spirito, Comunità di Sant'Egidio, Sermig e Comunione e Liberazione), esprimono la loro vicinanza. E nella giornata del ricordo emerge anche un aspetto bello della vita di Chiara: il confronto con Giovanni Paolo II, testimoniato da un carteggio inedito, il cui contenuto è stato anticipato ieri dall'agenzia Apcom: oltre venti missive autografe, scritte durante il lungo pontificato. Il dialogo interreligioso, la dimensione ecumenica, il ruolo dei credenti nelle sfide del secolo, la forza dei movimenti ecclesiali. Ma anche la paura che il 'continente europeo rischi di ritrovarsi senz'anima' perché ha 'smarrito i propri valori di riferimento ideale'. Queste le preoccupazioni che Giovanni Paolo II condivideva con la sua amica Lubich.
 
'Gentile signorina': cominciano così le lettere che il Pontefice polacco inviava alla fondatrice dei focolari. E in calce la firma autografa: 'Joannes Paulus II'. 'Le focolarine e i focolarini si sono fatti apostoli del dialogo quale via privilegiata per promuovere l'unità - scriveva Wojtyla nella lettera datata 4 dicembre 2003 - dialogo all'interno della Chiesa, dialogo ecumenico, dialogo interreligioso, dialogo con i non credenti'. Poi le preoccupazioni per i 'mutamenti sociali rapidi e sconvolgenti che hanno segnato la vita del mondo'. 'L'umanità -proseguiva Giovanni Paolo II - è diventata sempre più interdipendente e perseguendo interessi passeggeri, ha talora smarrito i propri valori di riferimento ideale. Ed ora rischia di ritrovarsi quasi 'senz'anima' - osservava - senza cioè il fondamentale principio unificatore di ogni suo progetto ed attività. Penso in particolare al Continente europeo, che conta una bimillenaria tradizione cristiana'.
 
Il 13 gennaio 2000 Wojtyla scriveva a Chiara per farle giungere i suoi auguri in occasione dell'80esimo compleanno. 'Auguri di ogni bene', scriveva il Papa. 'Dio ha voluto chiamarla per essere messaggera di unità e di misericordia tra tanti fratelli e sorelle, in ogni angolo del mondo'. Giovanni Paolo II contava molto sul ruolo dei Focolari, movimento nato 'per aiutare uomini e donne del nostro tempo a sperimentare la tenerezza e la fedeltà di Dio - scriveva ancora Wojtyla in un'altra missiva - vivendo tra loro la grazia della comunione fraterna, così da essere annunciatori gioiosi e credibili del Vangelo'. 'Possa continuare ad essere testimone coraggiosa di fede e di carità - aggiungeva Wojtyla rivolgendosi alla Lubich sempre dandole del lei - non soltanto tra i membri dei Focolari, ma anche tra tutti coloro che incontra sul suo cammino'.
 
Ed ancora la sfida della nuova evangelizzazione. Un tema sul quale il Papa ritorna nell'ultima lettera del dicembre 2003. 'All'inizio del nuovo millennio - scriveva il Papa - si impone con urgenza il dovere di un rinnovato impegno da parte dei credenti per rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione. E un ruolo importante - aggiungeva - è affidato ai movimenti ecclesiali, tra i quali occupa un posto di rilievo quello dei Focolari'. Per il pontefice polacco, 'i nuovi movimenti ecclesiali costituiscono un dono prezioso per la Chiesa, che li incoraggia e li invita a svolgere la loro profetica azione sotto la guida dei pastori, per l'edificazione dell'intero popolo di Dio'.
 
'Il mio rapporto con il Papa - aveva detto la Lubich in una recente intervista alla rivista dei Focolari 'Città Nuova' - è diventato con gli anni sempre più profondo. Anzi ho vissuto un paio di volte un'esperienza un po' particolare. Dopo un'udienza - raccontava la Lubich - ho sperimentato un momento di grande unità col Papa, da figlia a Padre, ho avuto l'impressione che il cielo si aprisse ed ho sentito un'unione con Dio speciale. Ciò che la caratterizzava era il fatto che non avvertivo intermediari'. I ricordi si accavallano. 'Era il 23 settembre 1985 - raccontava ancora la Lubich - sulla porta, al termine di un'udienza, guardando al futuro, ho ardito chiedere al Papa: 'Ritiene possibile che il presidente del Movimento dei Focolari, di quest'Opera, che è di Maria, sia sempre una donna?'. 'Sì - mi rispose il Papa - magari!'. 'Si ritrovano nella Chiesa nascente - aveva affermato, citando il teologo von Balthasar - e devono rimanere!'.
 
Un altro fatto. 'Con gli anni sono nate, anche in giovani, famiglie, persone delle più varie categorie, anglicani, luterani, ortodossi e di altre Chiese, le stesse vocazioni fiorite nell'Opera di Maria tra i cattolici - prosegue la fondatrice del movimento - ma sembrava non si trovasse una via di uscita. Ad un certo punto ne ho parlato con il Papa. Si è dimostrato apertissimo! Alla seconda udienza sull'argomento, anche quella volta, in piedi, mi dice con la sua consueta arguzia: 'Ho capito. Devo dire: lasciate stare l'Opera di Maria che è di Maria!'. E la situazione si è sbloccata'. Ricordo che di notte all'improvviso m'è passato un pensiero: 'Se c'è un punto che è ancora di ostacolo nel cammino ecumenico - raccontava - è proprio il ministero del Papa. Ma chi li ha 'accolti' questi focolarini delle altre Chiese? Proprio il Papa'. Questo resterà nella storia'.
 
Molte le udienze private e pubbliche che il Papa aveva concesso alla Lubich. Una è rimasta storica: la visita del pontefice all'attuale Centro internazionale del Movimento il 19 agosto 1984. Una visita a sorpresa, preannunciata solo pochi giorni prima. 'L'amore è la scintilla ispiratrice di tutto quelloche si fa con il nome Focolari - aveva detto in quell'occasione il Papa - di tutto quello che voi siete, di tutto quello che voi fate nel mondo. Ci sono stati nella storia della Chiesa tanti radicalismi dell'amore. C'è anche il vostro radicalismo dell'amore, di Chiara, dei focolarini: un radicalismo che scopre la profondità dell'amore e la sua semplicità. E cerca di far vincere sempre questo amore in ogni circostanza, in ogni difficoltà. Vi auguro di essere un lievito nella massa dell'umanità e del Popolo di Dio. Vi auguro di essere un lievito evangelico nella Chiesa - aveva esortato il pontefice - vedo i vostri contatti molto fruttuosi nella dimensione ecumenica, con i nostri fratelli non cristiani e poi i contatti con il mondo secolarizzato, con i non credenti, con gli atei e gli agnostici. L'amore apre la strada', aveva concluso Giovanni Paolo II. Il legame tra il Papa e Chiara Lubich era iniziato fin da quando Karol Wojtyla era arcivescovo a Cracovia. All'inizio degli anni Settanta, l'allora cardinale Wojtyla aveva conosciuto la Lubich.
 
'Andate avanti col vostro lavoro - aveva detto nei primi incontri- fate tutto quello che avete da fare e poi informatemi. Siete voi ad averne la grazia, con la mia interferenza non farei che sciuparlo'. Nel maggio 1978, l'arcivescovo Wojtyla aveva partecipato ad un incontro di famiglie organizzato dal Movimento a Cracovia. 'Il vostro movimento rappresenta un segno dei tempi', aveva detto in quell'occasione il futuro Papa.
Serena Sartini
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