Perché la Chiesa ha tanto a cuore il tema della famiglia? Perché si interessa così tanto alle tematiche familiari? Scoprilo leggendo il capitolo del compendio della Dottrina Sociale della Chiesa
209. L'importanza e la centralità della famiglia, in ordine alla persona e alla società, è ripetutamente sottolineata nella Sacra Scrittura: «Non è bene che l'uomo sia solo» (Gen 2,18). Fin dai testi che narrano la creazione dell'uomo (cfr. Gen 1,26-28; 2,7-24) emerge come — nel disegno di Dio — la coppia costituisca «la prima forma di comunione di persone».458 Eva è creata simile ad Adamo, come colei che, nella sua alterità, lo completa (cfr. Gen 2,18) per formare con lui «una sola carne» (Gen 2,24; cfr. Mt 19,5-6).459 Al tempo stesso, entrambi sono impegnati nel compito procreativo, che li rende collaboratori del Creatore: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra» (Gen 1,28). La famiglia si delinea, nel disegno del Creatore, come «il luogo primario della “umanizzazione” della persona e della società» e «culla della vita e dell'amore». 461
210. Nella famiglia si impara a conoscere l'amore e la fedeltà del Signore e la necessità di corrispondervi (cfr. Es 12,25-27; 13,8.14-15; Dt 6,20-25; 13,7-11; 1 Sam 3,13); i figli apprendono le prime e più decisive lezioni della sapienza pratica a cui sono collegate le virtù (cfr. Pr 1,8-9; 4,1-4; 6,20-21; Sir 3,1-16; 7,27-28). Per tutto questo, il Signore si fa garante dell'amore e della fedeltà coniugale (cfr. Ml 2,14-15).
Gesù nacque e visse in una famiglia concreta accogliendone tutte le caratteristiche proprie 461 e conferì eccelsa dignità all'istituto matrimoniale, costituendolo come sacramento della nuova alleanza (cfr. Mt 19,3-9). In tale prospettiva, la coppia trova tutta la sua dignità e la famiglia la saldezza sua propria.
211. Illuminata dalla luce del messaggio biblico, la Chiesa considera la famiglia come la prima società naturale, titolare di diritti propri e originari, e la pone al centro della vita sociale: relegare la famiglia «ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all'autentica crescita dell'intero corpo sociale».462 Infatti, la famiglia, che nasce dall'intima comunione di vita e d'amore coniugale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna,463 possiede una sua specifica e originaria dimensione sociale, in quanto luogo primario di relazioni interpersonali, prima e vitale cellula della società: 464 essa è un'istituzione divina che sta a fondamento della vita delle persone, come prototipo di ogni ordinamento sociale.
a) L'importanza della famiglia per la persona
212. La famiglia è importante e centrale in riferimento alla persona. In questa culla della vita e dell'amore, l'uomo nasce e cresce: quando nasce un bambino, alla società viene fatto il dono di una nuova persona, che è «chiamata dall'intimo di sé alla comunione con gli altri e alla donazione agli altri».465 Nella famiglia, pertanto, il dono reciproco di sé da parte dell'uomo e della donna uniti in matrimonio crea un ambiente di vita nel quale il bambino può «sviluppare le sue potenzialità, diventare consapevole della sua dignità e prepararsi ad affrontare il suo unico ed irripetibile destino».466
Nel clima di naturale affetto che lega i membri di una comunità familiare, le persone sono riconosciute e responsabilizzate nella loro integralità: «La prima e fondamentale struttura a favore dell'“ecologia umana” è la famiglia, in seno alla quale l'uomo riceve le prime e determinanti nozioni intorno alla verità ed al bene, apprende che cosa vuol dire amare ed essere amati e, quindi, che cosa vuol dire in concreto essere una persona».467 Gli obblighi dei suoi membri, infatti, non sono limitati dai termini di un contratto, ma derivano dall'essenza stessa della famiglia, fondata su un patto coniugale irrevocabile e strutturata dai rapporti che ne derivano in seguito alla generazione o all'adozione dei figli.
b) L'importanza della famiglia per la società
213. La famiglia, comunità naturale in cui si esperimenta la socialità umana, contribuisce in modo unico e insostituibile al bene della società. La comunità familiare, infatti, nasce dalla comunione delle persone: «La “comunione” riguarda la relazione personale tra l'“io” e il “tu”. La “comunità” invece supera questo schema nella direzione di una “società”, di un “noi”. La famiglia, comunità di persone, è pertanto la prima “società” umana».468
Una società a misura di famiglia è la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo individualista o collettivista, perché in essa la persona è sempre al centro dell'attenzione in quanto fine e mai come mezzo. È del tutto evidente che il bene delle persone e il buon funzionamento della società sono strettamente connessi «con una felice collocazione della comunità coniugale e familiare».469 Senza famiglie forti nella comunione e stabili nell'impegno, i popoli si indeboliscono. Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della Nazione. In essa si fa l'apprendistato delle responsabilità sociali e della solidarietà.470
214. Va affermata la priorità della famiglia rispetto alla società e allo Stato. La famiglia, infatti, almeno nella sua funzione procreativa, è la condizione stessa della loro esistenza. Nelle altre funzioni a vantaggio di ciascuno dei suoi membri essa precede, per importanza e valore, le funzioni che la società e lo Stato devono svolgere.471 La famiglia, soggetto titolare di diritti inviolabili, trova la sua legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. Essa non è, quindi, per la società e per lo Stato, bensì la società e lo Stato sono per la famiglia.
Ogni modello sociale che intenda servire il bene dell'uomo non può prescindere dalla centralità e dalla responsabilità sociale della famiglia. La società e lo Stato, nelle loro relazioni con la famiglia, hanno invece l'obbligo di attenersi al principio di sussidiarietà. In forza di tale principio, le autorità pubbliche non devono sottrarre alla famiglia quei compiti che essa può svolgere bene da sola o liberamente associata con altre famiglie; d'altra parte, le stesse autorità hanno il dovere di sostenere la famiglia assicurandole tutti gli aiuti di cui essa ha bisogno per assumere in modo adeguato tutte le sue responsabilità.472
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460 Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 40: AAS 81 (1989) 469.
461La Santa Famiglia è un modello di vita familiare: « Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia; ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro »: Paolo VI, Discorso a Nazareth (5 gennaio 1964): AAS 56 (1964) 168.
462Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 17: AAS 86 (1994) 906.
463Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 48: AAS 58 (1966) 1067-1069.
464Cfr. Concilio Vaticano II, Decr. Apostolicam actuositatem, 11: AAS 58 (1966) 848.
465Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 40: AAS 81 (1989) 468.
466Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 39: AAS 83 (1991) 841.
467Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 39: AAS 83 (1991) 841.
468Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 7: AAS 86 (1994) 875; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2206.
469Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 47: AAS 58 (1966) 1067; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2210.
470Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2224.
471Cfr. Santa Sede, Carta dei diritti della famiglia (22 ottobre 1983), Preambolo, D-E, Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano 1983, p. 6.
472Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 45: AAS 74 (1982) 136-137; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2209.
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