14 Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. 15 Allora egli li ammoniva dicendo: “Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode! ”. 16 E quelli dicevano fra loro: “Non abbiamo pane”. 17 Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: “Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? 18 Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite ? E non vi ricordate, 19 quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via? ”. Gli dissero: “Dodici”. 20 “E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via? ”. Gli dissero: “Sette”. 21 E disse loro: “Non capite ancora? ”.
del 16 marzo 2007
 
 
Per la nostra vita superficiale e distratta spesso non riusciamo a capire che tutto quanto serve per la nostra felicità e serenità lo abbiamo sotto gli occhi, lo abbiamo tra mano e invece andiamo a cercare affannati altrove. Abbiamo una famiglia e cerchiamo l’amore nelle avventure, abbiamo dei sogni veri e li sostituiamo con le telenovele, abbiamo delle prospettive concrete per il nostro futuro e ci lasciamo incantare da facili successi, che poi si ritorcono contro di noi. Abbiamo un centro che orienta tutta la nostra vita, ci dà un programma, ci offre una meta e preferiamo fare i randagi.
Gli apostoli sono in questa situazione quel giorno che Gesù li invita a salire sulla barca per i soliti spostamenti lungo le rive del lago. E’ un episodio altamente simbolico.
Questa volta non c’è tempesta di vento e di pioggia sul lago, tutto è calmo, tutto è liscio, ma è il cuore di Gesù che è in tumulto. Ha con sé i discepoli, quelli che sta curando con tanto amore e dedizione, ma non riesce a far loro capire dove sta il cuore di tutta la loro avventura. Credono che dipenda tutto da mezzi, da miracoli, da organizzazione.
Dice il vangelo: non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Certo a loro nasce il timore di non poter affrontare la giornata, pur sapendo che Gesù ha già moltiplicato i pani. La loro fede è ancora piccola, troppo piccola per salpare verso nuovi lidi Quel pane che hanno è la immagine di Gesù, per la prima comunità cristiana diventerà l’immagine dell’Eucaristia. E loro dicono candidamente: non abbiamo pane e Gesù comincia a raffica a fare domande.
Che è questo dire che non avete pane? E io chi sono? Che cosa sono stato per voi finora? Perché continuate a riportarvi al lievito dei farisei, al loro modo di impostare i rapporti con Dio, alla loro autosufficienza intellettuale? Perché siete sempre legati al lievito di Erode, al desiderio di risolvere tutto con la potenza? Non vi ho dimostrato di avervi saziato finora? Vi ho saziato solo la fame di cibo? Non vi siete accorti che avete ricevuto col pane che vi ha sfamati, la serenità, la gioia della vita, il segno di una promessa che si sta compiendo, la strada vera della felicità? Questo pane che abbiamo in barca è il segno della mia presenza. Questa non vi mancherà mai, io sarò con voi sempre.
Vi basta questo perché è la presenza certa di Dio che non ci abbandona mai.
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