Nel dono di sé la felicità di condividere con i poveri la gioia del Natale, festa della vita. Una sera, mentre salutavo gli ammalati a Loreto, vidi una culla che non ospitava un bambino, ma una donna adulta: un piccolissimo corpo (58 cm.!) con un volto splendidamente sorridente. Tendo la mano per salutare, ma l'ammalata...
del 19 dicembre 2008
Una sera, mentre salutavo gli ammalati a Loreto, vidi una culla che non ospitava un bambino, ma una donna adulta: un piccolissimo corpo (58 cm.!) con un volto splendidamente sorridente. Tendo la mano per salutare, ma l'ammalata con gentilezza mi risponde: 'Padre, non posso darle la mano, perché potrei fratturarmi le dita: io soffro di osteogenesi imperfetta e le mie ossa sono fragilissime. Voglia scusarmi'. Non c'era nulla da scusare, evidentemente. Rimasi affascinato dalla serenità e dalla dolcezza dell'ammalata e volevo sapere qualcosa di più della sua vita. Mi prevenne e mi disse: 'Padre, sotto il cuscino della mia culletta c'è un piccolo diario. È la mia storia! Se ha tempo, può leggerla'. Presi i fogli e lessi il titolo: 'Felice di vivere!'. I miei occhi tornarono a guardare quel mistero di gioia crocifissa e domandai: 'Perché sei felice di vivere? Puoi anticiparmi qualcosa di quello che hai scritto?'.
 
Ecco la risposta che consegno alla riflessione di tutti in occasione del Santo Natale, che è la festa dei piccoli e degli umili, di coloro che hanno facile accesso alla Grotta santa di Betlemme. L'ammalata mi disse: ' Padre, lei vede le mie condizioni…; ma la cosa più triste è la mia storia! Potrei intitolarla così: Abbandono! Eppure sono felice, perché ho capito qual è la mia vocazione. Sì, è la mia vocazione!
 
Io - continuò -, per un disegno d'amore del Signore, esisto per gridare a coloro che hanno la salute: 'Non avete il diritto di tenerla per voi, la dovete donare a chi non ce l'ha, altrimenti la salute marcirà nell'egoismo e non vi darà la felicità'. Io esisto per gridare a coloro che si annoiano: 'Le ore in cui voi vi annoiate… mancano a qualcuno che ha bisogno di affetto, di cure, di premure, di compagnia; se non regalerete quelle ore, esse marciranno e non vi daranno la felicità!'.
 
Io esisto per gridare a coloro che vivono di notte e corrono da una discoteca all'altra: 'Quelle notti - sappiatelo! - mancano, drammaticamente mancano a tanti ammalati, a tanti anziani, a tante persone sole che aspettano una mano che asciughi una lacrima: quelle lacrime mancano anche a voi, perché esse sono il seme della gioia vera! Se non cambierete vita, non sarete mai felici!' '.
 
Io guardavo l'ammalata che parlava dal suo pulpito autorevole: il pulpito del dolore! Non osavo commentare, perché tutto era stupendamente e drammaticamente vero. L'ammalata aggiunse: ' Padre, non è bella la mia vocazione?'. Risposi abbassando la testa: ero d'accordo!
 
Le tante grotte di Betlemme
 
Nascendo nella povertà di Betlemme, Gesù ci ha dato lo stesso messaggio: ci ha detto che il percorso della gioia non è quello della corsa ad avere, avere sempre di più. No, la gioia si trova percorrendo un altro itinerario: l'itinerario del dono di sé, l'itinerario che va dall'egoismo al servizio umile e generoso presso le tante grotte di Betlemme, che sono disseminate ovunque: anche accanto a noi! Non ci manca, infatti, qualcosa per essere felici: abbiamo, invece, qualcosa in più che ci pesa, perché non l'abbiamo donata a Gesù, presente nella povera Betlemme, che è il pianerottolo della nostra stessa casa.
 
Buon Natale a tutti! Con l'augurio che non aspettiate un dono, ma che lo facciate voi per diventare felici.
 
mons. Angelo Comastri
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