Commissione Pastorale per l'educazione, la scuola e l'università

Pubblichiamo la lettera del Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Triveneto per la Scuola. "Ci auguriamo che siano evitati i notevoli disagi e le tensioni per la nostra Regione a causa dei problemi che le Scuole paritarie, specie quelle dell'Infanzia, si troverebbero ad affrontare, compresa l'ipotesi della loro chiusura..."

Commissione Pastorale per l'educazione, la scuola e l'università

da Quaderni Cannibali

del 15 settembre 2011

 Conferenza Episcopale Triveneta

  Prot. N. CET/SCU/U29/2011Agosto 2011   Ai sigg. Onorevoli Senatori e Deputati della Regione Veneto e della Regione Friuli Venezia Giulia, al presidente Regione Veneto, on. Luca Zaia e al presidente Regione Friuli Venezia Giulia signor Renzo Tondo,ai sigg. membri del Consiglio e della Giunta Regione Veneto e della Giunta Regione Friuli Venezia Giulia,ai sigg. presidenti Province del Veneto e Province del Friuli Venezia Giuliaai sigg. Sindaci dei Comuni Veneto e ai sigg. Sindaci dei Comuni del Friuli Venezia Giulia                Ill.mi Signori             In qualità di Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Triveneto per la Scuola rivolgo a tutti Voi, a nome dei vescovi del Veneto, la presente lettera, nell’intento di manifestare ancora una volta il nostro quotidiano interesse per tutta la scuola, statale e paritaria, che vive oggi un periodo delicato per le riforme in atto, per le restrizioni di risorse e per i ritardi alla piena attuazione del processo di autonomia e di parità. Ci auguriamo che siano evitati i notevoli disagi e le tensioni per la nostra Regione a causa dei problemi che le Scuole paritarie, specie quelle dell’Infanzia, si troverebbero ad affrontare, compresa l’ipotesi della loro chiusura.             Il Comitato per la parità scolastica da me presieduto e coordinato da d. Edmondo Lanciarotta riunitosi, l’ultima volta, il 24 giugno u.s. a Zelarino (VE) ha fatto presente ancora una volta la grave situazione in cui si trovano le Scuole cattoliche paritarie, dall’Infanzia alle Primarie, dalle Secondarie di 1 e 2 grado ai Centri di formazione professionale.                        I ripetuti tagli, a livello nazionale e regionale, i continui ritardi e incertezze dei finanziamenti alle scuole paritarie da parte dello Stato italiano e della Regione, mettono in serio rischio il futuro di queste scuole, costrette ad indebitamenti dovuti alla mancanza di puntuale erogazione dei fondi previsti e dalla diminuzione del contributo stesso. Molte scuole, che da decenni svolgono con qualità, passione e responsabilità il servizio pubblico, rischiano di dover chiudere il proprio servizio, causando un impoverimento al pluralismo educativo e formativo istituzionale e una negazione della libertà di scelta delle famiglie di educare e istruire i figli.                        Numerosi sono stati finora gli ‘appelli’, le ‘lettere aperte’, i ‘comunicati stampa’. Con la presente ci rivolgiamo a tutti Voi, cui è affidata la responsabilità politica da parte dei vostri elettori, perché sia data risposta a tale problema che interessa una grossa parte delle famiglie dei vostri stessi elettori. Ciò che ancora una volta presentiamo non è un privilegio di pochi, ma il diritto di tutti. Non possiamo pensare di gravare ancora di più sulle famiglie richiedendo ulteriori aumenti alla loro contribuzione alla scuola cui hanno diritto come tutti gli altri cittadini.              La Scuola in generale oggi vive una situazione difficile, quella paritaria in particolare. Da sempre la Chiesa ha collaborato in vario modo all’educazione delle giovani generazioni. Anche le Scuole paritarie di ogni ordine e grado, riconosciute e abilitate a svolgere tale servizio scolastico, hanno offerto e stanno offrendo al Servizio Scolastico nazionale e regionale, in collaborazione e non in concorrenza con la Scuola statale, un servizio di qualità, che per lo Stato rappresenta anche un notevole risparmio economico, sia per quanto riguarda il personale che i locali delle Scuole.                        Oggi nel nostro Veneto tali Scuole, che, ripetiamo, fanno parte a pieno titolo del sistema educativo di istruzione e di formazione, rivelando il cosiddetto ‘modello veneto’, si vengono a trovare in una situazione sempre più drammatica, con grave rischio di chiusura. Riteniamo questa eventualità una perdita formativa, sociale e culturale oltre che economica, alla quale, specie per le scuole dell’Infanzia, Stato e Regione, si troverebbero in forte difficoltà a dare una risposta pronta e adeguata.              Ci rivolgiamo a Voi per attirare la Vostra attenzione su questo problema che interessa migliaia di famiglie venete in modo da creare le condizioni affinché tutta la scuola sia messa in grado di operare e di realizzare la propria finalità educativa e a rimuovere gli ostacoli per la realizzazione della piena autonomia, parità scolastica e libertà di scelta educativa.           Gli Assessori regionali alle politiche sociali e all’istruzione e formazione hanno tutte le coordinate per informare adeguatamente: c’è bisogno di una scelta politica concreta ed efficace per risolvere tale problema, anche attraverso una nuova ed efficace legge regionale che dia organicità a tutto il sistema educativo dell’ istruzione e della formazione professionale esprimendo le molte potenzialità ancora inespresse insite nell’attuale ordinamento legislativo costituzionale. Le scuole e le famiglie non possono sopportare ulteriormente annunci e contro annunci di tagli, seguiti da parziali recuperi, senza nessuna certezza su cifre e tempi di finanziamenti, a fronte di salari e imposizioni fiscali che devono essere puntualmente corrisposti al personale, alla Regione e allo Stato.             Nella certezza di concorrere al bene comune delle nostre popolazioni, porgo a nome dei Vescovi del Veneto e del Comitato per la parità scolastica i più cordiali saluti,                                                                                      + mons. Adriano Tessarollo                                                                                              Vescovo di Chioggia                                                e presidente della Commissione Regionale della CET per la Scuola    Allegato: scheda informativa                                                                             Allegato.1 1. La scuola dell’Infanzia             Nel Veneto le Scuole dell’Infanzia paritarie costituiscono una rete unica in Italia per la consistenza quantitativa: 1200 scuole con 94 mila bambini, il 68% dei bambini dai 3 ai 6 anni. Hanno una peculiarità culturale, storica e sociale: sono scuole della comunità, realizzate e gestite da parrocchie, da congregazioni religiose, associazioni dei genitori, enti morali. Queste scuole hanno offerto e offrono grande sostegno alle famiglie nella loro opera educativa. Da troppo tempo c’è scarsa attenzione da parte delle Istituzioni politiche, con inadeguatezza, incertezza e ritardo dei contributi economici. Si richiedea)            A  livello nazionale:  a.1       – contributi anno 2011: ripristino del contributo 2011 nella misura del 2010 di €. 539 milioni (paritarie di ogni ordine e grado). In sede di legge di stabilità l’importo è stato ridotto a €. 526 milioni (- 2,41%) (€. 281 milioni di “ordinario” ed €. 245 milioni di integrazione L. 220/2010);            - immediato ripristino dell’ulteriore improvviso taglio di €. 30 milioni del contributo ordinario 2011 (quota di €. 281 ml)             -siano previsti finanziamenti ordinari per l’integrazione scolastica per i bambini disabili come previsto dall’art. 7 del DM. 89/2009 (nel 2011 nessun contributo ordinario, solo contributi mediante partecipazione ad un bando USR!) a.2 – contributi 2012 e 2013: ripristino almeno ad €. 539 milioni in sede di prossima legge di stabilità (es. 2012) della previsione a bilancio triennale 2011-2013 del contributo alle paritarie fissata in €. 281 ml (cioè è previsto – 47,8% rispetto al 2010), (costituendo per le scuole dell’infanzia un separato stanziamento, come per il passato). b. a  livello regionale:-          la Regione rappresenti a Roma (Governo, MIUR, Parlamento), nelle forme politicamente e istituzionalmente più efficaci, le questioni del ripristino dei fondi statali come sopra e della necessità di una contribuzione statale che tenga conto del ‘modello veneto’ delle Scuole dell’infanzia;-          includa nella programmazione della rete scolastica regionale le Scuole dell’infanzia paritarie (l’ultima DGR 768/2011 non le prevede);-          provveda con urgenza alla redazione di una nuova legge regionale sul diritto allo studio;-          provveda ad integrare il contributo annuale ordinario e adegui i fondi per l’integrazione scolastica degli alunni disabili.            c.a  livello locale:      l’ANCI Veneto promuova presso i Comuni la stipula di convenzioni che tengano conto delle incertezze e delle riduzioni dei contributi statali e del blocco dei contributi regionali, in modo da mantenere l’importo delle rette a carico delle famiglie inalterate o comunque in misura “sopportabile” (con riferimento a quanto paga una famiglia che porta il bambino alla Scuola dell’Infanzia statale).  2. La Scuola primaria e secondaria di 1 e 2 grado.             Per il livello nazionale ci riferiamo a quanto detto sopra, in modo da assicurare in sede di legge finanziaria l’entità economica stabile e continuativa, in modo che all’affermazione di principio della parità corrisponda realmente l’adeguamento economico finanziario, passando così dai contributi ai finanziamenti adeguati a ricorrente fisso.             A livello ragionale è stato approvato il bando Buono scuola dell'anno scolastico 2010-2011 che ha modificato lo spirito iniziale della legge del 2000.Si aggiunge la gravità dei tagli alla Finanziaria a livello regionale, recuperati in parte, ma ancora in attesa. L’azione di intervento congiunta tra tutte le aggregazioni delle Scuole cattoliche ha recuperato 2 milioni dal taglio di 4,5 milioni di euro del ‘Buono scuola’. Le prospettive sono sempre più negative. Famiglie e scuole non possono più sopportare ulteriori tagli e ritardi nei parziali ricuperi. Occorre piena parità finanziaria. 3. I Centri di formazione professionale.             La Formazione Professionale (= FP) nel Veneto svolge un ruolo fondamentale   nella formazione di oltre 17.000 ragazzi e ragazze che scelgono i percorsi triennali (totale 771 corsi avviati) di qualifica dopo la terza media. Una parte considerevole degli allievi (oltre il 30%) è straniero e circa un migliaio hanno una certificazione di disabilità . Grazie alla originale metodologia didattica che parte dalla cultura del lavoro e dall’”intelligenza delle mani” si raggiungono risultati molto positivi anche con ragazzi che hanno avuto alcuni insuccessi nel loro percorso scolastico. Gli studenti iscritti al primo anno sono pari ai 12% dell’intera popolazione scolastica iscritta al primo anno della scuola secondaria di secondo grado.            E’ dimostrato che con una Formazione Professionale ben strutturata come quella del Veneto si è fortemente abbattuta la percentuale di dispersione scolastica ottenendo nel contempo ottimi risultati sul piano dell’inserimento lavorativo come emerso da una recente indagine del Ministero del Lavoro presentata nel mese di giugno 2011 che ha rilevato come il 75% degli allievi usciti dalla Formazione Professionale nella regione del Veneto a sei mesi dalla qualifica risultino occupati.            Si può dire che la FP, i cui iscritti sono in continua crescita, svolge un servizio apprezzato dalle famiglie, dai ragazzi e dal territorio e la Regione Veneto la considera un fiore da portare all’occhiello. Ci si augura che si possa addivenire entro il 2011 alla stesura di una nuova legge regionale sulla scuola del Veneto che abbia come pilastri la Scuola Statale, la Scuola Paritaria e la Formazione Professionale, per poter superare in maniera strutturale l’attuale momento di crisi che sta mettendo in serie difficoltà economiche e finanziarie gli Enti che operano nella FP. In conclusione              Primario resta sempre il compito di realizzare la piena parità scolastica avviata con la legge 62/2000, sia perché la ScuolaParitaria è parte costitutiva del sistema nazionale di istruzione e di formazione e concorre, nella sua specificità ed autonomia, a realizzare l’offerta formativa nel territorio, sia perchè l’Amministrazione Pubblica spenderebbe in più se dovesse farsi carico degli alunni iscritti nelle scuole paritarie e nella formazione di ispirazione cristiana nel Veneto:-Scuola dell’Infanzia     85848 allievi  moltiplicato  5532                474.911.136  Euro-Scuola Primaria            12327    “             “               6500                  80.125.500     “-Second. 1° grado            7242    “             “               7582                  54.908.844     “-Second. 2°    “              11062    “             “               8057                  89.126.534     “-F.P.                               16000    “             “               2358                  37.728.000     “Infatti il risparmio annuo totale è di euro 736.800.014.      

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