Con l'umiltà di San Francesco

Soprattutto una è stata l'esperienza che, penso, abbia colpito tutti al campo: la veglia di preghiera davanti alla tomba di Francesco. Eccezionalmente per noi, la cripta della Basilica di S. Francesco è stata aperta anche la sera per permetterci di...

Con l'umiltà di San Francesco

da Iniziative in tour

del 01 gennaio 2002

É difficile concentrare in poche parole le esperienze e le emozioni che ci hanno accompagnato per una settimana intera durante il cammino alla scoperta di San Francesco!

“Ma perché proprio S. Francesco?” mi chiedevo prima della partenza. “Ok. È uno dei santi più famosi, e con questo? Ce ne sono tanti altri… Perché proprio lui!?!”. Ma poi la risposta è arrivata: la vita di quel fraticello dalle orecchie a sventola nascondeva qualcosa di segreto, qualcosa da scoprire, conservare e mettere in pratica: la semplicità.

Forse è il caso di spendere due parole sulla sua vita. Francesco era il figlio di un ricco mercante di stoffe, un giovane baldanzoso, festaiolo, il classico “cristiano della domenica”. Ma il Signore operò in lui un profondo cambiamento, al punto che Francesco non poteva più fare a meno di Gesù. Diede così una svolta alla sua vita, facendosi umile strumento di Dio. Amò così tanto Gesù e il prossimo che negli ultimi anni della sua vita, Francesco ricevette le stigmate. Quante cose si possono imparare da un uomo così… semplice!

Ma entriamo nello specifico della nostra esperienza.

Ogni giornata era caratterizzata “slogan”, un versetto del Vangelo che ha guidato Francesco nella vita di ogni giorno e noi abbiamo cercato di imitarlo. Non sono mancate le visite ai luoghi che hanno accompagnato il nostro amico nel cammino verso la santità, i momenti di deserto, quelli di condivisione e di riflessione, il divertimento… Soprattutto una è stata l’esperienza che, penso, abbia colpito tutti al campo: la veglia di preghiera davanti alla tomba di Francesco. Eccezionalmente per noi, la cripta della Basilica di S. Francesco è stata aperta anche la sera per permetterci di accostarci a Lui in un luogo tutto speciale. Momenti intensi, attimi indimenticabili… É fantastico scoprire che Dio ti parla con tanta semplicità: basta saperlo ascoltare!

Noi, giovani del terzo millennio, così legati alla tecnologia, e lui, Francesco, un fraticello del 1200, così umile e semplice: un abbinamento alquanto singolare! A sancire questa particolare unione, ci è stato consegnato un emblema, che abbiamo conservato durante tutto il pellegrinaggio: il Tau, l’ultima lettera dell’alfabeto greco, simbolo di salvezza, amore e redenzione. Portare al collo il Tau significa impegnarsi a vivere in conformità alla volontà di Dio con quell’umiltà di cui San Francesco è stato grande maestro.

Vivendo così giorno per giorno, abbiamo potuto conoscerci per quello che siamo e non per quello che facciamo, eliminando quei pregiudizi che possono ostacolare l’apertura di ciascuno di noi verso gli altri, per donare tutto di sé.

E allora… grazie a Dio, che ci ama come figli, affinché “la vostra gioia sia piena…!”.

Nadia Zorzi

Nadia Zorzi

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