Con noi il Papa ha sanato una ferita storica

Parla Jorge Himitian, l'uomo che ha favorito l'incontro tra Bergoglio e il pastore Traettino, che ha ricevuto la visita ieri a Caserta: "La richiesta di perdono ci ha commossi". Il racconto di un'amicizia.

Con noi il Papa ha sanato una ferita storica

 

"Quando Papa Francesco ha pronunciato quelle parole sulla richiesta di perdono agli evangelici per le leggi razziali emanate dai cattolici durante il fascismo, quello è stato per noi un momento esplosivo. Nella chiesa eravamo tutti molto emozionati. Sì, potevamo aspettarci un gesto... Però Bergoglio non lo aveva certo promesso. Ma ora è arrivato. E il perdono è il primo passo per curare questa ferita storica".

A passi svelti fuori dalla Chiesa evangelica della riconciliazione, il pastore Jorge Himitian, capo della Comunità cristiana di Buenos Aires, raggiunge la sua auto. Deve tornare a Roma e prendere il volo per l'Argentina, da dove è arrivato venerdì scorso per assistere alla messa di Jorge Mario Bergoglio davanti alla Reggia di Caserta, e poi all'incontro privatissimo fra il Pontefice cattolico e i pentecostali, convenuti dall'India e dalle Americhe. Via Feudo San Martino è una strada stretta e assolata dove il Papa ha trascorso solo poche ore prima di ripartire in elicottero per il Vaticano. Quanto è bastato, però, per incidere ancora una volta, in quello che il vice direttore della Sala Stampa vaticana, Angelo Scelzo, definisce come un gesto "di portata storica". Himitian si siede comunque volentieri all'ombra di un parcheggio per auto, su una sedia di plastica, per parlare sorseggiando un caffè. La sua famiglia è amica intima di Bergoglio. Sua figlia Evangelina, vaticanista argentina, ha scritto uno dei libri più informati sul percorso del nuovo Pontefice, pubblicato anche in italiano, "Francesco. Il Papa della gente" (Rizzoli). E Jorge Himitian è l'uomo che ha favorito nel 2006 l'incontro tra il cardinale Bergoglio e il pastore Giovanni Traettino, divenuti poi grandi amici.

 

 

 

 

Pastore Himitian, come si è svolto questo incontro esclusivo fra il Papa cattolico e voi?

 

"Bellissimo. Emozionante. Le parole di Francesco sono state esplosive. E poi anche quelle pronunciate dal pastore Traettino. Ci siamo incontrati davvero come fratelli. Fratelli uniti nella diversità, com'è scritto nella Lettera ai Corinzi. La Chiesa è una, ma lo Spirito Santo produce diversità".

 

Che cosa vi ha colpito di quanto ha detto il Papa?

 

"Finalmente le parole di perdono per quegli anni, per le difficoltà fatte vivere dai cattolici agli evangelici pentecostali. Lui, con molta umiltà, ha chiesto perdono per le persecuzioni. E per la loro ignoranza".

 

Come mai solo ora?

 

"Traettino aveva già fatto richiesta a Giovanni Paolo II. Ma non gli era arrivata risposta".

 

Poi?

 

"Nel 2006 organizzammo allo stadio Luna Park di Buenos Aires un meeting di 10 ore con 7000 persone. Invitammo anche Bergoglio, che partecipò con molto interesse, e alla fine chiese ai pastori di pregare per lui. Da quel momento gli incontri avvennero regolarmente, ogni due mesi, o nell'arcivescovado oppure nella chiesa evangelica. È nata così un'amicizia spirituale. E noi abbiamo scoperto un uomo meraviglioso, disponibile, senza compromessi".

 

Che nel marzo 2013 diventò Papa.

 

"Immagini allora la nostra allegria. Bergoglio era il nostro amico. Due mesi dopo, a maggio, andammo in Vaticano alla messa a Casa Santa Marta. Lì, dopo la funzione, consegnai a Francesco una lettera di Traettino. Così loro, ogni due mesi, finirono ancora per incontrarsi, e parlare. Infine un giorno il Pontefice gli disse: "Presto verrò a trovarvi".

 

Detto fatto, com'è suo costume.

 

"Proprio così. Infatti eccoci qui, per un giorno straordinario che noi non dimenticheremo mai. Che presto porterà i suoi frutti, nel dialogo. E poi, questo è un uomo che prega come un predicatore. E' proprio vero: Dio sta operando. Tra 5-10 anni considereremo quello di oggi un incontro storico"

 

 

Marco Ansaldo

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