Ogni giorno ci troviamo di fronte piccole e grandi scelte di consumo: un gelato, un paio di scarpe, un viaggio. Per prendere queste decisioni consideriamo il prezzo, valutiamo la qualità del prodotto, ci facciamo guidare dal nostro gusto. Spesso senza rendercene conto ci facciamo influenzare dalla marca, dalla pubblicità, dalla moda. Ma c'è di più?!
del 28 luglio 2008
Ogni giorno ci troviamo di fronte  piccole e grandi scelte di consumo: un gelato, un paio di scarpe, un viaggio. Per prendere queste decisioni consideriamo il  prezzo, valutiamo la qualità del prodotto, ci facciamo guidare dal nostro gusto. Spesso senza rendercene conto ci facciamo influenzare dalla marca, dalla pubblicità, dalla moda. Ma c’è di più?!
 
Entriamo in un bar per fare colazione, ordiniamo cappuccino e brioches. Facciamo un giro tra gli scaffali di un negozio di abbigliamento, vediamo una maglietta che ci piace e la compriamo. Sono situazioni comuni, all’ordine del giorno. Possono volerci 10 minuti per fare colazione, anche meno per scegliere un capo di abbigliamento. Dietro a tutto ciò che acquistiamo però si nasconde una lunga catena di passaggi, di trasformazioni e lavoro che noi, la maggior parte delle volte, ignoriamo o che addirittura non ci interessa. Ogni prodotto ha la sua storia, i suoi retroscena. Molto spesso non ci chiediamo da dove arriva, le condizioni lavorative di chi lo ha realizzato o le politiche di prezzo applicate; ci basta che quel prodotto soddisfi il nostro bisogno nell’immediatezza.
Ci sentiamo in balia di un sistema economico più grande e potente di noi, siamo convinti di non poter fare la differenza; in realtà il consumatore può esercitare una notevole influenza su queste dinamiche attraverso quello che in gergo viene detto consumo critico. Possiamo definirlo come la pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto e di consumo preferendo prodotti che posseggono determinati requisiti diversi da quelli comunemente riconosciuti dal consumatore medio. Alcuni di questi requisiti possono essere il rispetto dell’ambiente, la sicurezza di una retribuzione e condizioni lavorative dignitose di chi realizza il bene oppure le finalità di chi lo produce.
L’adozione di una condotta di questo tipo può manifestarsi in due modi: uno passivo, che consiste nell’evitare di acquistare determinati prodotti e l’altro attivo che si realizza attraverso acquisti che sostengano progetti di solidarietà e di sviluppo.
 
Sono molti gli esempi negativi di prodotti che andrebbero evitati ma è sicuramente più utile e costruttivo portare a conoscenza esperienze e realtà positive che ci diano modo di impegnarci a costruire la pace e ad alimentare attivamente la speranza.
 
 
BOTTEGHE DEL MONDO
 
Una realtà che sta prendendo piede negli ultimi anni, e che sta guadagnando una certa visibilità, è la quella delle cosiddette “botteghe del mondo”. Si tratta principalmente di associazioni o cooperative senza fine di lucro che si caratterizzano come soggetti dell'economia no profit e che agiscono nel contesto del commercio equo e solidale. Sono veri e proprio negozi all’interno dei quali vengono venduti prodotti provenienti da paesi del Sud del mondo applicando i principi alla base del concetto di commercio equo solidale: un rapporto diretto con chi realizza il prodotto, un’equa retribuzione di quest’ultimo, progetti di prefinanziamento per permettere l’acquisto delle materie prime e prezzi che comprendono un margine da investire nello sviluppo dell'attività produttiva e in progetti di solidarietà.
Sono luoghi nei quali anche noi possiamo acquistare regali di compleanno, gudget per feste, bomboniere per occasioni particolari e quant’altro sostenendo progetti che hanno come obiettivo uno commercio più giusto, umano e sostenibile per i paesi in via di sviluppo.
 
 
BANCA ETICA
 
Una banca etica fornisce alla propria clientela i normali servizi bancari al pari di tutte le altre banche applicando, però, particolari criteri nella selezione degli investimenti sui quali concentrare il risparmio raccolto. Come suggerisce il nome, questo tipo di banche opera nel mercato finanziario con criteri legati all’etica pur mantenendo come obiettivo basilare l’efficienza e il profitto. Quest’ultimo però viene ottenuto attraverso attività che hanno come fine il bene comune investendo in progetti solidali che tengano conto non solo del risultato prettamente economico ma anche delle conseguenze di tipo diverso. Le banche etiche assicurano la massima trasparenza nei confronti del cliente che viene anche coinvolto attivamente nelle scelte dell’impresa. Questo tipo di banca vuole essere uno strumento culturale per promuovere un modello di economia che prende in considerazione l’impatto sociale ed ambientale del proprio agire per esempio concedendo crediti soprattutto a soggetti e imprese valutati secondo la loro capacità di realizzare valore anche da un punto di vista sociale.
 
 
ASSOCIAZIONI
 
Esistono zone nel nostro paese che sono afflitte dalla criminalità organizzata, ma da queste realtà stanno nascendo significativi esempi di speranza e di voglia di reagire.
“Libera” è una realtà nata nel ’95 che coordina numerose associazioni con l’intento di sollecitare la società civile alla lotta alle mafie e per promuovere la legalità e la giustizia. L’impegno principale di questa associazione si concretizza nel lavoro sui terreni confiscati alla criminalità organizzata in diverse regioni d’Italia: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lazio. Questo progetto ha permesso la produzione di generi alimentari, realizzati da cooperative di giovani, contrassegnati dal marchio di qualità e legalità “Libera Terra”. È una manifestazione di rinascita e di indipendenza di cittadini oppressi che hanno deciso di ripartire proprio dalla loro esperienza per creare nuove opportunità per i giovani. Sostenere progetti come questi, anche all’interno delle nostre parrocchie o dei nostri oratori, per esempio con l’acquisto di generi alimentari in occasione dei campiscuola estivi, può essere un’opportunità educativa preziosa. É un modo per far passare un messaggio importante di solidarietà e legalità attraverso un gesto semplice come l’acquisto di prodotti comuni e quotidiani come può essere la pasta.
Esistono anche altri tipi di associazioni che danno il loro contributo alla lotta alle mafie, ne è un esempio l’associazione siciliana “Addiopizzo” che riunisce cittadini che si impegnano a scegliere prodotti forniti da commercianti che hanno deciso di non pagare il pizzo o che, essendo state vittime di estorsione, hanno fatto denuncia. È una testimonianza importante di impegno che ci invita a riflettere e ci responsabilizza sul nostro potere di consumatori.
Cristina Nanti
http://www.commercioalternativo.itwww.libera.itwww.addiopizzo.org
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